CAPITOLO 63

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Il bacio rubato

Jennifer

Esitante accendo lo schermo e mi ritrovo ad osservare la notifica che mi indica il mittente e l'oggetto dell'email.

Quello che non riesco a dirti...

Deglutisco e mi siedo sulla poltrona più vicina, mentre le mie mani tremano. Sarà quello che credo?

Faccio un profondo respiro mentre schiaccio la notifica e la schermata della posta elettronica si apre davanti a me.

Oggi ho letto una cosa molto interessante sulla timidezza degli alberi, anche se io la chiamerei solitudine.

È un comportamento che solo alcune specie di alberi assumono che crea un mosaico meraviglioso per chi li osserva dal basso.

Questi alberi hanno la capacità di non toccarsi fra di loro, stando attenti a lasciare dello spazio tra i loro rami e le foglie.

Non hanno trovato un vero significato per questo strano adattamento. Solo diverse teorie, ma forse quella più credibile e che non lo fanno perché lo sfregamento tra altri rami, li danneggerebbe, impedendo a loro di crescere.

Probabilmente sono uscito un po' fuori contesto, ma quello che voglio cercarti di dirti, e che non voglio essere quel tipo di albero, e restare completamente da solo ed isolato.

Non voglio tenerti lontana, non voglio crescere senza di te.

Anzi voglio stare insieme a te, divertirmi con te e vivere con te.

Voglio svegliarmi  ogni mattina e vedere come prima cosa il tuo sorriso, aspettare ansiosamente durante la giornata un tuo messaggio o una tua chiamata,  e addormentarmi con te fra le mie braccia dopo che mi racconti entusiasta il libro che stai leggendo. 

Voglio tutto questo e molto altro.

Voglio anche che tu ripensi alla scelta che hai fatto ieri sera, dobbiamo parlarne insieme.

Promettimi che ci penserai,

Tuo Matthew

Rileggo, rileggo e rileggo l'intera email, e le sue parole mi stravolgono come il fragore di un fulmine a ciel sereno, illuminando per un istante ogni angolo nascosto della mia anima e lasciandomi scossa e senza difese.

Quindi vuole stare con me...giusto? E mi ama, giusto?

E anche se non me lo ha detto esplicitamente, tra le righe c'è scritto questo. O almeno credo.

Cos'è vuoi il disegnino?

Non resisto e lo chiamo e per tutti gli squilli resisto all'imbarazzo e all'orgoglio che mi urlano di chiudere immediatamente la telefonata, o almeno fino a che non sento la sua voce.

«Jenny», mormora in un tono per nulla sorpreso, come se si aspettasse una mia chiamata. Sempre un passo avanti.

«L'email che mi hai inviato è...» mi mancano le parole, e la saliva sembra essersi dissolta in polvere, mentre le mie dita stanno distruggendo la poltrona di pelle, credo rimarranno impresse le lunette delle mie unghie. Devo darmi un contegno.

Ordino, ma il mio corpo non ne vuole sapere. Mi sento come un ghiacciolo in piena estata sotto al sole cuocente, che si scioglie completamente sulle mani.

«L'hai odiata vero?» mi domanda, riempiendo il mio silenzio.

Davvero crede questo? Dopo che mi ha messo il suo cuore in mano, facendo una metafora con degli alberi? Okay detta così è parecchio strana.

MIA PER 365 GIORNIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora