4. Confidenze

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Aka

È arrivato il momento di stare tutti davanti alla televisione. Siamo tutti seduti sulle gradinate, vedo Martina salire e mi sistemo vicino a lei. O meglio, mi sdraio a pancia in giù tenendo io braccio sulla sua gamba e una mano sul suo ginocchio dove appoggio il mio mento. Ascoltiamo cosa hanno da dirci i professori.
Sento che sto crescendo sempre di più e voglio continuare a farlo. Devo dare il mio meglio qui dentro ogni giorno. Respiro.
“ sei comodo?" Mi domanda con quella vocina minuscola.
“ si perché? Ti do fastidio?” domandò con l'intenzione di sollevarmi. Mi piaceva stare con lei. Mi piaceva tenerla vicino a me.
“ no." Risponde subito “ resta. Pensavo solamente che fossi tu messo male. Non mi dai assolutamente nessun fastidio” mi dice guardandomi e poi tornando a fissare davanti a lei. Non mi muovo per nessun motivo allora. I nostri compagni discutono per qualcosa ma non capisco molto visto che urlano come dei pazzi per parlare. Poi tutti si alzano e noi restiamo alcuni secondi in quella posizione.
“ domani devo vedere la cuccarini. Chissà che pezzo mi darà?” si domanda ad alta voce.
“ sono sicuro che darai il meglio di te.”
“ non lo so. Ho un po' di paura”
“ Lorella crede in te. Non ti metterebbe mai in difficoltà, quindi ciò che ti farà fare stai tranquilla che penserà che tu puoi farlo. ” le dico per motivarla. A volte vedeva tutto nero senza rendersi conto che poteva fare tantissimo.
“ lo so. Ho paura anche di uscire”
“ fai sempre respiri profondi e andrà tutto bene” mi sollevò per guardarla meglio negli occhi.
“ grazie” mi dice sottovoce
“ non devi. Se te lo dico è perché credo in te e puoi farcela” mi abbraccia di colpo e la stringo. Beh niente male come primo passo signorina.

La sera.

“Luca” mentre sono fuori con Deddy la vocina di Martina si spende nell'aria.
“ che succede?” domandò. Il mio amico spegne la sigaretta è rientra dentro.
“ posso stare un po' con te? Gli altri stanno tutti di la a chiacchierare a me non va” annuisco.
“ prenditi una coperta o entriamo dentro: qui fa freddo.”
“ vado a prendere la coperta. ” annuisco. Aspetto che torni, butto fuori il fumo e la faccio sedere vicino a me.
“ che hai? Ti sei stranita di colpo”
“ mi manca mia madrina. La mia terra”
“ è normale. Devi tenere botta. Poi tra poco ci danno i telefoni, puoi sempre farle una videochiamata così la vedi”
“ non è lo stesso però”
“ e lo so. Anche io sento la mancanza dei miei genitori. ” non dice niente.
“ ho perso il mio papà che avevo dieci anni. Non parlo con mia madre, non abbiamo un rapporto, mentre papà era il mio pilastro. Sono qui anche per lui. Quella sera dovevo essere lì con lui, invece, mi ha detto di aspettarlo a casa perché pioveva. Non è più tornato” mi avvicino subito per tenerla vicino tra le mie braccia. “ è un dolore troppo forte Lu. Fa troppo male. Non mi do pace dopo dieci anni e non so se me ne darò mai. Mi manca. Lui e ciò che facevamo insieme. Il suo incoraggiamento. Aveva sempre le parole giuste per tutto. ” le lascio dei baci sulla fronte per cercare di calmarla. Piangeva e un po' tremava. A me, invece, mi si spezzava il cuore.
“ lui è qua con te. Ci sta guardando anche adesso. Sono sicuro che è in ogni tuo gesto. Quando vuoi un abbraccio o ti senti sola e senti la sua mancanza, afferrarmi e abbracciami. Io ci sono” le dico sincero.
“ grazie davvero Lu” sorrido. Non doveva ringraziarmi. Per me lei era speciale più di tutti.

E ti nascondi in debolezze che non hai 💛Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora