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Travis Pov.

Metto un grosso fazzoletto di stoffa nella bocca della ragazza, legandola con una corda da dietro la testa. Non ne potevo più di sentire le sue urla disperate. Sento le tempie pulsare e la rabbia ribollire nelle vene, impaziente ormai e indeciso su quale arto spezzargli per primo.
Riconosco di essere un sadico pezzo di merda, so di provare piacere nel vedere le persone che mi hanno fatto del male soffrire ed è per questo che non avrò pietà per Holly. Ho rischiato di perdere Clarissa a causa sua e questo mi sembra un valido motivo per poter dare libero sfogo alla mia malata fantasia.

"Direi di iniziare da qui" Indico le ginocchia con lo sguardo e picchiettando due dita sul mento con fare indeciso. "O forse è meglio partire per gradi, che ne dici? Vediamo quanto sai resistere al dolore Holly."

Afferro la sua mano destra, poggiando il palmo sul tavolo e separando le dita, staccandole una ad una con la lama di un coltello.
Lacrime riempiono il suo viso, le sue urla strazianti rimbombano nelle pareti del sotterraneo e spasmi pervadono il suo esile corpo.
Ignorando i suoi occhi pieni di paura e i suoi sguardi supplichevoli, prendo cinque piccoli sacchettini riempiti con del sale fasciando quel che resta di quella mano.
Per far sì che i granelli aderiscano bene stringo i lacci ancora di più dei sacchetti, cercando di tamponare al meglio le dita amputate aumentando la sua agonia e il suo dolore.

"Beh, dai. Non ha ancora perso i sensi" ridacchia divertito Ethan.
"Non sembra ma è una ragazza forte e con le palle" interviene Noah posando un coltellino sul piede della ragazza.

Lo afferro accarezzandoli la pianta del piede strofinando piano con la lama.
I nervi tesi, le caviglie ossute e i muscoli delle gambe contratti riempiono la mia visuale.
Inizio a sfogare la mia rabbia infliggendo diverse ferite simili a quelle causate da una tigre che ha appena afferrato la sua preda, tagliando e sfigurando le sue cosce che ben presto iniziano ad assumere un aspetto orrendo, taglio dopo taglio.

Cercando di darmi una calmata decido di fermarmi.

"Ho deciso che lascerò morire il tuo corpo dissanguato, in una morte lenta e piena di dolore. Sperando che tu soffra quanto il più possibile"

Soddisfatto dalla sua reazione impaurita, pugnalo il suo fianco sinistro con decisione, procurando una ferita simile a quella che aveva inflitto Margot a Clarissa.

"Addio Holly".

Dico abbandonando la stanza.

Clarissa Pov.

Ho passato l'intera mattinata a leggere un libro che trovai in camera.
Parla di una donna sposata con uno psichiatra: vivevano a Londra e a causa del lavoro del suo coniuge e della sua promozione dovettero trasferirsi in un'altra città.
Andarono a vivere in una casa vecchiotta, ma comunque grande e accogliente, posizionata su una collina, poco lontana dal manicomio dove lavorava il marito.
La donna si innamorò di un paziente gravemente malato (che sapeva nascondere bene la sua schizofrenia e bipolarismo, però). Sembrava un brav'uomo, finito lì dentro quasi per sbaglio, aveva dei modi gentili ed eleganti. Sapeva prenderla per il verso giusto e riusciva a farle spuntare sempre un sorriso, catturando la sua attenzione con i suoi magnifici racconti e le sue carinerie.
Dopo un lungo corteggiamento i due finirono per andare a letto insieme. Decisero di fuggire, ormai stufi di nascondersi. La donna lasciò suo figlio e suo marito partendo con il suo nuovo amante. Grazie a lui scoprì cos'è l'amore, che cos'è la passione, iniziando a provare nuove emozioni. Si lasciò andare completamente a lui, e, nemmeno quando la malattia dell'uomo iniziò a mostrarsi con il passare del tempo per quello che realmente è, lei decise di non abbandonarlo. Non lo lasciò nemmeno quando lui iniziò a picchiarla, a mettergli le mani addosso ricoprendola di insulti, umiliandola in tutti i modi possibili ed immaginabili.
Lei rimase sempre lì, accanto a lui.
Mi chiesi com'era possibile una cosa del genere, mi chiesi come una donna potesse sopportare tutto questo, solo per amore.
Un sentimento che io personalmente non ho mai provato, sarà per questo, forse, che non riesco ancora a capire come lei finì per lasciare l'uomo che aveva sposato per un perfetto sconosciuto che aveva solo mentito per tutto il tempo, per un bugiardo patologico che di lei gli importava poco e niente.

Per liberare la mente dai pensieri decido di andare a fare una doccia.

Dando per scontato che non ci sia nessuno non busso alla porta del bagno, ma con grande stupore noto che non è così.
Rimango scioccata e terrorizzata, ferma come una statua a fissare le mani di Travis che piene di sangue sfregano una saponetta nel lavandino.

"Ch-che cosa hai fatto?" chiedo con voce tremante immaginando il peggio.

Si sofferma a guardarmi, notando che addosso ho ancora la sua maglietta che mi aveva prestato da usare come pigiama.
Dalle sue labbra non esce fuori una parola. Lasciando che il silenzio riempia la stanza.

"Travis, sei un assassino di merda!" urlo sbattendo la porta e fuggendo in camera delusa e arrabbiata.

Sento i suoi passi correre avvicinandosi a me. Con un'espressione seria mi ammonisce di non fare mai più lo stesso sbaglio di prima.
"Non osare mai più a comportarti in questo modo con me, non ti permettere. Abbi un po' di rispetto ragazzina"

"Sei un assassino, mi fai schifo. Che cosa hai fatto? Chi hai ucciso questa volta, eh?" chiedo furiosa.

"Se non mi sbaglio hai ucciso qualcuno anche tu tempo fa, quindi non venire a fare la santa con me".

Sento il viso andare a fuoco e le mani tremare.
Non lo sopporto.

"Lo sai anche tu che non è la stessa cosa, Travis. Sono stata costretta a farlo" cerco di giustificare il mio gesto. Che di giustificabile non ha proprio nulla.

"Tu hai ucciso Margot per far capire che non sei una stupida che si lascia intimorire e per poterti salvare la vita: per mantenere un certo rispetto nei tuoi confronti da parte degli altri devi fare determinate cose. Non puoi lasciarti calpestare da chiunque. Devi far capire alle persone chi comanda, ed io non posso chiudere un occhio nemmeno se si parla di una ragazza. Si parla del mio onore, del mio potere. C'è tutto questo di mezzo e ogni volta che succede qualcosa io devo intervenire".

Spiega con tono di voce calmo, scandendo bene ogni parola.

"Una ragazza? Hai ucciso una ragazza solo per avere un po' di rispetto? Fai schifo, sei un uomo di merda senza sentimenti. Non è la stessa cosa, tra me e te c'è un abisso. Siamo diversi, per fortuna. Io non ammazzerei mai nessuno solo per far capire che sono il capo mentre tu faresti fuori chiunque si metta tra i piedi". Sputo acida e delusa. Pensavo fosse cambiato, che illusa.

Stringe le palpebre e massaggiando le tempie con una mano se ne va via con un'espressione in viso carica di rabbia.
Sono riuscita a farlo arrabbiare di nuovo ma sinceramente non me ne importa.

Clarissa.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora