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"Caffè nero?" Chiedo al cliente
"Sì e una ciambella glassata" annuisce.
Scrivo l'ordine su un taccuino e mi dirigo verso il bancone da Cassandra.
Mi regala un sorriso a trentadue denti e alza le sopracciglia "su con la vita Clary" esordisce. Alzo gli occhi al cielo "forse ieri ho bevuto troppo" dico.
"Più il gomito si alza, più l'effetto collaterale avanza" dice con aria da sapientona. Mi metto a ridere "chi lo dice?" Chiedo "Io" risponde. Scuoto leggermente la testa a destra e a sinistra e cado in una fragorosa risata.
"Vedi? Non è difficile sorridere" disse.
"Lo dici tu perché non hai passato una nottataccia" dico, mi fa la linguaccia e ridiamo entrambe.
"Comunque, una ciambella glassata e un caffè nero" gli dico.
"Arriva subito".
Porto l'ordinazione al cliente di prima.
"Ecco a lei" sorrido e mi allontano per passare a prendere un nuovo ordine.

Passano così le ore, tra ordinazioni e pulizie fino a quando non arriva la pausa pranzo. Esco fuori e mi porto una sigaretta alla bocca, aspiro il fumo che ben presto inonda fino a bruciare i miei polmoni, poco dopo arriva Cassandra.
"Sistema un po' quei capelli" ride mostrando la mia crocchia bionda e disordinata "pensa ai tuoi" rispondo notando la sua treccia rosso fuoco che racchiude i suoi ricci ribelli "la tua treccia sembra una salsiccia uscita male" proseguo ridacchiando.
"Mi dici cosa è successo ieri con Anthony?" Chiede tornando seria.
"Possiamo evitare questo discorso per favore?" Chiedo stufa.
"No, sono preoccupata per te. Ieri eri uno straccio quando sei tornata a casa"
"Forse perché al mio ritorno pensavo di andare a farmi una veloce doccia e poi di andare a dormire, non di trovarti sul mio divano intenta a procreare con un cliente e per di più non mi hai fatto chiudere occhio per tutta la notte" la guardo di sbieco sperando che se la beva, non voglio dirli perché sto realmente da schifo.
"Ci sapeva fare" dice come per scusarsi.
"Torniamo a lavoro" faccio per entrare nel bar ma Cassy mi blocca mettendo una mano sulla spalla "non me la racconti giusta, dopo mi dici tutto" dice facendo l'occhiolino, mi sorpassa saltellando e se ne va.
Inizia a nevicare e io mi perdo guardando il panorama.
I fiocchi cadono lenti e mi bagnano il viso, chiudo gli occhi e mi godo la pace che solo il freddo di Dicembre mi sa regalare.
"Scusami? Vorrei entrare" Sento una voce squillante.
Mi risveglio dal mio stato di trans e osservo la ragazza che mi ritrovo davanti: tacchi vertiginosi, pantaloni di pelle nera, top semitrasparente e una pelliccia rosso fluorescente che copre quel tanto che si potrebbe vedere da quel misero top. Tonnellate di fondotinta spalmato sul viso, labbra colorate di rosa e spesse ciglia finte, capelli cotonati al massimo di un biondo chiaramente finto tendente al giallo. Sposto lo sguardo dalla ragazza alla mia mano poggiata ancora sulla porta. Ma che figura ho fatto? Sicuramente quella dell'idiota.
"Sì certo entra, scusami" dico.
"Era anche ora" ridacchia con una risata priva di divertimento.
'Te li faccio mangiare quei tacchi da quattro soldi che ti ritrovi' penso mostrando un sorriso falso ma all'apparenza professionale.
Faccio accomodare la nuova cliente. "Cosa desidera?"
"Una cioccolata calda, senza zucchero. Panna montata e granella di nocciole." risponde guardando le unghie pittate di rosso.
"Arriva subito"
"Ah, no no! Vorrei anche un cornetto senza glutine, ripieno con la crema al limone."
Metto l'ordinazione su un vassoio e glielo porto.
"Ecco a lei" dico, faccio per allontanarmi ma lei mi blocca posando la sua mano sul mio braccio destro. Mi divincolo infastidita, cosa vuole?
"Si?"
"Per caso ci conosciamo?" domanda sbattendo le lunghe ciglia.
"No" rispondo sicura.
"Mi sembra di averti già vista da qualche parte" "sì, il tuo volto non mi è nuovo" continua.
"Senti, non ti ho mai vista prima d'ora, non ho la più pallida idea di chi tu possa essere e se non ti dispiace io dovrei tornare a lavorare" dico scocciata.
"Beh, il capo di questo bar é molto esigente, non è così?" Chiede ridacchiando.
"E tu cosa ne sai?" Chiedo fredda.
"Sono sua nipote!"
Quasi mi escono gli occhi fuori dalle orbite per lo stupore. Lei, la nipote di Anthony? Del Boss più ricco e temuto di tutti, Anthony Smith?
"La nipote di chi?" Chiedo per esserne sicura.
"Ma di Matthew Gray! Il capo di questo posto!" Risponde con aria ovvia.
Ma cosa si è fumata questa?
"Senti cara, sto perdendo la pazienza. Dalla tua bocca sembrano uscire solo stronzate macchiate da rossetto rosso scarlatto e a me le persone come te non piacciono, okay? Sono una ragazza che perde molto facilmente la pazienza e mi stai facendo perdere del tempo prezioso. Sai cosa succede se viene a scoprirlo il mio capo? Immagino di no, dato che non sai neanche chi è" dico con aria minacciosa.
Si avvicina a me Cassandra che a quanto pare ha origliato l'intera conversazione.
"Cosa succede?" Chiede Cassy.
Alzo gli occhi al cielo.
"La tua collega è una pazza, giuro che la faccio licenziare!" Risponde la bionda ossigenata.
Faccio un respiro profondo.
"Okay, scusa la mia collega ha esagerato,  se ci penso ha proprio un bel caratterino" risponde ridacchiando Cassy, una risata finta, usata solo per placare le acque tra me e la cliente.
"Già, comunque. Io sono la nipote di Matthew Gray, ovvero, sono la nipote dell'uomo che ha affittato da poco questo locale da Anthony Smith. Ecco perché la tua amica - indica me- non ha mai visto ne me ne mio zio". Ridacchia.
Ma quanto ride?
"Piacere comunque, io sono Holly, una vostra nuova collega!" Si alza di scatto facendo rovesciare a terra la cioccolata calda, rompendo la tazza di ceramica. "Accidentacci" dice ridendo "vabbe, la pagherà mio zio, ci vediamo domani, ciao!" Saluta e se ne va come se niente fosse successo.
Io e Cassy ci guardiamo in faccia "Accidentacci?" diciamo all'unisono cadendo in una fragorosa risata.
Puliamo il pavimento e raccogliamo i cocci.

‹°•°•°•°›

Il turno è finito e Cassy ha preferito tornare a casa con me piuttosto che prendere l'autobus.
"Sai che tornando a casa con me farai tardi a lavoro" dico con aria di rimprovero, ma lei sembra non ascoltarmi.
"Sei scoppiata oggi..." Dice guardando il cielo nuvoloso, non la lascio finire "Sì Cassandra, sono scoppiata nel vero senso della parola, non so più come mettermi un freno, lascio libero sfogo alle mie emozioni senza che me ne renda conto, soprattutto quelle negative. Lo stress mi sta giocando brutti scherzi."
"Centra qualcosa con Anthony?" Chiede preoccupata.
"Beh, prima mi lasciava fare la cubista nella discoteca HotGold, il che non mi dispiaceva particolarmente, almeno non andavo a letto con chiunque, ballavo su un cubo con un bikini provocante e basta, ora invece mi ha assegnato un compito particolarmente pericoloso. Ovvero essere la prostituta di un nuovo ragazzo che è entrato a far parte del cerchio di Anthony. Ti rendi conto? Ma ti immagini me, diciannove enne vergine, una prostituta? Pur di saldare un fottuto debito e di non lasciarci le penne con un mafioso?" Dico mentre alcune lacrime rigano il mio viso.

Clarissa.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora