9

5.1K 142 3
                                    

Clarissa Pov's

Passo un dito sulla cornice viola e alzo gli occhi al cielo per non piangere. Sono solo passate poche ore ma sento già la mancanza di Cassandra ed Eddie. Mi sento sola e a disagio, spaventata, terrorizzata al solo pensiero di quello che potrebbe farmi Travis.
Mi sono ripetuta più e più volte di non pensarci ma una domanda mi frulla nella testa: cosa ne sarà del mio futuro?.
Qui non mi sento al sicuro, non sono al sicuro. Devo trovare un modo per andarmene via.

Sento la serratura della porta scattare e Ethan fa capolino nella stanza.
Sussulto e mi asciugo veloce il viso con i pollici, poso la foto sul comodino e mi alzo allontanandomi da lui.

"Cosa c'è?" Chiedo cercando di ricompormi.
"Seguimi e non fare domande".
Annuisco e lo seguo incerta. Dove mi starà portando? È giunta la mia ora? Penso al peggio mentre lascio alle mie spalle quella piccola "casetta". Non saprei come definirla.

Attraversando il giardino rimango a bocca aperta notando quanto è grande e imponente la villa. Entro dalla porta di ingresso seguendo Ethan meravigliata, non ho mai visto in vita mia una casa come questa. Colonne in marmo, pavimento tirato a lucido di marmo chiaro. Il salone è spazioso, numerosi quadri ricoprono le pareti tinte di color panna.
Sulla destra c'è un televisore enorme, una console bianca, due divani in pelle di colore bianco posti uno davanti all'altro e un tavolino di vetro al centro. Sulla sinistra c'è una scala in marmo che porta al piano superiore.
"Muovi i tacchi che Travis ci sta aspettando" sbotta Ethan.
"Scusami" aumento il passo e lo seguo in cucina.
Travis è seduto su uno degli sgabelli ricoperti di cuoio verde scuro in contrasto con l'isola grigia, mi perdo a guardare la cucina moderna di colore nero e dalle finiture argentate che decorano le pareti bianche.
"Ethan, puoi andare anche tu"
Dice Travis.
Rimasta sola nella stanza con lui inizio a sentirmi a disagio e ho le guance che sembrano andare a fuoco.
"I ravioli non erano di tuo gradimento?" Chiede serio voltandosi a guardarmi. Alza un sopracciglio, assumendo un'aria pensierosa.
Sussulto e indietreggio.
"Non avevo fame" mento grattandomi la nuca con fare nervoso.
"Si vede che stai mentendo" scuote la testa e indica con il dito il piatto "adesso ti siedi e mangi" ordina.
"Non sto mentendo, non ho fame"
"Non farmi perdere la pazienza ragazzina, fa come ti ho detto!"
Roteo gli occhi al cielo infastidita.
Lo stomaco inizia a brontolare così decido di sedermi su uno sgabello, il più lontano possibile da lui.
"Pensi che questo cibo sia avvelenato" mi guarda con quei suoi occhi color ghiaccio senza lasciar trapelare nessuna emozione. "Mi sei costata cinquecentomila dollari, secondo te butto via i miei soldi così?"
Affondo i denti nel labbro inferiore sentendomi una stupida.
Alzo lo sguardo e noto che mi sta fissando, mi ricompongo.
"Mangia".
Inizio a mangiare senza mai alzare lo sguardo e sento il mio stomaco ringraziare il cielo per quel buonissimo piatto.

"Ho finito " sussurro
"Ho visto, e non sei morta."
Non rido alla sua battuta.
"Non sono un'oggetto, sono una persona! Come ti è venuto in mente di proporre una cosa del genere ad Anthony?" Sbotto. Prima mi tratta come una stupida puttana e poi prova anche a scherzare?
Mi guarda senza dire niente.
"Non so cosa io abbia fatto per meritarmi questo" mi lamento sentendo una lacrima rigarmi il viso.
"Io devo andare, Noah porta la ragazza nella sua stanza". Ordina senza guardarmi nemmeno in faccia.
Dal nulla esce fuori un ragazzo alto e robusto dai capelli biondo platino rasati, la mascella importante e una lacrima nera tatuata sotto l'occhio sinistro.
Si avvicina a me strattonandomi via per un braccio.

Travis Pov's.
Entro nel casinò di Anthony con il mio completo elegante nero e mi dirigo nel suo ufficio.
Busso ignorando le occhiate languide che mi manda una rossa intenta a giocare alla roulotte insieme ad altre ragazze vestite in modo provocante accompagnate dai loro clienti vestiti con completi eleganti simili al mio.
"Avanti"
Entro nell'ufficio di Anthony.
"Mi volevi parlare?" Chiedo in modo distaccato.
"Volevo chiederti un favore" dice Anthony portandosi un sigaro cubano alla bocca.
"Dimmi"
"C'è una puttana che sta mettendo il naso in affari che non le riguardano" dice rigirando il sigaro tra le dita e buttando via il fumo. Sorride mostrando i denti gialli "e voglio che tu la faccia fuori". Sposta lo sguardo dal sigaro a me.
"Da quando devo occuparmi io delle tue puttane?" Chiedo irritato.
"Oh, ma non è una mia puttana. Parlo della primogenita di Ferdinando, il potere del padre le sta dando alla testa e ha intenzione di stringere un'alleanza con dei nostri 'nemici'. E se lei non vuole fare più parte della mia ala non ci sono problemi, può benissimo andare a fare in culo, ma non suo padre. Lui mi serve."
"Anthony, credi davvero che Ferdinando vorrà continuare l'alleanza che ha con te sapendo che sarai te l'assassino che farà fuori sua figlia?"
"Non può ribellarsi a me. Sono troppo potente, e poi... che li serva pure da lezione. Nessuno deve osare a infastidirmi".

Esco fuori dall'ufficio e la ragazza dai capelli rossi di prima mi si para davanti sbattendo le lunghe ciglia.
Alzo gli occhi al cielo.
"Non hai voglia di divertirti un po'?" sussurra leccando il lobo del mio orecchio in modo sensuale.
"Magari la prossima volta, Margot".
Dico uscendo dal locale.

Clarissa.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora