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Le ruote del furgoncino rallentano arrestandosi davanti alla maestosa villa di Travis.
"Noah, andate in garage e preparate l'attrezzatura. Potete iniziare anche senza di me" spezza il silenzio quest'ultimo causando un lungo brivido lungo la mia spina dorsale.
"Perché tu dove vai?" Chiede Ethan curioso.
"A risolvere una questione con la ragazza, a lei ho riservato un trattamento speciale".
Rimango a bocca aperta, stupita e spaventata. Cos'ha intenzione di fare?

"No! Ti prego, non fare del male agli altri" lo imploro mentre mi dimeno dalla sua presa.
Mi sta portando nella camera degli ospiti, ma non capisco le sue intenzioni. Cosa vuole fare?
"Dovevi pensarci prima di scappare"

Non riesco mai a capirlo, il suo tono di voce è sempre così piatto e freddo, distaccato e il suo viso sembra una maschera di cemento, non lascia mai trapelare niente e questo mi mette paura e soggezione.

"Hai ragione, uccidi me, non loro! Eddie e Cassandra volevano solo aiutarmi" piagnucolo.
"Ucciderti? E chi ha intenzione di ucciderti?" Domanda con uno strano sorriso.
Entriamo nella camera degli ospiti e dopo aver chiuso la porta a chiave mi spinge sul letto, cerco di alzarmi ma lui si mette a cavalcioni su di me, schiacciandomi con il suo peso.
"Travis, non sono pronta, non voglio" quasi urlo mentre cerco di togliermelo di dosso.
Mi guarda per un attimo con uno sguardo che non saprei come interpretare e con un gesto deciso strappa la mia maglietta, lasciandomi solo con il reggiseno. Tira via anche quello procurandomi un graffio sulla schiena. Si piega sulle ginocchia per togliermi i pantaloni della tuta, indietreggio spaventata coprendomi il seno nudo con le mani pensando già al peggio.
"Preferirei morire piuttosto che perdere la mia verginità con un mostro come te!" urlo alzandomi dal letto.
Serra la mascella e colpisce il mio viso con il palmo della mano, dandomi un sonoro schiaffo.
Mi porto le dita sulla guancia che sento ben presto pulsare per il dolore.
Lo guardo disgustata e indietreggio ma lui mi afferra per i capelli spingendomi sul letto.
Cado sconfitta ed indolenzita.
"Cos'hai intenzione di fare?" Chiedo mentre si sfila la cinta dai pantaloni aspettando una risposta che però non arriva.
"Travis?" Lo richiamo sentendo la paura montare sul mio petto e il cuore tamburellare come un pazzo.
Cerco di alzarmi ma una sonora frustata colpisce la mia schiena, facendomi cadere di pancia sul materasso.
Afferro un lato della testiera del letto e provando ad alzarmi ma un'altra frustata colpisce di nuovo la mia pelle nuda. Ricado indolenzita, sentendo la mia pelle squartarsi e aprirsi lasciando uscire numerosi rivoli scuri, ricoprendo la mia pelle pallida di sangue a contatto con la cinta che colpisce aumentando sempre di più con forza e violenza la mia schiena.
Sento il mio corpo bruciare ogni volta che si inarca sotto il volere di quella frusta improvvisata.
Una lacrima riga il mio viso e nella stanza riecheggia solo il rumore dei miei singhiozzi soffocati dal cuscino e dalle frustate.
"Non prenderti mai gioco di me, ragazzina" dice con tono gelido, dandomi un'altro colpo di cinta, più forte e deciso degli altri. Cado stremata sul materasso e perdo i sensi sentendo la mia pelle bruciare per tutti i colpi presi, bruciare come il fuoco contro la mia carne lasciata nuda e ferita.

Mi risveglio sentendo qualcosa di umido poggiarsi delicatamente sulle mie spalle, provo a tirarmi su spaventata ma non ci riesco, il dolore alla schiena è insopportabile, è come se un grosso elefante ci sia passato sopra frantumando le mie ossa.
"Tranquilla, rilassati. Sono Noah, sto medicando le tue ferite prima che facciano infezione" sussurra bagnando un batuffolo di cotone con del disinfettante "ma ti avviso, brucerà un po'"
"Grazie" sussurro stringendo i denti sentendo il batuffolo posarsi sulla mia pelle.
"Abbiamo quasi finito!" esclama "Beh, posso dire di aver fatto un buon lavoro" scherza facendo un paio di giri con una fascia coprendo i tagli.
Sorrido dolcemente, confusa e stupita dal suo comportamento.
"Come ti senti?" Domanda alzandosi dal letto.
"Bene"
"Non mentire, puoi parlare e sfogarti con me se vuoi" dice facendo trapelare dal suo viso un'espressione di sincera preoccupazione.
"Mi sento una nullità, sono costretta a subire e mi sento debole, non sopporto più questa situazione. Mi chiedo che fine abbiano fatto i miei due amici. Travis gli avrà riservato il mio stesso trattamento o gli avrà uccisi senza farli soffrire? Mi si rivolta lo stomaco, lo sento contorcersi e mi viene da vomitare al solo pensiero che loro possano aver provato quello che ho dovuto subire io a causa mia"
"Posso solo dirti che con te è stato molto più 'dolce', però sono vivi"
"Davvero?!" Esclamo felice.
"Sì"
Per un attimo sento il peso che opprime il mio petto farsi più leggero, lasciandomi respirare. Tiro un sospiro di sollievo e uno stupido sorriso si forma sulle mie labbra.
I miei due migliori amici sono vivi.

Clarissa.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora