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Cassandra Pov's.
Ethan rigira il coltello nella mia coscia guardando con un ghigno divertito il sangue che esce dalla ferita sporcando il pavimento del garage.
Vengo invasa da mille brividi sentendo la temperatura farsi sempre più bassa e il mio corpo è pervaso da tremori e sussulti dovuti alle pugnalate di Ethan che si fanno sempre più profonde.
Provo ad implorarlo con gli occhi, sperando che provi un minimo di compassione e che la smetta di torturarmi in questo modo, ma il dolore che mi procura sembra divertirlo parecchio.
Serro i denti sul fazzoletto che mi ha costretto a mettere in bocca e la corda che ha legato su di esso per tenerlo fermo soffocando le mie grida in lamenti di dolore non appena butta del sale grosso sulle ferite che ha appena procurato, premendo con il dito nella carne aperta. Il bruciore e il dolore che provo è insopportabile, mi dimeno da sopra la sedia, cerco di sciogliere le corde che legano le mie mani ma non ci riesco. Inizio a piangere esausta, sentendo le forze che mi abbandonano lentamente.

Le palpebre iniziano a farsi sempre più pesati e pian piano la stanza diventa meno nitida, la vista mi si offusca e respirare inizia a diventare difficile. Penso a Clarissa e il senso di colpa inizia a mangiarmi da dentro, non dovevo costringerla a scappare. Sono stata una stupida, ho cercato di salvarla non capendo che in realtà così facendo non stavo facendo altro che peggiorare la situazione in cui si trovava. Sorrido malinconica immaginando i suoi occhi verdi.

Ethan si stacca da me solo quando Travis fa il suo ingresso nel garage. Riesco a vedere Eddie privo di sensi legato su una sedia e non riesco a capire se respiri ancora o meno. Una  fitta si fa largo nel mio petto al solo pensiero che lui non c'è l'abbia fatta a sopportare tutto questo.
Travis si avvicina a me con passo lento, scioglie le corde che mi tengono stretta e toglie il fazzoletto dalla mia bocca.
"Cassandra ho una sola domanda da farti e la vita di Eddie e la tua dipendono dalla tua risposta"
Inizio a provare un certo timore non appena i miei occhi incontrano il suo sguardo gelido.
"Dimmi"
"Di chi è stata l'idea di questa pagliacciata?"
"È stata mia l'idea di far scappare Clarissa da questo posto, lei non voleva" rispondo sincera.
Travis annuisce con il capo e si allontana da me lasciandomi sola nel garage con Eddie e Ethan.

Travis Pov's.
Apro una bottiglia di whisky e verso il liquido nel bicchiere. Inizio a bere pensando a quanto stupida possa essere quella ragazza.
Perché mi ha mentito? Cosa gli costava dirmi che non è stata sua l'idea di scappare via da qui?
Sento il whisky scendere nella mia gola, chiudo gli occhi lasciandomi affogare nei ricordi.

"È solo un bambino, alla sua età l'unica cosa che dovrebbe conoscere è l'amore, Alexander!" Urla mia madre stringendo mia sorella tra le sue braccia.
La sua collana di perle riempie il pavimento, la cena rovesciata e i piatti rotti sul tavolo ribaltato contro la parete riempiono la mia visuale.
Stringo la pistola che mio padre mi ha dato tra le mani ignorando il tremore che mi percuote violentemente.
"È mio figlio, nel suo sangue circola il sangue dei Winkler, deve farsi valere, non deve essere un rammollito come quella puttana di sua madre"
"Ha solo sette anni!"
Mia madre si alza dal pavimento e prova a trascinarmi dietro la sua schiena per potermi difendere da mio padre ma uno schiaffo la fa rimanere di sasso lasciandola impietrita sul posto.
"Travis, figliolo! Oggi tuo padre ti insegnerà ad usare una pistola. Non sei contento?" Mi chiede come se nulla fosse successo, fissando le sue iridi sulle mie con uno sguardo che oscilla tra il divertimento e l'eccitazione alla rabbia e l'ansia incontrollata.
Sposto lo sguardo a mia madre che stringe tra le braccia Evelyn e mi sforzo a non piangere, non posso mostrarmi debole agli occhi di mio padre. Sposto lo sguardo da mia madre all'uomo che più ho odiato in tutta la mia vita e con un tono freddo rispondo "sì"
"Bene, scegli allora: Margaret o Cristine? Su chi vorresti provare?"
Domanda indicando le due cameriere.
"Preferirei iniziare con qualcosa di più semplice, tipo delle lattine" propongo per dissuaderlo da quella folle idea.
Il sorriso ben presto scompare dal suo viso lasciando un espressione carica di rabbia trasformando i suoi lineamenti duri.
"Delle lattine?! Brutto bastardo, in tutti questi anni non ti ho insegnato proprio niente?" Urla carico di odio.
Afferra i miei corti ricci con una mano e inizia a riempirmi di pugni nello stomaco piegandomi su me stesso.
Mia madre mi si para davanti "Non toccare mio figlio!"
Urla prendendo coraggio.
"Donna, non ti mettere in mezzo"
"Tu non tocchi Trav-" ma mio padre non gli lascia nemmeno il tempo per finire di parlare che un pugno colpisce lo zigomo di mia madre facendola cadere a terra. Si sfila la cinta dai pantaloni e con uno sguardo da psicopatico si volta a guardarmi "Figliolo, guarda cosa succede a chi osa disubbidire ad un Winkler, guarda e impara" dice mentre con la cinta colpisce la schiena di mia madre frustandola e spiegazzando il suo vestito di cotone rosa che ben presto inizia a prendere le sfumature del sangue rosso.

Senza neanche accorgermene finisco tutta la bottiglia di whisky e mi lascio andare sulla poltrona del mio studio, deluso ed incazzato con me stesso.

Clarissa.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora