(INIZIO SEQUEL) Capitolo 42

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Y/n's pov

<Y/n! Vai ad aprire la porta?> chiese come al solito quella voce squillante che mi da sui nervi. Alzai gli occhi al cielo e andai ad aprire. Appena aprii la porta spalancai gli occhi e sul mio viso si formò un sorriso a trentadue denti. <Amore!> risposi abbracciandolo.

Lo sentii sorridere. <Ti sono mancato così tanto?> chiese lui. Risi leggermente per poi staccarmi e lasciargli un bacio a stampo su quelle labbra che tanto amo. <Si. Mi sei mancato davvero taaantissimo!> gonfiai le guance.

Lui rise leggermente mostrandomi quel suo sorriso da volpe. Lo presi per mano e lo trascinai dentro. <Vieni, andiamo in salone?> chiesi, e lui annuì dopo essersi tolto le scarpe. <Caro! Sei venuto a farci visita? Come stai?> chiese mia mamma. <Si, sono venuto per trovare voi e soprattutto la mia amata...> sorrise lui guardandomi. <Dai mamma lascia stare Jake... vieni> (non è il jake degli Enhypen) dissi prendendo la mano del mio ragazzo è trascinandolo in salone, lontano da mia mamma.

Ci sedemmo sul divano e accendemmo la televisione guardando quello che capitava, <Amore> mi voltai curiosa, lui si avvicinò e mi diede un bacio a stampo. Sorrisi nel bacio e lo prolungai un po', ma fummo interrotti da mia madre, che ci aveva appena preparato dei dolci pur sapendo che a me non piacciono molto, ma li mangiai solo per fare compagnia al ragazzo che amo.

<Vi ho fatto i dolci che vi piacciono tanto!> era super felice di sé. Non conosceva nemmeno la figlia, la figlia che aveva spedito in Corea a cui è stato spezzato il cuore. La odio, la odio perché appena tornata, in Italia, mi ha sgridato in una maniera feroce. Come se fosse stata colpa mia.

Se fosse stato per me non avrei mai abbandonato quell'ufficio, non lo avrei mai abbandonato. Ma la vita riserva sempre qualcosa di diverso da come vorresti che vada tu. Scossi la testa e feci la finta felice.

Presi un pasticcino che neanche avevo voglia di mangiare, ma lo feci. Mia madre se ne andò dal salone e io mi misi più comoda, poggiando le gambe su quelle del mio ragazzo.

Lui mi poggiò una mano sulla coscia e sorrisi. Mi mancavano questi gesti. Jake non li fa quasi mai. È molto più delicato, non come qualcun altro. Erano passati tre anni da quando sono tornata, e ho sempre evitato di sentire le loro notizie. O per lo meno... le sue. Jessi e le altre sono rimaste un gruppo, l'unica che se ne è andata sono stata io, però ci teniamo sempre in contatto. SEMPRE.

<Amore a cosa pensi? Vuoi fare qualcosa?> chiese e mi ricollegai alla vita vera. Alzai lo sguardo e sorrisi leggermente. <No, nulla tranquillo... ti va di uscire un po'? Se aspetti vado a prepararmi in fretta e poi ci sono! Ok?> chiesi e lui annuì. Sorrisi e mi avvicinai per stampargli un bacetto a stampo. Era davvero un ragazzo d'oro.

Mi alzai ma lui mi prese per un polso e mi fece rigirare. Si alzò e mi posò le mani sulle guance e infine mi baciò più appassionatamente. Rimasi stupita ma ricambiai, il bacio stringendo tra le dita i lembi della sua maglietta. Si staccò per mancanza di ossigeno. <Ti amo, fai presto> disse e sorrisi per poi volare in camera.

Entrai e mia sorella mi guardava come al solito inorridita. <Cosa?> chiesi confusa andando verso il mio armadio. <Possibile che ti piacciano solo gli asiatici? Come hai fatto a trovare un cinese in questo posto?> chiese riferendosi a Jake. Alzai gli occhi al cielo e la ignorai.

Mi dava davvero tanta noia la sua parte menefreghista. Jake l'ho conosciuto a scuola. Era appena finito il Covid e siamo potuti tornare a scuola, lui era uno studente nuovo. Essendo cinese tutti gli stavano alla larga, lasciandolo solo. Così la stessa mattina feci cambio di posto con il ragazzo che stava accanto a lui, che non faceva che insultarlo, e mi misi accanto a Jake. Siamo diventati subito amici, e dopo un anno e mezzo ci siamo messi insieme.

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