Capitolo 46

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La sveglia assordante mi fece ritornare in "vita" dal mondo dei sogni. -mmmh...- mugugno qualcosa il ragazzo ancora abbracciato a me. Allungai il braccio libero, e spesi la sveglia sul cellulare. Guardai l'ora di di esso, e mi resi conto che era tardissimo. Erano le 11 di mattina, e non sembrava esservi nessuno a casa, se non noi due.

Noi due che... Ieri sera abbiamo ripreso ciò che avevamo fermato tempo fa, ciò che era ed è il nostro amore. Sorrisi leggermente, e dopo essermi girata leggermente, gli lasciai un bacio sulla guancia. -È tardi... Kook svegliati, gli altri non ci sono, almeno, non sembra- dissi cercando di liberarmi dalla sua presa possente. Nel corso degli anni, vedo che è diventato ancora più forte di quanto non lo fosse già.

-Non andartene, non lasciarmi di nuovo...- mi strinse e nascose la testa nell'incavo del mio collo, lasciandoci un bacio casto. Rimasi senza parole. -Non ho la minima intenzione di lasciarti a quel ragazzo di ieri. Non permetterò più a nessuno di separarci, e allontanarci. Y/n, non lasciarmi- disse lasciandomi sempre di più senza parole. Boccheggiai in cerca di aria, ma mi era pressoché impossibile. Portai le mani, libere, sulla sua chioma ritornata scura, e lo accarezzai. Gli lasciai un dolce bacio sulla cute. -Resterai con me, veramente stavolta?- chiesi dal nulla. Azzerai le mie carezze, voleva una conferma, volevo essere sicura di stare per cambiare di nuovo tutta la mia vita, di nuovo, e forse effettivamente con il ragazzo che amo. Lui non rispose, mi staccai di forza e mi alzai. Se mi amava tanto perché non poteva dirmelo davvero? Perché non mi poteva dire che sarebbe stato con me, veramente, senza nessuna interruzione, senza il minimo accenno ad abbandonarmi di nuovo.

Mi portai una mano tra i capelli, e per la frustrazione del momento me li scombinati più di quanto non lo fossero già. L'altra mano era poggiata sul fianco, coperto dalla leggera canottiera, che era ancora più stropicciata per la notte passata a scambiare effusioni amorose con lui. Entrai in bagno e chiusi la porta. Mi guardai allo specchio, mi sciaquai la faccia, lavai i denti, e diedi una spazzolata alla mia chioma ancora più lunga e folta, di capelli castani chiaro.

Uscii dopo aver finito il tutto, e tornai in salone. Era seduto. Le mani incrociate, i gomiti poggiati sulle ginocchia, e un espressione seria, forse triste e preoccupata, ma non riuscivo bene a capirlo. Era bravo a non fare trapelare le sue emozioni. Era bravo, come lo è stato con me , quella volta.

Sospirai e mi sedetti accanto a lui. -Scusami- disse lui interrompendo il silenzio. Mi voltai verso di lui. -Non avrei dovuto esitare. Non avrei dovuto fare scena muta alla tua richiesta. I-io non lo so. Non so se ti renderei felice. Per stare con te, probabilmente lascerei anche il lavoro- rise amaramente. -Cosa che ho provato a fare. Volevo fermarti dal tornare qui, volevo evitare di ferirti. Le lacrime... Non devono nemmeno sfiorare il tuo viso, o i tuoi occhi che- che... Mi hanno fatto innamorare di te. Ma non ho potuto. Sono egoista, è vero. Ma non potevo permetterlo. Non potevo permettere che tutti gli altri ci andassero di mezzo, solo... Solo perché mi sono perdutamente innamorato di una ragazzina- posò lo sguardo su di me. Aveva gli occhi lucidi.

Ricordavo perfettamente quel momento. Ed era una delle cose che più odiavo di me. Ricordare.

Tre anni prima~

-Vieni a provare?- chiese Giusy indicando con una mano la grande porta della sala prove. Sorrisi ma negai. -Kookie mi deve parlare... Ultimamente è strano- non lo so, sembra preoccupato per qualcosa...- dissi sottovoce trapelando il mio stato d'animo, davvero in stato di crisi. Non capivo cosa stesse succedendo al ragazzo che amavo, e questo mi turbava. -Magari sta preparando una serata tra voi per sai... Il tuo compleanno- disse sorridendo in modo pervy. Negai divertita, -Manca ancora una settimana al mio compleanno, perché dovrebbe essere preoccupato adesso? Vabbè, corro, buone prove, e di alla mammina di non stancarsi. Che domani abbiamo la visita ginecologica- dissi assicurandomi che lei glielo riferisse. Annuì tranquillizzandomi e mi salutò con un gesto della mano, per poi entrare. Mi voltai e corsi verso l'ufficio del mio ragazzo. -Amore~- lo richiamai entrando in stanza. Era seduto con le mani incrociate tra loro. Appena mi vide la sua espressione non cambiò in meglio, anzi, sembrò addirittura peggiorare. Chiusi la porta confusa e andai verso di lui. Mi sedetti al suo fianco e mi avvicinai per cercare di dargli un bacino. Ma, si spostò.

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