DONNA SERPENTE

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Sono passati sette giorni da quella notte.
Ogni volta che vado in sala comunque, e guardo quella poltrona, non riesco a non sorridere.
"-Se vuoi possiamo rifarlo-" mi bisbigliava all'orecchio Tom.
Mi stuzzicava sempre.
"-Tom abbi la cortesia di non tentarmi-"
"-Perché?-"
"-Perché altrimenti sono capace farlo anche adesso, davanti a queste povere teste di cazzo-"

Iniziò la solita vita monotona a scuola.
Tom quest'anno non aveva intenzione di combinare guai, e io mi annoiavo a morte.
Una delle poche cose che sono riuscita a fare è stato dare una punizione a Corinne.

Come aveva previsto, siamo diventati capi scuola.
Tutti ci guardavano ammirandoci.
Chissà cosa pensano che noi diventeremo.
Due menti così, in mano alla cattiveria.
Se lo sapessero non ci guarderebbero più in quel modo.
Penserebbero che il nostro pensiero è sbagliato, che le nostre azioni siano sbagliate.
E che il nostro genio è sprecato.
Uno spreco?
Perché?
Cos'è giusto, e cos'è sbagliato?
Chi l'ha deciso?
Chi ha voluto distinguere le due cose?
Perché dovrei fare del bene?
Perché dovrei passare la mia vita ad aiutare qualcuno?
Io sono una serpe.
Tutti pensano questo quando dico di che casa faccio parte.
Allora perché dovrei usare il mio genio a favore delle persone che mi ritengono impura, solo per la mia appartenenza.
È vero io non sono mai stata una persona "buona" e non vorrò mai esserlo.
Sapete perché?
Io almeno non sono patetica.
Io so cosa voglio.
Ho un identità.
Una personalità.
Ho un ideale.
Possono essere sbagliati, non condivisi, ma non me ne frega un cazzo.
Non ho il bisogno di essere capita.
Non ho il bisogno di essere circondata da gente che mi ama.
Non voglio essere come gli altri.
Facendo finta che il potere, la malizia, e infrangere le regole non mi piaccia.
Non voglio vivere per tutta la vita fingendo di essere ciò che non sono.
Adesso indosso la maschera della brava ragazza per uno scopo ben preciso.
Ma appena avrò la possibilità di toglierla, non risparmierò nessuno.
E vi insegno una cosa.
Tutti.
Ogni singola persona è cattiva.
Anche tu.
Perché ognuno di noi nella propria vita ha pensato, anche solo per un attimo, di fare qualcosa di moralmente sbagliato.
Ognuno poi fa la sua scelta.
Per questo esistono le case ad Hogwarts.
Perché tutti siamo caratterizzate da bene e male, solo che quando cresci scegli da che parte stare.
Però le serpi siamo solo noi.
Siamo i cattivi di ogni storia.
E visto che la visione sarà sempre questa, vi darò una buona ragione per pensarlo.
Io otterrò quello che voglio da sola con i miei sforzi.
E tutti saranno fedeli ad una donna serpente.

Le lezioni erano finite.
Io e Tom ci dirigemmo in biblioteca.
Amo l'odore dei libri.
E amo scoprire cose nuove.
Infatti sono già avanti di non so quante lezioni.
La voglia di leggere me l'hanno trasmessa i miei genitori.
-Isabella- bisbiglia una ragazza.
Mi giro verso di lei -Ross dimmi-
-Mi potresti aiutare con questo capitolo per favore?-
-Certo fammi vedere-

Che rottura di palle.

-In realtà è più semplice di quel che sembra..- inizio a spiegare.
In molti si avvicinano per ascoltarmi.
Ero al centro dell'attenzione.
L'unico lato positivo.

Tom era di fronte a me, continuava a leggere, sorrideva beffardo, e ogni tanto lanciava delle occhiate divertito.
Quando finii di spiegare, tutti mi fecero i complimenti.
-Sai Isabella saresti perfetta come professoressa! Grazie mille per la spiegazione-
-Di nulla!- le sorrido.

Professoressa? Con la pazienza che ho? Crucio al primo "non ho capito".

-Posso prenotare delle lezioni private?- mi dice Tom.
-Per te sono sempre disponibile- sorrisi maliziosa.
-Fare la professoressa non sarebbe male-
-Non dirlo neanche per scherzo! Lavorare con dei marmocchi!? Giammai!-
-I tuoi genitori sarebbero fieri di te-
-I miei genitori vogliono quello che voglio io. E ti assicuro che nel mio futuro non c'è una cattedra-

Tornammo in sala comune.
Durante il tragitto andai a fare una scorta di erbe e ingredienti per varie pozioni.

Eravamo nel corridoio, eravamo quasi arrivati vicino alla porta.
-Tom devi studiare?-
-No Isabella non mi va di giocare adesso, si paziente e aspetta stasera-
-Perché pensi sempre che abbia un doppio fine?-
Lui si gira verso di me, mi prende la vita e mi sbatte al muro.
Passa la sua mano dalla vita, al mio collo costringendomi a guardarlo -Vorresti dire che non è così!?-
-Passo sempre io per la malata di sesso, eppure, mi sembra che tu reprima la voglia di farlo-
-Pensi di manovrarmi?-
-No dico solo quello che penso, sei solo paranoico Tom-
Mi prende il polso e inizia a camminare.
Mi libero dalla presa, mi avvicino a lui, e gli sussurro all'orecchio -Non sono più disponibile, vatti a cercare una puttana, tanto non hai problemi sbaglio?- lo spingo, e me ne vado.
-Isabella..- rimase fermo -Isabella..-

Ma io me ne andai.
Non lo ascoltavo nemmeno.
Dovevo sempre essere io quella sottomessa.
Mi sono stancata.
Per anni sei stato tu ad avere il controllo perché io te l'ho permesso.
Ma io non sono uno strumento, e non puoi usarmi a tuo piacimento.
Mi dispiace Tom.
Ma imparerai ad essere rifiutato.
E che non puoi controllare tutti a tuo piacimento.
Anzi, non puoi controllare me.

23 ottobre 1935
Ho nove anni, sono nella mia stanza.
Tutti stanno dormendo.
Ho preparato tutto.
Scendo giù per le scale.
Quando all'improvviso una mano mi blocca per il collo del vestitino.
-Dove stai andando?-
-Lasciami!-
-Cosa credi di fare Isabella?-
-Non devo dare conto a te vecchio!-
Mi girò guardandomi negli occhi -Se è quello che vuoi bambina mia, vattene! Tanto non sei mai stata la nostra vera figlia!-
-E voi non siete mai stati i miei veri genitori!- mi diressi verso la porta -Diventerò la strega più potente che il mondo abbia mai visto. E i primi sulla lista delle persone che farò fuori, siete voi!-
Me ne andai.

Questa era la sensazione di essere liberi.
In questi nove anni sono stata cresciuta da una famiglia che non c'entra niente con me.
Due genitori tassorosso, mi chiedo come sia potuta nascere io.
Hanno sempre cercato di cambiarmi, e non hanno fatto altro che aumentare la mia voglia irrefrenabile di fare guai.

Vagavo per le strade facendo finta di essere addolorata e di piangere.
Da un mese controllavo una famiglia.
Era ricca, purosangue, e avevano i miei stessi ideali.
Due persone unite che non hanno mai potuto avere figli, erano le prede perfette.
Conoscevo ormai ogni loro abitudine.
Mi appostai davanti al cancello della loro villa.
Quando li vidi tornare a casa, è iniziato il mio palcoscenico.
-Piccola cosa succede?- disse allarmata la donna.
-Non mi v-vuole più nessuno!- dico chiudendo gli occhi per dormire, fingendomi sfinita.
-Jamie portiamola dentro!-
-Si amore- disse l'uomo prendendomi in braccio.

Il giorno dopo dissi che mio padre mi aveva abbandonato perché non sopportava la morte di mia madre.
Aggiunsi che negli ultimi tempi era violento, mostrando dei lividi sulle braccia che mi ero creata da sola.
Credettero a ogni parola.
Com'è manovrabile la mente delle persone.
Per rendere il tutto più credibile, dissi che apprezzavo l'ospitalità ma che non c'era il bisogno di addossarsi un problema come me.
-Da oggi farai parte della nostra famiglia Isabella-
-Ve ne sono grata-

Quindi Tom se pensi di potermi manovrare ti sbagli di grosso.

[SPAZIO AUTRICE]
Se ti è piaciuto almeno un po' ti va di votare⭐️
Una parte del passato di Isabella.
Ve lo aspettavate?
E del suo pensiero? Cosa pensate? Siete d'accordo con lei?
Vi è piaciuto il capitolo?🥰
CI VEDIAMO AL PROSSIMO♥️✨

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