Cari lettori ben tornati.
Scusate la troppa attesa.
Spero di esservi mancata.
Buona lettura.
🖤~
Anno 1938.
Tic tac.
Tic tac.Questo è il suono che Isabella sentiva nella sua testa.
I ricordi scivolavano nella sua memoria come la prima volta - sette anni prima - al binario nove e tre quarti.
I ricordi della bella Londra.
I ricordi di quell'orfanotrofio.
Di quel bambino.
Quel fastidioso bambino che l'aveva trattata con indifferenza.
In quel momento era lì, davanti ai suoi occhi, che aspettava di entrare nel treno diretto alla scuola di magie e stregonerie di Hogwarts.
Indossava un vecchio maglione infeltrito, un pantalone dritto che sembrava troppo largo per quell'esile corpo, e delle scarpe rovinate.
Era solo.
Non sembrava soffrirne.
Era serio, nonostante lo sguardo curioso che squadrava ogni angolo.
La vide.
Alzò un angolo della bocca e salì in carrozza.
Isabella interpretò quel gesto come per dire: <<"Alla fine non eri tanto speciale come credevi">>.O almeno, questi erano i pensieri di Isabella da quando il professor Silente disse a Tom di essere speciale.
Poi pensò a quello che lui aveva visto dalla sua prospettiva.
Lei aveva una gonna plissettata, una camicia con un maglione sopra, delle calze e delle mary jane con un fiocco; tutto rigorosamente nuovo, e con le misure giuste.
Lei non era sola.
Era accompagnata dai suoi genitori, che la tenevano per mano, aiutandola con il baule.È sempre stata la loro grande differenza.
"Chissà cosa avrà pensato di me".
La sua più grande paura.
E forse a distanza di anni, anche la sua rovina.Passò davanti alla sua cabina.
Solo.
Fissava i genitori degli altri, fuori dal finestrino.
Isabella si chiedeva spesso se Tom avesse mai voluto provare l'affetto di un genitore, se ne sentisse almeno la necessità.
Ma la risposta era che Tom si compensava nella sua costante solitudine.
Lui e i suoi pensieri.
Dopotutto, aveva trascorso la sua infanzia in quel modo.
Lei invece lo voleva.
Voleva sentirsi apprezzata.
Voleva sentire la sicurezza.
Voleva un po' d'amore.
Ma quando le venne dato, cominciò a non fidarsi.
Anche il suo vero padre all'inizio la trattava bene, però poi aveva abusato di lei, l'aveva picchiata, costretta a ingozzarsi, insultata."Forse sono tutti così.
Forse Tom l'ha capito prima di me.
Forse si era comportato in quel modo perché in fondo siamo uguali."<<"Non sapevo che Hogwarts accettasse anche gli orfani">> disse con arroganza.
Lui non rispose.
Si limitò a fissarla con il suo solito sguardo serio, che agli altri incuteva paura, mentre Isabella sembrava guardarsi allo specchio.
<<"Non mi riconosci?">> gli disse sedendosi di fronte a lui.
<<"Dovrei?">>.
Il fuoco divampò dentro di lei, ma non fece trapelare emozioni dal suo viso <<"Certo, non ricordi? Sono l'unica bambina che ti teneva testa in orfanotrofio">>.
<<"La fastidiosa Isabella dai lunghi capelli neri">>.
<<"Ci troviamo sulla stessa strada, un'altra volta. Destino?">>.
<<"Non è il destino che ti ha fatto scegliere di sederti nella mia cabina">>.
<<"Al contrario, credo che ti sbagli. Sai quante possibilità avevi di essere qui? Nessuna. Invece guardati. Tutto sorridente per aver scoperto di essere un mago. Questo Tom, è destino. Una cosa che non viene messa in conto">>.
<<"Beh allora spero che il destino mi dia un motivo">>.
<<"Non stai a genio nemmeno a me">>.
<<"Allora perché non te ne vai!?">>.
<<"Perché è quello che vuoi. E io amo dare fastidio">>.
Così fece, e lui come lei.
Rimasero in silenzio ad osservarsi.
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Male senza fine
Fanfiction~"Siete davvero sicuri di conoscere tutta la verità? Sciocchi. Vi hanno mai raccontato cosa è successo nel passato? Vi hanno mai spiegato come si sono susseguite le vicende? Vi hanno mai reso partecipi del lato più oscuro della storia? Avete conosci...