RIMORSI

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Cari lettori ben tornati.
Scusate la troppa attesa.
Spero di esservi mancata.
Buona lettura.
🖤

~

<<Ciao Isabella>> la voce di una ragazza disturbava la quiete <<Abbi un po' di rispetto per i morti>>.
Isabella aprì gli occhi ritrovandosi nel buio.
Era in piedi, forse sospesa nel vuoto, non sapeva descriverlo.
<<Chi sei?>> domandò allungando le mani per trovare un muro di appoggio.
<<Una vittima!>> gridò <<Non mi riconosci? Non riconosci le mie urla di dolore?>> la sua voce rimbombava.
Isabella dovette tapparsi le orecchie <<Ti prego basta!>>.
<<Addio>> disse beffardamente.
A Isabella iniziò a mancare l'aria, e si rese conto di avere una corda al collo; cercò subito di allentare la presa senza avere però risultati.
All'improvviso davanti a lei comparve uno specchio illuminato.
E vide il suo viso bianco impaurito, i piedi che calciavano l'aria, le mani che non avevano più forza e dietro di lei vide Katrine.
<<Io non voglio che tu muoia. Sarebbe troppo semplice per scappare dai problemi. Tu devi vivere continuando a soffrire>> si mise davanti allo specchio <<Dopotutto, mi hai ucciso per sopravvivere. Sei davvero convinta di non avere una scelta Iz? Oppure hai solo paura?>>.
<<K-katrine>> disse in modo strozzato.
<<Non ti piace stare sospesa?>> sorrise <<Queste sono le conseguenze delle tue azioni>>.

<<Basta!>> Isabella si svegliò urlando.
aveva l'affanno, si mise una mano sul petto, sentendo il suo cuore battere velocemente, e si alzò a mezzobusto.
Aveva paura di guardarsi intorno perché non voleva ritrovasi in un altro incubo con Katrine faccia a faccia.

"È impossibile, Katrine è morta" si ripeteva, ma la testa ormai iniziò a trasmetterle le immagini di quel corpo che usciva da sotto il letto, come se vi fosse il mondo dei morti ad aspettarla.

<<Incubo?>> era Tom affacciato alla finestra a guardare la pioggia.
Nella stanza non c'era nulla a fare luce, solo i lampi del brutto temporale che vi era fuori, rendendo la figura di Tom inquietante.
Non le degnava di uno sguardo.
Teneva appoggiati i gomiti sul davanzale della finestra, standosene un po' inclinato, e aveva gli occhi fuori, distanti dalle mura del castello.
Era troppo pensieroso.
Isabella fece scivolare la mano dal petto al collo <<Si..si era solo uno stupido incubo>>.
<<Ti stavi lamentando prima>> altro lampo.
<<Ti ho svegliato?>> disse spostando le coperte.
<<No, non riuscivo a dormire>>.
Rimasero in silenzio per un po'.
Isabella si alzò dal letto per accendere le candele sui comodini, prima il suo e poi quello di Tom.
<<Hai paura?>> le chiese Tom.
<<Mi infastidisce il non riuscire a vedere cosa ho intorno>> disse soffiando sul fiammifero ormai carbonizzato.
Con il calore della luce di quel piccolo fuocherello, Isabella vide l'angolo della bocca di Tom alzato in un sorriso divertito.
<<Finalmente una risata. Sembravi una statua di ghiaccio>> posò il pezzetto di legno in un piattino sul comodino.
<<Ti senti potente?>> finalmente si voltò verso di lei.
<<Perché dovrei?>> si avvicinò.
<<Perché ho sorriso per te>>.
Un tuono rimbombò nella stanza, come se quelli fossero i battiti del cuore di Isabella <<Tom..>>.
<<La tua voce mi dà fastidio sai. Hai questo tono di superiorità, composto da una voce chiara, a tratti bassa e sempre, insopportabilmente calma, anche quando sei nervosa o arrabbiata. La fai diventare solo un po' più profonda quando vuoi scopare. Ma infondo fa parte della tua farsa, lo sguardo giudicante, la voce profonda, le mani ben curate, e i vestiti atti a suscitare invidia>>.
<<Sono la tua copia Riddle. Ti stai guardando in faccia e non ti sopporti>>.
<<Dimenticavo il tuo spiccato senso dell'umorismo>> abbassò la testa leccandosi le labbra che formavano un'altro sorriso.
<<Almeno uno dei due si diverte>> si appoggiò sul davanzale guardando la sua ombra a terra <<Posso..farti una domanda Tom?>>.
<<Se la mia risposta ti manderà a letto, si certo>>.
<<Riddle, è inutile che fai finta di odiarmi>> incrociò le braccia e lo guardò amareggiata.
<<Sono solo infastidito dalla tua presenza>> la guardò sorridendo.
<<Cosa hai provato, la prima volta che hai ucciso?>> andò dritta al punto.
Un lampo illuminò i loro volti.
Lui ci pensò un attimo, si guardò le mani e rispose <<Adrenalina. Stupore. Una sensazione strana. Ho sentito una sorta di potere nelle mie mani. Dopotutto, hai deciso per la vita di qualcun altro, sei come un Dio>> rispose facendo un leggero sorriso <<E nessuno va contro le decisioni di un Dio>>.

Male senza fineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora