Shores of Silence 6.2

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Jelena POV

Da quando sono tornata a casa, non ho fatto nulla. Mi sono limitata a fissare un punto vuoto, come se fossi una persona depressa. Ho cercato di capire cosa mi stesse succedendo, mi sono fatta mille domande. Ma la verità è che non c'è risposta. Il discorso di quel ragazzo arrogante mi ha colpita più di quanto avrei mai voluto ammettere. Perché? Non lo so ancora, il mio cervello non è riuscito a processare bene tutto.

La conclusione che sono riuscita a raggiungere, però, è che devo superarlo. Ho passato momenti peggiori, e non lascerò che un ragazzo mi abbatta.

Prendo il telefono, vedo due messaggi:

Maya ♾️:
Joshua mi ha detto tutto... se hai bisogno, vengo sotto casa tua in meno di tre secondi.

Madison ♾️:
Sono con Maya... possiamo venire da te?

Decido di rispondere solo a Madison, visto che Maya è con lei e non ha senso rispondere a entrambe. Le scrivo che le aspetto.

Il problema è che mi sento uno schifo. Peggio del solito. Devo sistemarmi un po', altrimenti non posso riceverle così.

Le mie amiche ci metteranno poco ad arrivare, quindi devo fare in fretta. Non mi vergogno di farmi vedere in questo stato, ma mi vergogno di farmi vedere in questo stato per colpa di un ragazzo. C'è una differenza.

Mi faccio una doccia fredda e in cinque minuti sono già vestita. Vado sul sicuro, comoda come sempre. Pantaloni di tuta bianchi, una maglietta oversize grigia della Gucci e calzini bianchi. Niente trucco, solo un po' di profumo e pettino i miei capelli, che sono l'unica cosa che davvero mi piace di me. Perfetti, senza doppie punte, morbidi, lucidi e profumati. La natura mi ha dato loro e non posso fare a meno di ammirarli.

Non ho nemmeno il tempo di finire di sistemarmi che il campanello suona. Scendo le scale e vado ad aprire la porta. Le mie due amiche sono già davanti a casa.

"Hey, come stai?" mi chiede subito Maya, preoccupata.

"Rilassatevi, è solo un ragazzo. Non sono questi i veri problemi della vita. Sì, ci sono rimasta male, ma ho passato di peggio." Spiego velocemente, prima che inizino a bombardarmi di domande. Ho vissuto nel dolore tutta la vita, Asher Anderson è solo uno dei tanti che vengono e vanno.

"Lo sappiamo, ma tu sei la nostra piccolina, sei così sensibile. Basta poco per farti del male," mi abbraccia Madison. Non potrei desiderare amiche migliori.

"La cura per ogni cosa è Netflix. Prepariamo le coperte, tanto cibo e ti sentirai meglio, fidati." Maya mi guarda negli occhi e mi appoggia una mano sulla spalla per confortarmi.

Mentre le mie amiche vagano in cucina alla ricerca di cibo, io mi siedo su uno sgabello, appoggiando la testa sulla mano. Non riesco a togliermi dalla testa quel pensiero. Io e lui non siamo niente, e non lo saremo mai, ma quel 'rifiuto' mi ha colpita. Non credo che sia colpa di Asher, come ho già detto, è solo uno dei tanti. Il problema sono io. Mi sento rifiutata da tutti, i miei stessi genitori non mi hanno voluta. Io e Jace siamo nati per errore. I miei genitori erano giovani e inconsapevoli. Mia madre aveva 17 anni e mio padre 20. Per loro siamo stati una sveltina finita male. Lei non ha sopravvissuto al parto dei gemelli, mentre mio padre... è praticamente sempre assente.

Quando hanno preparato un sacco di cibo che potrebbe bastare per un mese, ci sistemiamo in salotto, davanti alla TV. L'unica serie che riesce a farmi sentire meglio è The Originals. È uno spin-off di The Vampire Diaries, ma a mio parere è molto meglio. Racconta di una famiglia che ha vissuto per mille anni, sopravvissuta alla morte, alle guerre, ai litigi e ai tradimenti. Nonostante tutto, il legame di sangue li tiene uniti. Sempre e per sempre. È una serie che ti insegna molto.

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