Shattered Reflections 7.3

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Jelena POV

"Asher, ti hanno appena sparato, non fare l'orgoglioso", lo rimprovera Logan, lanciandogli uno sguardo severo.

"Non cambierà nulla, vero?" Asher chiede con voce bassa, rivolgendo lo sguardo verso di me, aspettando una risposta.

"Ma dai, smettetela di comportarvi così!" Logan alza la voce, visibilmente frustrato.

"Lei non vuole restare, e io non la costringo", risponde Asher con un tono distaccato, quasi indifferente.

"Mi aspetti che rimanga dopo che non mi hai nemmeno ringraziata? O dopo che mi hai risposto in quel modo? Non sono come le tue amiche, non faccio quello che vuoi tu!" sbotto, l'acido nelle parole che non riesco a trattenere.

Asher mi guarda, gli occhi pieni di disprezzo. "Stai tranquilla, la differenza tra te e le mie amiche è piuttosto evidente", dice, sputando le parole con rabbia, guardandomi dritto negli occhi per poi far scivolare lo sguardo sul mio corpo con disgusto.

Il mio cuore si ferma per un attimo. Non avrei mai immaginato che qualcuno potesse ferirmi così, non così profondamente. Asher non è solo insensibile, è crudele. La sua freddezza mi congela, e il peso delle sue parole mi schiaccia il petto. Le lacrime minacciano di uscire, ma le trattengo con forza.

Scappo. Scappo da lui, dalle sue parole, da tutto. So che non sono perfetta, ma sentirmelo dire così brutalmente è insopportabile. In momenti come questi, la mia mente rievoca ricordi di Blake, e ogni dolore, ogni delusione mi esplode dentro. Il mondo sembra correre troppo veloce mentre io respiro a fatica, cercando di tenere insieme i pezzi di me stessa.

Sono appoggiata al finestrino dell'auto di Joshua, senza davvero ascoltare le sue parole. Sta urlando, ma io sono troppo distante, intrappolata nel dolore che non mi abbandona. Mi sento vuota, incapace di trovare le parole giuste per esprimere ciò che mi tormenta.

La mia anima è una distesa di crepe, e le parole di Asher sono l'ultimo colpo, quello che ha fatto crollare tutto. Mi guardo allo specchio ogni giorno e vedo le parole di Blake rimanere impresse nella mia mente, e ora quelle di Asher si aggiungono alla lista.

"Gigi, guardami!" Joshua frena bruscamente, prendendomi il viso con le mani e forzandomi a guardarlo negli occhi.

"Joshua, non ce la faccio più", ammetto, abbassando lo sguardo, cercando di trattenere le lacrime.

Il percorso autodistruttivo che Blake ha avviato dentro di me è stato completato da Asher. Mi sento distrutta, spezzata.

"Non ce la fai più?" Joshua insiste, stringendomi per le spalle. "Non mi interessa se sei caduta cinquanta volte. Ti rialzi cinquantuno, senza scuse. Piangi, sfogati, tira pugni al muro, non tenere tutto dentro. Mostra chi sei veramente. Non ci sarà mai una persona che non avrà qualcosa da dire. Ma non smettere mai di rialzarti. Perché nessuno è più forte di chi ha passato l'inferno e si è rialzato da solo."

Non posso non scoppiare a piangere dopo queste parole. Le lacrime scivolano liberamente mentre mi abbandono al suo abbraccio, cercando di sfogare tutto il dolore che ho cercato di sopprimere. È come se finalmente il peso che mi schiaccia stesse iniziando a sollevarsi.

Scendo dalla macchina di Joshua, salutandolo e ringraziandolo ancora una volta. Gli devo tanto.

Quando apro la porta di casa, sperando di trovare Jace, la figura che si erge davanti a me mi spiazza completamente. Non so se devo esserne felice o meno.

Mio padre è appoggiato allo stipite della porta, con uno sguardo preoccupato che tradisce tutta la fatica di una lunga giornata.

"Figlia mia, vieni qui", mi dice, aprendo le braccia per farmi entrare nel suo abbraccio.

Mi avvicino e lo abbraccio forte, come mai prima d'ora. Ho bisogno di lui, più che mai. Ho bisogno di sentirlo vicino, di sentire che non sono sola.

"Cos'è che non va?", mi chiede, continuando a stringermi, baciando la mia testa.

Non so se raccontargli tutto. Non credo sia giusto, né per Asher né per me. Le sue parole mi hanno ferita, ma rivelare ogni dettaglio non sarebbe onesto. Eppure, nel mio cuore, c'è un conflitto: mio padre mi ha sempre insegnato a trattare gli altri con gentilezza, a non fare agli altri ciò che non vorrei fosse fatto a me. "Tratta gli altri come vorresti essere trattata" è il principio che mi guida, anche quando il dolore è insopportabile.

Gli racconto della serata, omettendo però alcuni dettagli. Non gli dico che ho visto un ragazzo sparare. Mi limito a dire che si sono presi a pugni, e che ho aiutato il corvino a disinfettare le ferite.

Il suo sguardo è una miscela di compassione e rabbia, e il groppo alla gola torna a farsi sentire. Le lacrime sono di nuovo lì, pronte a uscire, ma mi trattengo.

"Papà, non ce la faccio più. Mi hanno fatto odiare me stessa. Voglio andarmene da questa città, iniziare una nuova vita da qualche altra parte", ammetto, sentendo la forza della mia voce cedere.

"Jelena, la vita non funziona così", mi risponde con calma, accarezzandomi i capelli. "Devi andare avanti, sempre. A volte è doloroso, a volte è triste, a volte è sorprendente e gioioso. Ma ti dico una cosa: continua a crescere, piccola. Non lasciare che ti fermino. Commetti i tuoi errori, imparane, e quando la vita ti farà male, ricorda quel dolore. Il dolore fa bene, significa che sei fuori da quella caverna senza emozioni. Ti prego, per il bene del tuo vecchio papà, non commettere i miei stessi errori. Vivi."z ci
STRANGER THINKS

Questo è un capitolo importantissimo per me. Ci sono frasi da non sottovalutare. Il discorso di Joshua non è solo per Gigi ma per chiunque ne abbia bisogno, esattamente come quello del signor Mikaelson. Leggete ogni frase e fatene tesoro.

Il capitolo è più corto rispetto ai precedenti ma è molto più ricco.
Breve ma intenso

Zoe

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