Jelena POV's
"Mi sto innamorando di te."
Quelle parole escono dalle sue labbra e colpiscono il mio cuore come una scossa elettrica. Un vortice di emozioni mi travolge, facendomi battere il cuore così forte che ho quasi paura che possa uscire dal petto.
"Ma allora perché prima hai detto che ero solo una scopata?" chiedo, cercando di affrontare il turbine di dubbi che mi ha lasciato. Con Asher è sempre così: un momento sei in paradiso e quello dopo ti ritrovi a sprofondare all'inferno.
"Andiamo a casa mia. Ti spiegherò tutto," risponde, e io annuisco, desiderosa di avere finalmente delle risposte.
Quando arriviamo, Asher apre la porta di casa sua e si sposta di lato per farmi entrare. Mi sorride debolmente e io ricambio, ma i ricordi di quel terribile litigio mi assalgono immediatamente. Lui sembra accorgersene.
"Se non vuoi, ti riaccompagno a casa e ne parliamo un altro giorno. Come preferisci," dice con preoccupazione sincera, avvicinandosi a me.
"No, voglio farlo ora," rispondo decisa. Voglio sapere tutto, e sento di averne il diritto. Lui annuisce e ci sediamo sul divano, pronti a scavare nel passato che lo tormenta.
"Asher, voglio sapere tutto," lo incalzo, cercando di incoraggiarlo a parlare.
Lui sospira profondamente, come se stesse cercando di trovare il coraggio per affrontare i suoi demoni.
"Da piccolo amavo il calcio. Era la mia passione, qualcosa che condividevo con mio padre. Mi insegnava che calciare un pallone non era solo un gioco, ma una fonte di gioia e conforto. Un giorno, i miei genitori e mio fratellino vennero con me a una partita. Durante il riscaldamento vidi i miei genitori litigare. Poco dopo andarono via, lasciandomi lì."
Fa una pausa e abbassa lo sguardo. Mi si spezza il cuore vederlo così vulnerabile. Mi alzo, mi siedo tra le sue gambe e gli bacio la fronte per rassicurarlo che non è solo.
"Verso la fine della partita, il mio allenatore decise di sostituirmi. Ero furioso: avevo già segnato tre gol, non capivo perché dovessi uscire. Poco dopo, l'allenatore si avvicinò, mi abbracciò forte, e mi portò in ospedale."
"Asher..." sussurro, sentendo il peso di ogni sua parola.
"Mia madre era in terapia intensiva. Avevano avuto un incidente stradale... mio padre e mio fratellino morirono sul colpo. Mia madre riuscì a sopravvivere, ma poco dopo se ne andò anche lei. I medici non riuscirono a salvarla."
Mi stringe il cuore. Non so cosa dire, ma lo abbraccio più forte possibile, sperando che almeno il mio gesto gli dia un po' di conforto.
"Non è stato un incidente," continua con voce spezzata. "Era tutto pianificato. Mio padre doveva molti soldi a delle persone pericolose, e quando non pagò il debito... decise di farlo pagare alla sua famiglia. Da quel giorno ho avuto un solo obiettivo: vendicarmi. Così sono entrato in una gang, e loro sono diventati la mia famiglia, l'unica che mi rimane. Grazie a loro, ho trovato e ucciso gli assassini dei miei genitori. Ma ora quelle persone vogliono la guerra, e non posso permettere che tu venga coinvolta."
Mi guarda negli occhi, aspettando una mia reazione. Io sono paralizzata.
"Asher, non so cosa dire..." balbetto, cercando di processare tutto.
Lui abbassa lo sguardo, visibilmente ferito. "Lo capisco se non vuoi stare più con me."
"No! Non è questo. Io voglio stare con te." Faccio una pausa, poi mi scappa una domanda, accompagnata da un sorriso speranzoso. "Aspetta... noi stiamo insieme?"
Lui solleva lo sguardo e, con voce roca, sussurra: "Sì. Tu sei la mia ragazza."
Mi bacia, ma io mi scanso istintivamente, scioccata.
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Asher POV's
"Tu sei la mia ragazza," dico, cercando di rassicurarla con un bacio, ma lei si allontana.
Forse non mi crede. O forse è ancora troppo scossa da tutto ciò che ha appena sentito. È comprensibile: le ho fatto del male, e sapere che sono un assassino non rende le cose più facili.
"Posso capire se non vuoi—" inizio, ma lei mi interrompe con un sorriso radioso, alzandosi in piedi e iniziando a saltare e urlare come una bambina.
"Ridillo!" mi ordina, il volto illuminato da una gioia che non riesco a comprendere del tutto.
Scoppio a ridere, tirandole un cuscino. "Mi hai fatto spaventare, scema!"
Lei ride di gusto, alza un sopracciglio e si siede nuovamente sulle mie gambe, guardandomi con un'aria fiera.
"Asher Anderson spaventato dal rifiuto di una ragazza? Direi che con questo ho scalato le classifiche e vinto" dice sicura di sé, e non posso fare a meno di sorridere.
Sì, lei ha vinto.
"Quindi tu sei il mio ragazzo," mormora pensierosa, e io corrugo la fronte, confuso.
"Quindi la prossima volta che una ragazza ci prova con te, sono autorizzata a strapparle i capelli," dice con orgoglio.
"Mi piace la tua versione gelosa," sussurro al suo orecchio, facendole venire i brividi.
"Non sono gelosa," protesta, cercando di convincersi.
"Va bene, non sei gelosa. Ma ricorda, tu sei mia, e io sono tuo," le dico, dandole un bacio veloce.
"Perfetto, facciamo così," risponde, annuendo convinta.
Poi diventa seria. "Ma stavolta non voglio nascondere niente ai miei amici."
Annuisco. "Va bene, ma solo a loro. Con gli altri non ci faremo mai vedere insieme."
Lei sembra capirlo. Poi, con voce seria, aggiunge: "Voglio sapere tutto di Ashton."
Il suo sguardo cambia subito. La sua espressione si fa rigida.
"Ashton è stato il mio primo ragazzo," inizia, con le lacrime agli occhi. "Mi faceva sentire una principessa."
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Jelena POV's
Gli racconto tutto, senza tralasciare alcun dettaglio. Quella notte. Quello che ho passato dopo.
Mi abbraccia e mi lascia sfogare sul suo petto. Mi sussurra parole dolci che mi calmano. Restiamo così a lungo, finché non sento le palpebre farsi pesanti.
Mentre mi stringe tra le sue braccia, mi rendo conto di una cosa: anche io mi sto perdutamente innamorando di lui.

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Believe
RomanceDue anime opposte, destinate a scontrarsi o a completarsi? Luce e buio, angelo e diavolo: Gigi e Asher sembrano tutto ciò che il destino non avrebbe mai dovuto incrociare. Eppure, forse, gli opposti non si respingono. Forse, si attraggono. Gigi Mika...