Jelena POV
Non posso crederci. Non voglio nemmeno farlo. Io non mi sono innamorata di un assassino e non voglio un futuro con lui. Sono sicura che ci sia una motivazione dietro le azioni di Asher, ma questo non le giustifica. Togliere la vita a qualcuno è ingiusto e disumano.
Non riuscivo nemmeno a guardarlo negli occhi: quello non era il mio Asher. Avrei voluto comprenderlo, cercare di capire il perché delle sue azioni, ma avevo paura. Non paura di lui, bensì di ciò che aveva fatto. Non sembrava neanche pentito. Non c'era traccia di rimorso nel suo sguardo, e forse è proprio questo che l'ha reso cattivo ai miei occhi. Non riuscivo a smettere di tremare sotto il suo sguardo freddo, anche se sapevo che non mi avrebbe mai fatto del male.
Mentre asciugo le lacrime che mi solcano il viso, abbasso lentamente la maniglia della porta della camera di Jace. Lo trovo disteso sul letto, addormentato. Mi infilo accanto a lui, stringendogli la vita con le braccia e appoggiando il mio viso contro la sua schiena. Dormirò qui, almeno per questa notte. Forse accanto a lui riuscirò a trovare un po' di pace.
Quando apro gli occhi, infastidita dai continui movimenti del ragazzo al mio fianco, sento la sua voce impastata dal sonno:
"Buongiorno, principessa."
Mi giro dall'altro lato, coprendomi la testa con il cuscino e imprecando contro di lui per avermi svegliata."Come mai sei qui?" mi chiede, accarezzandomi la schiena. Non rispondo subito, ma appena il ricordo della notte precedente riaffiora, il mio corpo si irrigidisce.
Sollevo il busto dal letto, cercando di sfuggire al suo sguardo curioso. Vorrei davvero sfogarmi con lui, raccontargli tutto, ma non posso. Mi fido di Jace più di quanto mi fidi di me stessa, ma non sarebbe giusto nei confronti di Asher.
"Abbiamo discusso," mormoro, e Jace, intuendo che non voglio aggiungere altro, annuisce semplicemente.
"Andiamo a fare colazione," dice sollevandomi di peso, trascinandomi giù per le scale prima che possa ribattere.Maledetto Jace.
Per fortuna Asher non si è ancora svegliato. Non saprei come comportarmi. Il buco nel muro mi cattura lo sguardo, un monito di ciò che è successo ieri notte. Anche Jace se ne accorge. Si volta verso di me con un'espressione preoccupata, ma scuoto immediatamente la testa, implorandolo silenziosamente di lasciar perdere. Con un pesante sospiro, chiude i pugni e si dirige verso la cucina.
Mentre lo seguo, lascio un'ultima occhiata al muro. In quel momento, per un solo secondo, ho dubitato di Asher. Ho avuto paura che potesse farmi del male. Ora mi vergogno di averlo pensato. Asher non mi sfiorerebbe mai con un dito, ne sono sicura. Non è il mostro che vuol far sembrare di essere. È stato lui a salvarmi, a portarmi fuori dal buio. Grazie a lui sorrido ancora. Ma non posso ignorare ciò che è successo. Ho bisogno che mi spieghi.
"Latte e cereali?" mi chiede Jace, mentre frugo nel frigorifero.
"Latte," rispondo con un sospiro. "Anche perché non c'è altro."
"Mi manca casa... ma soprattutto mi manca Dorota," dice mentre verso il latte nelle tazze e glie ne passo una."A proposito..." comincio, attirando la sua attenzione. "Domani torneremo a casa."
Jace alza gli occhi su di me, battendo i pugni sulla penisola.
"Non se ne parla," ribatte categorico, incenerendomi con lo sguardo."Dove vuoi andare, Jace? Sotto un ponte, forse?"
Lo fisso con fermezza, cercando di fargli capire che non abbiamo alternative."Asher ci ospiterà, non è un problema per lui..."
"Jace, so che ti costa ammetterlo, ma abbiamo ancora bisogno di Marcus." Provo a mantenere la calma, cercando di farlo ragionare. "So che non merita nulla da parte nostra, che non è mai stato un buon padre per noi, ma abbiamo ancora bisogno di lui. Cerca di capirlo.""Non ho bisogno di nessuno," ribatte con rabbia.
"Davvero? Chi ti pagherà il college? Le cure mediche? Chi ci manterrà finché non saremo indipendenti? So che non è giusto, ma è la realtà."Jace si alza di scatto, facendo cadere la sedia, e se ne va senza aggiungere altro.
Lo seguirei, ma appena incrocio lo sguardo scuro di Asher, mi blocco. Ha le occhiaie marcate, le nocche delle mani ferite. Non posso fare a meno di fissare le croste che si sono formate, e una smorfia di disgusto mi sfugge involontariamente. Lui se ne accorge, stringendo i pugni e indurendo lo sguardo. Mi lancia un'ultima occhiata prima di passarmi accanto e dirigersi in cucina.
_____
Asher POV
Mi odia. E non posso biasimarla.
Mi odio anch'io per quello che sono diventato. Per quello che ho fatto. Sono un mostro.
Ma ieri non avevo altra scelta. Il piano non è andato a buon fine, come avevo previsto, ma il capo non ha voluto ascoltarmi. Ha dato l'ordine di eliminare chiunque rappresentasse una minaccia. Ho dovuto farlo, anche se riluttante. Se mi fossi rifiutato, avrebbe riversato la sua vendetta su di lei.
Se tenere Gigi al sicuro significa che mi odi, allora lo accetterò. Sopporterò il suo disprezzo, perché lei è tutto ciò che conta. Preferirei perderla per sempre piuttosto che vederla in pericolo per colpa mia.
Ma vederla stamattina, con quello sguardo disgustato, è stato insopportabile. Mi sta uccidendo lentamente.
Mentre mi preparo il caffè, sento i suoi passi avvicinarsi.
"Asher," mi chiama, la voce tremante. Non mi volto. Non posso guardarla in faccia.
"Ti prego, parlami," sussurra, e per un attimo il mio cuore si scioglie.Ma poi mi ricordo chi sono. E cosa sono.
Devo allontanarla, anche se mi costa tutto.Nonostante tutto quello che ho fatto, lei è ancora qui. E sarà proprio questa la sua rovina: vedermi migliore di quello che sono, provare a capirmi, giustificarmi, come se io meritassi la sua comprensione.
Ma non posso permetterglielo. Lei deve rendersi conto del mostro che ha davanti e scappare il più lontano possibile. Deve capire che stando con me sarà sempre in pericolo. Non posso accettare che la sua vita sia un bersaglio a causa mia, che la sua luce venga oscurata dal mio buio.
Eppure so che non si arrenderà. È troppo testarda. Vuole salvare me, ma così facendo non si rende conto che sarà lei a perdersi. Devo essere io a porre fine a tutto. Devo spezzarla, ferirla, farle credere di essere il peggiore errore della sua vita. Solo così potrà continuare a vivere, a brillare, senza di me.
Ti amo, Gigi, più di quanto ami me stesso. Sei la cosa più bella e pura che mi sia mai capitata in questa vita miserabile. Ma non meriti di affondare nel mio caos. Tu sei la mia luce, e io sono la tua ombra. Non lascerò che tu smetta di brillare per colpa mia.
Ricordati sempre di noi, perché io lo farò. Anche quando sarò solo, anche quando il tuo odio mi consumerà.
Vorrei non doverlo fare.
"Devi andartene," pronuncio, girandomi verso di lei. La voce è dura, tagliente, più di quanto vorrei.
"Devi lasciarmi in pace. Sei solo un peso per me."Le sue labbra tremano, e vedo il dolore nei suoi occhi. Quel dolore che io stesso le sto infliggendo. Ma non posso cedere. Non posso permettermi di vacillare. Ogni parola è una lama che mi trapassa il petto, ma resto immobile.
La vedo aprire la bocca, cercando qualcosa da dire, una risposta che possa abbattere il muro che sto costruendo tra noi. Ma non c'è nulla che possa fare. Deve capire che non possiamo più essere noi.
Mi giro di nuovo, dandole le spalle, e stringo i pugni fino a sentire il sangue pulsare nelle nocche.
"Vai via, Gigi" aggiungo, la voce spezzata.
"Vai via... finché puoi ancora farlo."

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Believe
RomanceDue anime opposte, destinate a scontrarsi o a completarsi? Luce e buio, angelo e diavolo: Gigi e Asher sembrano tutto ciò che il destino non avrebbe mai dovuto incrociare. Eppure, forse, gli opposti non si respingono. Forse, si attraggono. Gigi Mika...