Between Shadows and Reflections 1

1.8K 38 2
                                    

Premessa
So che i primi capitoli sono scritti malamente, una volta terminata la storia sistemerò tutto. All'inizio potrà sembrare tutto troppo adolescenziale ma andando avanti sarà molto più interessante.
Spero vi piaccia.
Zoe

_______
Jelena pov's

La sveglia suona da più di cinque minuti, eppure non trovo la forza di alzarmi. È il primo giorno di scuola, e affrontarlo è l'ultima cosa che vorrei fare.

Con un sospiro stanco, abbandono a malincuore il letto e prendo il telefono per spegnere l'insistente allarme. Lo sblocco e trovo una serie di messaggi.

Jace:
Spegni quella cazzo di sveglia.

Non posso fare a meno di sorridere alla sua "raffinatezza". Siamo gemelli, ma completamente diversi: lui è il classico bad boy popolare, sicuro di sé, affascinante e con un carattere dominante. Io, invece, sono l'opposto: timida, insicura e facile da mettere in ombra.

Maya:
Gigi Mikaelson, ti conosco troppo bene per pensare che ti sia già alzata.
Alzati e preparati, perché se fai tardi anche il primo giorno di scuola, giuro che ti uccido.

Che classe... Maya è una delle mie migliori amiche: bellissima, diretta e a volte spietata, ma impossibile da non amare. È fidanzata con Nate da cinque anni e, nonostante il suo carattere da stronza, è sempre al mio fianco.

L'ultimo messaggio è di Madison.

Madison:
Gigi, aiutami subito! È un'emergenza. Non ho idea di cosa mettermi.

Madison è l'altra parte del nostro trio, il "MG" (Maya, Madison, Gigi). Melodrammatica e facilmente in ansia per ogni cosa, decido di chiamarla per tranquillizzarla.

Io: "Mads, stai calma! Dobbiamo solo andare a scuola, non a una sfilata. Metti una tuta o dei jeans con una maglietta."

Lei: "MA SEI SERIA? È IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA, DOBBIAMO BRILLARE!"

Io: "Hai ragione, ma non urlare... mi sono appena svegliata."

Dopo aver placato Madison, inizio a prepararmi. Scelgo una maglia bianca annodata in vita, dei jeans larghi per non evidenziare le mie forme, e le mie inseparabili Nike Air Force 1 bianche, le abbino con tutto.

In bagno, pettino i miei lunghi capelli lisci, che arrivano quasi al sedere. Forse dovrei tagliarli, penso mentre li lego. Un velo di trucco e sono pronta per affrontare quella che considero "l'inizio della fine".

Scendendo, trovo mio fratello Jace e papà a fare colazione. Vederli ridere insieme mi scalda il cuore. Momenti così sono rari: di solito siamo solo io e Jace. Da quando mamma è morta, la nostra famiglia è composta solo da noi tre.

Papà si alza per abbracciarmi. Ricambio, stampandogli un bacio sulla guancia.

"Tesoro, perché non mangi qualcosa?" mi chiede.

Scuoto la testa, ignorando l'invito. Non posso iniziare la giornata con cibi calorici, e sul tavolo Dorota, la domestica, ha preparato un buffet esagerato.

"Jelena, devi mangiare. Stai diventando troppo magra," insiste papà con un tono di rimprovero.

"Papà, lo so che vuoi aiutarmi, ma non è necessario. E comunque, è tardi," rispondo, indicando l'orologio.

Sbuffa deluso, e Jace, che fino a quel momento è rimasto in silenzio, si alza.

"Gigi, smettila. Non hai niente di meno rispetto a nessun'altra ragazza, anzi. Vedo in te qualità che le altre nemmeno si sognano. Cerca solo di crederci di più," dice, cercando di abbracciarmi.

Lo scanso, sbuffando. "Lo dici solo perché sei mio fratello. Non sei sincero, mi illudi."

Esco senza aspettarlo e mi avvio verso il vialetto. So di avere ragione. Non sono paranoie: tante persone mi hanno fatto notare i miei difetti. Non voglio che mio fratello o mio padre mi facciano cambiare idea.

Jace mi raggiunge, apre la sua auto e mi siedo accanto a lui. Il tragitto verso la scuola più prestigiosa di New York è silenzioso.

Una volta arrivati, tutti gli sguardi sono puntati su di noi... o meglio, su Jace. È uno dei ragazzi più popolari della scuola. Non che io sia meno conosciuta, ma è frustrante quanto tutto sembri così semplice per lui.

Sbuffo e mi dirigo verso la nostra solita panchina, dove Maya e gli altri ci aspettano.

"Ti avevo detto di arrivare prima," mi ammonisce, puntandomi un dito contro.

"Scusa, ho dovuto gestire le paranoie di Madison," le rispondo ridendo.

Lei borbotta qualcosa mentre si siede sulle gambe di Nate. Io, invece, saluto il mio migliore amico Joshua con un bacio sulla guancia. Con lui ho un rapporto speciale: è l'unico, oltre a Jace, di cui mi fido completamente.

La campanella suona, e con un misto di ansia e speranza, ci dirigiamo in classe. È ora di affrontare l'inferno. Quest'anno sarà diverso, penso tra me e me. Forse il mio anno.

BelieveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora