The games continue 38

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Jelena POV

Per la prima volta dopo tanto tempo, mi sveglio senza sentire il peso del mondo addosso. Il sole filtra dalle tende, il profumo del caffè si diffonde nell'aria e per qualche istante mi sento... leggera. È strano. Come se, per una volta, non dovessi lottare contro ogni pensiero.

Ma poi arriva lui. Sempre lui. Asher.

Il suo volto mi appare nella mente come un'ombra che non riesco a scacciare. Non voglio più cercare di capirlo, di decifrare i suoi segnali contraddittori. Voglio solo vivere senza sentirmi legata a qualcosa che mi sta logorando.

Scendo in cucina, dove Jace è già seduto al tavolo con una tazza di caffè tra le mani, il telefono in equilibrio sull'altra. Sembra stanco, come se avesse dormito male.

"Mattiniero." commento, versandomi del succo d'arancia.

"Dovresti parlare per te." ribatte lui con un sorriso stanco.

Mi siedo accanto a lui e inizio a mangiare qualche pezzo di frutta quando Dorota, la nostra domestica, entra nella stanza con un'aria seria.

"Jace, devo parlarti."

Lui solleva lo sguardo e annuisce. "Dimmi."

Dorota esita per un secondo, poi incrocia le braccia. "Tuo padre mi ha chiesto di riferirti un messaggio."

Il nome di Marcus ci congela entrambi. Nostro padre. L'uomo che ha reso la nostra vita un inferno.

Jace si irrigidisce. "Che vuole?"

Dorota abbassa lo sguardo per un attimo, come se odiasse dover essere il tramite di quella conversazione. "Vuole che tu torni a vivere qui anche dopo il suo ritorno. Ha detto che, se non lo farai, prenderà seri provvedimenti."

Il cucchiaio mi cade sul piatto con un rumore metallico. "Cosa?"

Jace rimane immobile, ma vedo la sua mascella serrarsi. "Provvedimenti?" ripete con una risata amara. "Tipo quali?"

Dorota scuote la testa. "Non lo so, Jace. Ma non sembrava una richiesta."

Un silenzio pesante cala nella stanza. Guardo mio fratello, cercando di capire cosa stia pensando, ma il suo volto è una maschera. So solo una cosa: non tornerà a vivere qui sotto il controllo di nostro padre. Non dopo tutto quello che è successo.

"Vedremo," dice infine, stringendo la tazza di caffè così forte da sbiancargli le nocche.

L'aria è tesa per tutto il tragitto in macchina. Jace è immerso nei suoi pensieri, io nei miei. Ma appena varchiamo il cancello della scuola, la routine prende il sopravvento.

Appena scesi, ci vengono incontro Maya, Joshua e Nate. Madison è poco distante, mano nella mano con Logan. Sono davvero belli insieme.

"Finalmente vi fate vedere." scherza Nate, dandomi una spinta sulla spalla.

Sorrido, ma la mia mente è altrove. Scambio qualche battuta con gli altri, lasciandomi distrarre dalla loro presenza, cercando di convincermi che oggi sarà una giornata normale.

Ma poi lo vedo.

Asher.

Non è solo.

È con una ragazza. E non stanno semplicemente parlando.

Lei ha una mano sulla sua spalla, il corpo inclinato verso di lui in un modo che non lascia spazio a dubbi. Lui le sorride, abbassa la testa verso di lei, come se le stesse sussurrando qualcosa all'orecchio.

Sento qualcosa accartocciarsi dentro di me.

Non lascio trasparire nulla. Non posso. Non voglio dargli questa soddisfazione, non voglio che lui – o chiunque altro – sappia che mi importa ancora.

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