The Weight of the Past 8

852 25 0
                                    

Jelena POV

Puoi chiudere gli occhi a ciò che non vuoi vedere, ma non puoi chiudere il cuore a ciò che non vuoi provare.

E io ero lì, davanti allo specchio, con gli occhi socchiusi. Il desiderio di piangere era forte, ma la voglia di distruggere tutto lo era ancora di più. Ma non avevo neanche la forza di aprire gli occhi. Lascio cadere l'accappatoio e, con il cuore che batte forte, trovo il coraggio di guardarmi allo specchio, pentendomene immediatamente. Chiudo di nuovo le palpebre, cercando di scacciare via quella riflessione che non riconosco più. Mi chiedo cosa penserebbe quella bambina che ero un tempo, se sapesse della vita che sto vivendo ora. Quella bambina così ingenua, a cui è stato tolto tutto in un battito di ciglia. Una madre, una famiglia, un'infanzia... tutto.

Ricordo le recite scolastiche. Tutti i bambini venivano accompagnati dai loro genitori, e io osservavo gli altri con gli occhi pieni di desiderio. I bambini sorridevano quando vedevano le loro madri applaudirli, mentre io... io non avevo nessuno. Nessuno è mai venuto a vedermi, nessuno ha mai applaudito, nessuno si è mai sentito fiero di me. Sono solo un errore della natura.

Con un movimento rapido, mi asciugo i capelli e mi vesto con il solito outfit: una maglia larga nera e dei jeans chiari. Applico un po' di mascara e sono pronta.

Prendo lo zaino e scendo. Giù, ad aspettarmi, ci sono i miei due uomini: papà e Jace.

Se vi state chiedendo cosa sia successo in questi giorni... niente. Tutto come al solito. Ho fatto finta di nulla, ho sorriso, come se le parole di Asher non mi avessero ferita minimamente. Solo papà e Joshua sanno la verità, e devo ringraziare quest'ultimo per non aver detto nulla agli altri. Non voglio la compassione di nessuno. Non mi ha mai aiutato.

Saluto mio padre, che in modo strano non ha lavorato in questi giorni, e mi avvio verso la scuola insieme a mio fratello.

___________

La professoressa Thompson sta spiegando ormai da due ore. Due ore di puro strazio. Non vedo l'ora che suoni la campanella. Non che abbia ascoltato molto, ma la sua voce è così snervante che ti viene voglia di sparire. È letteralmente insopportabile.

"Allora ragazzi, la prossima settimana ci sarà la verifica su tutto quello che ho appena spiegato. Avete capito?" conclude, sistemandosi gli occhiali enormi con aria soddisfatta.

Sento Joshua agitarsi al mio fianco. Oggi siamo seduti vicini. In realtà, in questi giorni ci siamo avvicinati molto, più del solito.

"È una stronza", mormora riferendosi alla professoressa, e io sorrido leggermente, cercando di non farmi notare da lei.

Finalmente, la campanella suona, e io mi alzo, pronta a scappare dall'aula, seguita dal mio amico. Ma quando esco, una scena mi paralizza. Il sangue mi si congela nelle vene.

Lui è lì. Blake. La persona che mi ha messa da parte come un giocattolo rotto, la persona che mi ha ingannato facendomi credere che fosse tutto ciò che voleva, per poi ritirare tutto. Ha preso un pezzo del suo cuore e me l'ha dato, facendomi credere fosse tutto, ma alla fine non era che miseria. E io, stupida, non me ne sono accorta in tempo. Ora mi guardo e vedo un'illusione che mi ha frantumato.

Lui ride, scherza, come se nulla fosse successo, come se non fosse mai stato nella mia vita. Non so come abbia fatto a ritrovarmi qui, nel mio stesso istituto. Per quattro mesi sono riuscita a non vederlo, a non pensarlo. Ora... ora non posso più evitarlo.

Mi nascondo velocemente dietro le spalle di un Joshua confuso.

"Gigi, ma che..."

"Shh, ti spiego tutto dopo. Cammina senza farti vedere", gli sussurro, cercando di tappargli la bocca.

BelieveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora