Capitolo51

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Il mio viso bagnato da decine di lacrime salate sembra distrutto, mi correggo, lo è.
Un colpo uno dietro l'altro ho ricevuto sta sera.
Prima l'uscita di Tommaso, che diciamocelo la piú immeritata di tutte. Tommaso è Tommaso.
Un ragazzo dall'animo cosí gentile, un ragazzo pieno di vita, un ragazzo di cui ti puoi fidare, un ragazzo per bene e soprattutto un ragazzo che ha voglia ogni giorno di migliorarsi sempre di piú.
Questo era, è e sarà Tommaso.
Gli auguro tutto il bene e la positività di questo mondo.

Poi è arrivato il momento di Rosa. La napoletana è una ragazza determinata e testarda, forse anche troppo. Ma io l'ho capito un pò tardi quanto lei dentro in realtà sia cosí fragile e in un certo senso "debole".
Ha continuato nonostante tutto a lottare per la sua danza, la ammiro tanto per questo e conoscendola non penso proprio che smetterà di sognare.

Avrei voluto vivermi di piú quei due ragazzi, avrei voluto digli piú volte "ti voglio bene".
Spero una volta fuori di  riincontrali per chissà una giornata al mare.

Sbatto la porta della mia camera sonoramente prima di lanciarmi a peso morto sul mio morbido materasso.
Un pò è la malinconia e un pò lo stress.
Durante questa settimana mi sono fatta in due per riuscire a portare anche un solo punto a casa. Ho le gambe che tra poco cedono, le braccia pieni di lividi, i piedi distrutti e il viso spento.
È da una fottuta settimana che non faccio altro che provare e provare e sono anche parecchi giorni che non mi relaziono con gli altri. Passo sempre meno tempo con i miei amici e con il mio ragazzo. Ho paura che facendo cosí perderò tutti.

Stringo tra le mie esili braccia il  cuscino pieno di mascara e rossetto. Cerco di nascondere i singhiozzi soffocandoli li sopra ma purtroppo credo non sia servito a molto visto un qualcuno che è entrato in camera.
Sono talmente morta dentro che a malapena riconosco la figura che si sta avvicinando.
Mi giro dall'altra parte continuando a piangere in cerca di liberazione.
Due braccia mi avvolgono calorosamente da dietro appoggiando la testa sulla mia spalla e lasciandoci sopra teneri baci.
Riconosco l'evidente profumo di Sangio che sospira sul mio collo.
Io: mi sento morire. Sussurro come lo stessi facendo veramente.

Sangio: girati. Mi dico con tono quasi obbligatorio.
Senza esitare faccio come dice lui e inizio a giocherellare con la sua maglia fucsia appariscente.
Lui mi guarda dritto come a leggermi dentro e mi accarezza il viso.
Sangio: perchè stai cosí piccolina? Mi domanda pacato.
Con lo sguardo verso il basso sospiro.
Io: non lo so nemmeno io, tutto questo stress accumulato mi sta mandando in tilt, mi sento veramente stanca.
Mi alza il viso facendo riscontrare i nostri occhi.
Sangio: tu ti fai troppe pare, sei brava, molto, perchè buttarti giú cosí quando sai che piaci ai giudici e ai professori. Sei una ragazza veramente forte, sai cosa hai subito e cosa hai superato. Ora sfogati, ogni tanto serve ma ricorda che puoi superare anche questa.
Tiro su il naso piú volte.
Sangio: mh...che mi dici? Domanda visto il mio silenzio.
Io: dico che ti amo sempre di piú e che farò tesoro delle tue parole.
Lo Stringo piú forte a me.
Sangio: perchè oggi ti sei comportata in modo cosí distaccato? Lo dice senza nessuna traccia di rabbia.
Io: per lo stesso motivo, sono insicura e pensavo che tu non volessi piú stare con me perchè in questi giorni non ho avuto tanto tempo per passare un pò di tempo con te. Pensavo che ti fossi stancato e pensavo che tu voles....una fragorosa risata arriva alle mie orecchie e mi fa lievemente incavolare.
Sangio: ma dai Azzurra veramente? Continua con il sorriso.
Io: sí Giovanni, sí che ho avuto paura.
Sangio: allora stringimi piú forte che puoi e non lasciarmi piú.
Mi sussurra all'orecchio con voce roca. Io lo faccio e mi accoccolo a lui.
Io: non era mica una scusa per farmi le coccole? Inizio ad accarezzargli i capelli.
Sangio: può essere....e daiii stringimi di piuuú. Si lamenta come un bambino mentre si rannicchia.
Io: cosí ti soffoco però.
Sangio: ah si? Mi guarda sarcasticamente.
Io: sí. Rispondo seria al suo contrario.
Sangio: allora soffocami. Afferma prima di mettersi nella sua precedente posizione.
Io: che cretino che sei mamma mia.
Gli arrivo una schiaffetto scherzoso sulla nuca.
Sangio: ahi.
Io: fatto bene.

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