14 things pt 3

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Giorno 11

Da quel giorno fu esattamente un conto alla rovescia.

Nessuno sapeva cosa cosa aspettarsi, mancavano solo quattro giorni e tutto sarebbe potuto finire, sarebbe rimasto tutto solo un lontano ricordo di chi voleva vivere, ma non ha potuto.

Tancredi era combattuto, per una volta voleva essere egoista e godersi gli ultimi giorni di vita con Lele, dall'altra parte invece, vorrebbe scappare via lasciando solo una piccola lettera ad Emanuele, ringraziandolo per tutto quello che aveva fatto per lui.

Ed era così, ci stava provando e riprovando a pensare a qualcosa da scrivere, ma tutto gli sembrava non avere senso, ogni parola sembrava priva di emozioni e di verità

Come gli avrebbe potuto far capire, solo scrivendo delle stupide parole su di un foglio di carta?

Non avrebbe potuto, ma sperava che avrebbe capito. Perchè si, Lele capisce sempre Tancredi.

Allora ci provò lì, nella stanza da letto di Lele, che per qualche strano motivo gli aveva chiesto di restare chiuso in camera; non aveva fatto obiezioni, aveva obbedito e basta.

Si era messo quindi alla scrivania, aveva smanettato un po' nei vari cassetti fin a quando non ebbe ciò che voleva: un blocco di fogli di carta ed una penna.

Si mise poi all'opera, cercando di capire come iniziare; come si iniziava una lettera, quando sei in casi del genere?

'Caro Lele sono qui, per ringraziarti. Ti voglio bene'

No, decisamente troppo stupido e privo di emozioni.

Ci riprovò di nuovo, girò pagina ed iniziò a scrivere

'Caro Emanuele, sono Tancredi. Ti odio così tanto per esserti affezionato a me. Avresti dovuto lasciarmi lì quel pomeriggio, in quel bar così da evitare tutto questo'

Più che una lettera di ringraziamenti, quella gli sembrava una lettera piena di odio verso Lele. E no, non lo odiava.

Magari lo odiasse, o solo potesse.

Decise di cambiare ancora una volta pagina, e cambiare il caro, con un semplice ciao, più da Tancredi, e magari anche di aggiungerci la data.

17/04/2019

Ciao Lele,

Sono Tanc, ma questo già lo sai. Quando leggerai questa lettera, io sarò probabilmente già morto. Perchè ti sei avvicinato a me? Avresti potuto tranquillamente non subirti tutto questo dolore non conoscendomi; invece no. Tu sei una testa di cazzo, ed hai fatto in modo che il cuore l'avesse vinta su di te. Non avresti dovuto lasciarti ingannare dai miei occhi vuoti e privi di vita, per il semplice motivo che ora quello privo di vita sarai tu. Non iniziare con le paranoie, non rinnego niente di quello che abbiamo fatto insieme dall'inizio fino alla fine. Anzi ti sono grato, mi hai fatto vivere per un piccolo lasso di tempo; avrei solo tanto voluto conoscerti prima. Prima di tutto questo. Prima della fine. Non so se c'è un vero e proprio inizio per noi due, ma so che ci sarà sicuramente una fine, che non proverrà da nessuno dei due, ma solo dal destino. E credimi, se prima avevo zero motivi per vivere, ora ne ho uno: tu. Sei così solare, tutti meriterebbero una copia di te nella propria vita. Sei bellissimo quando ridi a crepa pelle, al tal punto di avere le guance rosse e gli occhi lucidi di chi ha finalmente incontrato la felicità. Sei l'unica cosa a cui penserò prima di morire, non essere egocentrico, è solo che il mio istinto è innamorato di te, ormai. Come dobbiamo fare? Non essere triste Lele, anche se non sono molto credente, credo nel destino, e so che se io e te ci siamo incontrati quindici giorni prima di morire, vorrà dire qualcosa. Se non è in questa vita, lo sarà nella prossima Le'. Ti chiedo solo di non dimenticarti di me. Non dimenticarti mai di me. Non dimenticare le notti passate a dormire abbracciate, non dimenticare gli occhi lucidi, non dimenticare i mio profumo e non dimenticare le emozioni che provavi quando mi baciavi. Perchè io non le dimenticherò, mai. Te lo prometto. Un'ultima cosa, poi ti lascio andare. Sei una schiappa nel nascondere le cose, credevi davvero che sarei rimasto all'oscuro di quello che hai fatto? Ci hai provato amore, è andata male. Dispiace più a te che a me, ma vuol dire che il mio destino è questo. Tra una sessantina di anni, quando morirai dopo aver assaggiato le cose più belle della vita per entrambi, aspettati uno schiaffo sulla tua guancia che sarà, devo dire, messa male; ed invece la mia sarà perfetta, come sempre.
Ti aspetto Lele, lo farò sempre.

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