Era l'ennesimo taglio che vedevo sul braccio di mia sorella.
Avevo sempre detto che non sarei mai finta come lei, a tagliarmi per amore.
Per uno stupido sentimento, ed una stupida persona.
Quindi, esattamente un anno fa, non avrei mai creduto di ritrovarmi esattamente un anno dopo su un lettino dell'ospedale.
"Cosa cazzo ti è saltato in mente? Saresti potuto morire Lele, cazzo!" era Diego che come al solito mi stava facendo una delle sue solite morali
Questa volta però era diverso, era sul ciglio della porta fermo, con gli occhi lucidi e le guance bagnate da lacrime secche mentre stringeva i pugni
Mi sentì in colpa per quello che avevo fatto, non avrei dovuto. Gli avevo promesso che non l'avrei più rifatto, ed invece ero di nuovo qui.
"Mi dispiace Diego" sussurrai con un fil di voce
"È colpa sua vero?" mormorò
Non risposi, infondo aveva ragione, era tutta colpa sua e del suo cazzo che non sapeva stare nei pantaloni
"È stata di nuovo colpa sua ed ha avuto anche la faccia tosta di venire qua!" alzò la voce
"È-è venuto q-qui?" chiesi meravigliato
"Certo che è venuto, ha fatto il suo solito spettacolo e se n'è andato di nuovo" si avvicinò a me
"Scusate dovresti uscire l'ora per le visite è finita, ed io dovrei cambiargli la benda" entrò una ragazza che aveva più o meno la mia stessa età
"Si ora vado via, vengo domani Le, va bene?" annuì e mi lasciò un bacio sulla fronte per poi andare via
"Ehm, scusami per quanto tempo dovrò stare ancora qui?" chiesi timidamente alla ragazza che stava trafficando con le bende lungo le mie braccia
"Non ne siamo ancora sicuri, ma per il momento due settimane" sbuffai pesantemente alle sue parole
Due settimane in un cazzo di ospedale, che avrei fatto?
Passarono due giorni, e tra Diego ed i miei amici che venivano a trovarmi e quella ragazza, Zoe che veniva a cambiarmi le bende sembrava essere tutto tranquillo
"Lele è il tuo telefono che suona" mi risvegliò dai miei pensieri Thomas
"Rispondi tu Die non c'ho voglia"
"Pronto? Ancora tu? Non hai capito che devi fottutamente sparire!" iniziai ad agitarmi, era lui.
Non se n'è sarebbe andato mai.
"CAZZO SE TI TROVO TI AMMAZZO HAI CAPITO?TI AMMAZZO" urlò al telefono però poi buttarlo sul letto e iniziare a gironzolare per la stanza arrabbiato
Ebbi un inizio di attacco di panico, non lo diedi a vedere, non volevo che si preoccupassero ulteriormente.
Con fatica arrivai al bottone sotto il mio letto che chiamava direttamente l'infermiera e lo premetti.
"Cosa sta succ- uscite immediatamente da qua dentro, tutti SUBITO!" entrò un ragazzo che vedendomi nelle condizioni fece uscire tutti fuori
Sentivo gli occhi lacrimare e le bende bagnarsi di ulteriore sangue.
"Ei ei Emanuele ascoltami, ora segui i miei movimenti" mi prese il viso tra le mani e mi fece vedere come inspirare e aspirare
Con il suo aiuto mi calmai e riuscì finalmente a distinguere le voci
Erano andati tutti via, e lui era lì che mi fissava, era dannatamente carino.
"Grazie" lo ringraziai abbassando lo sguardo
"È il mio lavoro, ora dammi le braccia ti cambio le bende" si avvicinò ancora una volta a me
Annuì e allungai le braccia verso di lui, che con delicatezza rimosse le bende ormai rosse scarlatto e le riavvolse con delle nuove
"Ma zoe? doveva venire lei" gli chiesi della mia nuova amica che non vedevo da ieri in realtà
"È stata spostata ad un altro ragazzo, da oggi le farò io da cambio" buttò le garze nel cestino e si avviò alla porta andandosene senza nemmeno salutare
Beh, educato
Mi facevano male le braccia, quindi non potetti rispondere agli illimitati messaggi che Diego e i miei amici mi stavano inviando
Avevano ragione, quello li aveva fatti uscire senza fargli capire niente, e sopratutto mi avevano visto tutti in quella situazione
Non lo sapeva nessuno, nemmeno Diego
Non gliel'ho voluto dire, mi avrebbe chiesto cosa ha scatenato il mio prima attacco
E non mi andava di dirgli di essere stato picchiato da lui
Chiusi gli occhi appoggiando la testa al cuscino, avevo sonno stranamente
Da quando sono qui non sono mai riuscito a dormire di notte, troppa puzza di ospedale e troppe barelle che vanno avanti ed indietro nel corridoio
Venni distratto dalla porta che cigolava e aprì gli occhi vedendo chi era
Era quell'infermiere
"Va tutto bene?" chiesi
Era strano che fosse qui, Zoe non è mai arrivata di notte
"Turno di notte" alzò le spalle appoggiandosi alla porta ormai chiusa
"Ma Zoe non è mai venuta" lo vidi girare gli occhi al cielo e mantenendo la pazienza non gli risposi per la sua maleducazione
"Me l'hanno chiesto per il tuo attacco di oggi, se non volevi essere disturbato me lo dicevi me ne sarei andato subito" permaloso il tipo
"NO.. cioè, se vuoi resta, mi piacerebbe avere compagnia" diventai tutto rosso appena fece una risatina per il mio urlo improvviso
"Va bene resto 5 minuti e vado via" si sedette sulla sedia dove si sedeva Diego quando veniva a trovarmi
"Io mi chiamo Emanuele, ma chiamami pure Lele" mi presentai sorridendo leggermente
"So come ti chiami, ho la tua cartella clinica Giaccari"
"Giusto, l'ho dimenticato. Tu come ti chiami?" chiesi in imbarazzo
"Non credo che un paziente debba sapere il nome di un infermiere"
"Beh, non credo che un infermere dovrebbe essere a parlare con un paziente alle 3 di notte" ho avuto altri attacchi e zoe non è mai arrivata a controllarmi di notte
"Touchè" sorrise, lo sapeva lo stronzo
Si alzò andando accanto alla porta, era di spalle ma riuscì a vedere la mano ferma sulla maniglia
"Tancredi"
"Cosa?" chiesi confuso
"Mi chiamo Tancredi" aprì la porta per poi chiuderla una volta fuori
Sorrisi felice e appoggiai la testa sul cuscino, mi stava simpatico quel ragazzo, era stronzo si, ma era fottutamente carino.
Ed è forse grazie a lui che riuscì a prendere sonno per la prima volta da quando sono qui dentro.
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Os Tankele
Fiksi PenggemarÈ una raccolta di os sui tankele. Non vi prometto di aggiornare con costanza. Ma quando avrò delle idee e del tempo libero lo farò.