39 - Andata

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Can

Se n'è andata, mi ha detto hoşçakal, addio e se n'è andata.

Torno verso il parcheggio della stazione, salgo in macchina inebetito, non riesco a capire come tutto possa essersi complicato in maniera così repentina, non sono stato capace di gestire la situazione.
Ho fatto un errore dietro l'altro ed ora sono sorpreso dal fatto che se ne sia andata?

Rimango fermo con la testa appoggiata al sedile e gli occhi chiusi ripensando ad ogni istante con lei da quando mi sono svegliato in quel letto di ospedale. Non ho fatto altro che ferirla, mi ha dato tanto, mi ha dato tutta se stessa in definitiva in ogni senso possibile ed io ho saputo solo prendere senza tentare minimamente di restituire se non altro comprensione o sostegno.

L'ho guardata come un'estranea che minacciava il mio equilibrio, che voleva cambiare la mia vita per come la conoscevo, ho detto parole che sapevo l'avrebbero ferita e mai ho avuto una parola di scusa per lei, eppure mi ha dimostrato il suo amore infinito fino alla fine decidendo di fare un passo indietro e lasciarmi andare.

Mi riscuoto dopo ore, mi rimetto seduto sul sedile dell'auto e provo a chiamarla, una voce registrata mi informa che l'utente non è al momento raggiungibile come è stato per tutte le volte precedenti in cui ho provato a chiamarla.
Sospirando raddrizzo la schiena, le mani sullo sterzo, risoluto metto in moto e parto, devo tornare a Istanbul, qualcuno saprà dirmi dov'è andata e come posso raggiungerla, sì, farò così. Percorro la stessa strada per la quarta volta in poco più di due giorni.
Non passo neanche alla tenuta a cambiarmi sono in uno stato pietoso, me ne rendo conto, ma non voglio perdere tempo. Arrivo in agenzia e per prima cosa vado da Deren, deve per forza avere qualche notizia di Sanem, la interrogo e quello che mi dice non mi piace per niente.

-Mi ha mandato una messaggio stamattina presto, praticamente stanotte in realtà, in cui dice che non tornerà in agenzia, intende dedicarsi d'ora in poi solo ed esclusivamente ai suoi libri, mi dispiace enormemente, è veramente brava nel campo della pubblicità-

Se n'è andata.

Ancora una volta torna a riproporsi alla mia mente la stessa frase che da stamattina si ripete ininterrottamente.
Ha lasciato l'albergo, ha lasciato l'agenzia, si sta lasciando dietro le spalle la sua vita con me a quanto pare.

Non posso arrendermi però, come ho detto a mio padre farò di tutto per cercare di parlarle, mi dirigo a passo svelto verso l'ufficio di Layla, è appena arrivata e si sta sedendo in quel momento alla sua scrivania. Alza uno sguardo ostile verso di me - Günaydın, buongiorno Can, cosa vuoi? -

Non è un inizio incoraggiante ma devo chiedere - Günaydın, buongiorno Layla, sai per caso dove si trova Sanem? -

- A Sile a quanto mi risulta, no? -

-No, ieri ha lasciato l'albergo a Sile e il suo telefono è sempre irraggiungibile, devo trovarla, devo parlarle urgentemente -

Lo sguardo che mi lancia è raggelante - Cosa le devi dire di tanto urgente Can, che stai partendo di nuovo? E' per questo che se n'è andata vero, ha saputo che te ne stai andando è così? -

Abbasso lo sguardo a disagio - Sì, lo ha saputo, ma io devo spiegarle ... -

- Cosa? Cosa devi spiegare, che un'altra volta la abbandoni senza guardanti indietro? Lo hai già fatto Can, ti sei lasciato tutto alle spalle incurante di cosa ne fosse di chi rimaneva.
Noi abbiamo visto Sanem cadere in un baratro oscuro senza fine, noi abbiamo pregato giorno e notte perchè riuscisse a trovare la forza di reagire, che capisse che non eri degno di tanta sofferenza.
Era appena riemersa da quell'oblio che sei tornato, hai fatto di tutto per riaverla. A me, proprio a me non più di tre mesi fa, avevi promesso che non te ne saresti più andato e non l'avresti fatta mai più soffrire. Non è colpa tua, hai perso la memoria, ma non hai sicuramente perso tempo per riprendere la tua solita vita Can, non le hai dato la minima possibilità di farsi conoscere ed amare per la creatura meravigliosa che è mia sorella. - Scuote la testa con uno sguardo disgustato.

- Ti prego di andartene, non so dove sia Sanem e se anche lo sapessi saresti l'ultima persona a cui lo direi görüşürüz, arrivederci Can, chiudi la porta dietro di te mentre te ne vai per favore -

Esco dal suo ufficio a testa bassa, non posso in effetti controbattere a nessuna delle sue accuse, a mia discolpa posso solo dire che ho saputo di quanto successo a Sanem un anno prima solo dopo aver deciso di partire, ma rimane il fatto che ha ragione lei, non mi sono dato la possibilità di conoscerla ed amarla.

Ho scelto di fuggire.

Non riesco oggi a lavorare, non ho dormito tutta la notte ma è soprattutto il peso sul cuore che non mi permetterebbe di concentrarmi, avviso Deren e lascio l'agenzia. Penso di tornare alla tenuta ma, come guidata da una una mano altra, la mia auto mi porta ancora lì, sul lungomare, a quegli scogli, alla Torre di Leandro.

Non ricordo di esserci stato spesso ma evidentemente il Can di Sanem invece sì, mi siedo sullo stesso scoglio piatto e squadrato, chiudo gli occhi per ascoltare il rumore del mare e assaporare il calore del sole sulla pelle.

All'improvviso un'immagine: io e lei qui in piedi, le nostre mani intrecciate " Sposiamoci Sanem ", scuoto la testa e apro gli occhi, è stata una visione troppo vivida per essere solo immaginazione, se Sanem fosse qui potrebbe dirmi se è successo veramente, ma io credo che sia un ricordo.

Non posso crederci, ma quante volte le ho chiesto di sposarmi?
Tante a quanto pare e questo, anzichè dirla lunga su quanto speciale reputavo quella ragazza, mi ha spaventato a morte e mi ha fatto scegliere di scappare, come da sempre sono stato abituato a fare.

Non posso arrendermi, devo tentare in ogni modo di raggiungerla, non posso pensare che tra tre giorni salirò su un aereo per non tornare prima di tre mesi e lasciare le cose qui in questo modo, devo cercare di riparare in qualche modo al danno che ho fatto ma come?

All'improvviso una flebile speranza, sì, forse Mihriban potrebbe sapere qualcosa, sono molto amiche, forse Sanem l'ha chiamata, devo andare subito da lei a chiederle se ha notizie, lo spero ardentemente, spero di avere una possibilità di parlarle, spero... spero che possa darmi una speranza di non aver irrimediabilmente distrutto tutto quello che, ne sono certo ora, potevamo ancora essere.


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