58 - Verso una nuova vita

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Sanem

Non è stato facile lasciarlo in salotto e andarmene, guardo la porta e il mio cuore urla  di tornare da lui, di dirgli quello che sento, perchè mi sento ferita ma...

- Forse dovresti parlargli, chiedergli spiegazioni -

Per la prima volta da quando è comparsa la mia voce  anzichè mettere discordia sembra voler fare addirittura da paraninfo, incredibile! Sorrido mesta,  con quale diritto posso andare da lui a recriminare sul fatto che abbia ricominciato a frequentare da Polen se per lui erano fidanzati fino a poco tempo prima? Chi sono io per impedirglielo?

No, mi impongo di rimanere lì, immobile, seduta sul bordo del letto a lasciar andare le lacrime silenziose di rimpianto per quello che eravamo e che non siamo più.

- Sanem? Per favore, possiamo parlare?-

Non rispondo, non riesco quasi a respirare tanto è lo sforzo di soffocare i singhiozzi che vorrebbero  uscire prepotenti per dare sfogo allo sconforto di quel momento, alla disperazione per la sorte  malevola che con quell'incidente ci ha impedito di essere felici.

Non ho idea di come mi sia ritrovata a guardare le prime lui del  mattino filtrare dalle tende della finestra, com'è potuta passare la notte intera senza essermi mossa da quella posizione?
Non sento alcun rumore provenire dal salotto, apro piano la porta solo per scoprire che se n'è andato.

La sua valigia non è più lì dove mi sono abituata a vederla da giorni, lui non è addormentato sul divano come ogni mattina presto quando, di proposito, mi alzavo alle prime luci dell'alba proprio per poterlo guardare e adorare in tutta libertà.
E' così bello il mio albatros, i suoi lineamenti decisi, quei capelli che scioglie durante la notte, il suo petto poderoso che si alza e si abbassa nel respiro leggero del sonno.

Ho fissato nella mia mente ogni dettaglio del suo bellissimo viso, ogni particolare  di lui, anche le sue mani sono di una bellezza sconvolgente per essere di un uomo, così delicate nello scattare una foto tanto quanto carezzevoli sulla mia pelle o tra i miei capelli.

Ora ho solo questo, i ricordi.
Se n'è andato ed io non potrò far altro che vivere e rivivere milioni di volte nella mia mente  le stesse immagini, rievocare l'intensità delle emozioni provate e  ricordare la magia del nostro stare insieme.

" Amare può ferire, amare a volte può ferire
Ma è l'unica cosa che so
Quando diventa difficile, sai che a volte può diventare difficile
È l'unica cosa che ci fa sentire vivi
Manteniamo questo amore in una fotografia
Abbiamo creato questi ricordi per noi stessi
Dove i nostri occhi non si chiudono mai
I cuori non si spezzano mai
E il tempo è per sempre congelato, fermo"

Lascio il cottage poco dopo come in trance, mi manca terribilmente la sua presenza, è stato facilissimo abituarsi  a  lui,  trascorrere ogni singola ora insieme come in questi giorni meravigliosi che abbiamo appena vissuto.

La  giornata trascorre lenta tra la  biblioteca, la visita agli anziani proprietari del cottage per pagare il soggiorno,  preparare le valigie e  chiamare i miei per avvisarli che ci risentiremo quando sarò arrivata a San Diego.

Quando tutto  è fatto vado a sedermi sul mio scoglio per  guardare a lungo e  salutare il mare del nord pronta a lasciare questo luogo che mi è stato di grande conforto.

Il giorno dopo il viaggio fino a Londra sembra interminabile anche se, come sempre, l'esuberanza di Evan riesce a strapparmi qualche sorriso. Lo saluto abbracciandolo e ringraziandolo per tutto quello che ha fatto per me, è stato un caro amico che oltre che nelle ricerche per il mio libro mi è stato di grande aiuto per superare un momento in cui mi sentivo tanto sola.

Arrivo in aeroporto in perfetto orario, sbrigo tutte le pratiche d'imbarco per poi aspettare  seduta su una poltronciana a guardare il via vai di mezzi e aerei sulle piste sottostanti. Penso all'avventura che mi aspetta, il mio primo viaggio intercontinentale verso una nuova vita in un luogo così straniero per ambiente ed abitudini, sono eccitata e spaventata allo stesso tempo devo ammetterlo.

Viene chiamato poco dopo il mio volo, mi avvio con passo lento e cuore pesante all'idea che sto chiudendo con una stagione della mia vita, sto lasciando dietro di me tanto, tutto.
Prendo il mio posto sull'aereo vicino al finestrino così come avevo espressamente richiesto a Kerem perchè, gli ho detto,  voglio vedere il mondo scorrere sotto di me e voglio sognare tra le nuvole.

Il trambusto creato dai passeggeri che salgono e si muovono alla ricerca dei proprio posti ben presto si calma, saluto con un sorriso distratto la signora che è venuta a sedersi vicino a me tornando a guardare fuori dall'oblò il cielo inglese  che quel giorno sembra minacciare pioggia.

Per un attimo la mia mente traditrice mi porta a lui, chissà dov'è andato? A Londra per incontrare Polen? O forse è già tornato a Istanbul?

Scuoto la testa imponendomi di smetterla, basta devo andare avanti e smetterla di logorarmi pensando a ..... una voce ben nota interrompe i miei pensieri e fa perdere un colpo al mio cuore.

- Mi scusi signora, le dispiarebbe scambiare i nostri posti? Sa com'è, al momento della prenotazione non sono riuscito a prenotare quello vicino a mia moglie, siamo sposi novelli e capisce bene che non vorremmo stare lontani tutte queste ore   -

Mi giro di scatto, non posso credere ai miei occhi, eccolo lì con il suo sorriso assassino che cerca di sedurre la signora seduta vicino a me per convincerla a scambiare il posto con lui.

E' mai possibile o sto sognando?

Sempre e per sempreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora