57 - Addio

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Can

Le cose stanno prendendo la giusta direzione, dopo la gita all'acquario il nostro rapporto ha cominciato ad essere più rilassato e complice. Ci stiamo conoscendo di nuovo e devo ammettere che quello che scopro mi piace sempre di più, Sanem è una compagnia mai banale o noiosa, la sua energia è contagiosa ed è bellissimo scoprire il mondo attraverso i suoi occhi sempre stupiti.

Ci stiamo avvicinando tanto, battaglia dopo battaglia mi sembra di guadagnare terreno  e stasera vorrei parlarle del viaggio in California, sto pensando a come affrontare al meglio il discorso mentre preparo qualcosa per cena quando sento squillare il telefono, mi asciugo le mani in fretta per rispondere. Sono stupito - Polen? -

-Ciao Can, come stai? Ho saputo da tua madre che sei tornato in Inghilterra e vorrei parlarti se non ti dispiace, mi dispiace per il modo in cui  ci siamo lasciati l'ultima volta. Ti va di incontrarci? -

Sospiro, pensavo di essere stato abbastanza chiaro durante il nostro ultimo incontro - Polen, non c'è niente da dire, ognuno è andato avanti con la propria vita ed è giusto così, ero andato oltre già due anni fa ed ora l'ho fatto di nuovo. Mi dispiace, ma credo veramente che non abbiamo più niente in comune io e te , è inutile insistere.
Ti auguro ogni bene Polen, per favore non chiamarmi più, hoşçakal, addio -

- Ma Can..-

- Nessun ma Polen, per favore, non cercarmi più -

Riattacco arrabbiato al pensiero che mia madre stia ancora seguendo di nascosto ogni mio movimento per poi riferirlo a Polen, ma non si arrende mai? Ancora cerca di interferire nella mia vita e nel mio rapporto con Sanem?

Finisco di preparare la cena, porto in tavola e ancora non è riemersa dalla sua camera, provo a chiamarla ma non risponde, mi affaccio dalla finestra che dà sulla spiaggia e la scopro lì a guardare le onde pensierosa.

Esco in giardino e la chiamo, la vedo tornare verso casa con il vestito ed i capelli mossi dal vento, è una visione, è bellissima. Le sorrido e le porgo la mano per appoggiarsi mentre rimette le scarpe che ha tolto per andare in spiaggia. Accetta l'aiuto ma non alza lo sguardo su di me, mi sembra strano, i nostri rapporti sono molto migliorati in questi giorni.

Entriamo in casa in un bizzarro silenzio, la guardo interrogativo mentre si siede a tavola.

- Sanem tutto bene? -

- Sì, sì tutto bene. Sono solo un po' stanca scusami, non penso di essere una buona compagnia stasera -

Gioca con il cibo nel piatto senza prendere un singolo boccone, c'è decisamente qualcosa che non va, non è la Sanem rilassata e solare che ho imparato a conoscere negli ultimi giorni, alla fine è lei a parlare.

- Domani ho da fare, devo andare a restituire diversi volumi che ho preso in prestito in biblioteca e finire di fare alcune ricerche sulla storia di Plymouth per il mio libro. Dovrò poi andare a saldare l'affitto del cottage visto che dopodomani lo lascerò -

Ecco dunque, siamo arrivati al discorso partenza,  è questo che la turba, sto per parlare quando ancora una volta è lei a farlo.

- Evan si è offerto di accompagnarmi all'aeroporto di Londra dopodomani mattina, visto che deve andarci per delle commissioni, perciò penso sia meglio che ci salutiamo stasera e che tu torni già da domani. Immagino avrai da fare a Londra e alla casa editrice per il tuo reportage e, come ti ho detto, domani sarò fuori tutto il giorno -

- Sanem? Non capisco, che succede? Possiamo parlare un attimo per favore -

-Can, sinceramente mi sento tanto stanca, andrei a dormire subito se non ti dispiace -

Si alza e fa per raggiungere la porta della sua camera, la prendo per un braccio e la stringo forte al petto mentre le sussurro.

 -Cosa stai facendo Sanem? Perchè mi stai tagliando fuori dalla tua vita così all'improvviso? Ti ho detto che non ho intenzione di lasciarti andare -

- Ma io devo andare Can, come tu non hai potuto tirarti indietro perchè avevi preso un impegno per il tuo reportage in Venezuela, ora io non posso tirarmi indietro rispetto alla parola data a Kerem, non posso e non voglio.
Lasciamo che ognuno prenda la sua strada Can, è meglio così, firma quei documenti e chiudiamo questa storia, quella promessa poteva essere l'inizio di tutto ed invece si è rivelata non avere nessun significato per il Can che sei ora. Ti auguro tanta fortuna, hoşçakal, addio   -

Si alza sulla punta dei piedi, posa un bacio leggero sulla mia guancia e chiude la porta della sua camera dietro di sè.

Mi siedo sul bordo del divano stordito, com'è successo? Poche ore prima eravamo in macchina felici per aver trascorso una bellissima giornata insieme ed ora mi dice addio? Perchè? Che è successo?

E' spaventata, lo sento, non crede ancora in noi, non crede in me...


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