59 - Io con te

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Can

Ho cercato di convincerla ad uscire da quella stanza per parlare, ma tutto è stato vano, l'ho sentita piangere anche se ha cercato di mascherarlo, non capisco  perchè tutto d'un tratto il suo atteggiamento sia cambiato così repentinamente.
Appoggio la schiena alla porta della sua camera e poi mi lascio scivolare fino a sedermi a terra, trascorro così la notte intera pensando a cosa è meglio  fare.

E' quasi l'alba quando mi alzo risoluto, raccolgo i pochi oggetti che ho tirato fuori dalla valigia e lascio quel cottage che ho tanto amato perchè, è bellissimo certo, ma soprattutto perchè è stato "noi" per qualche giorno.

Prendo il primo treno per Londra ed  ancora una volta il viaggio mi sembra esasperatamente lungo,  ma questa volta ne approfitto per sonnecchiare e per pianificare tutte le mosse da fare per riorganizzare la mia vita nei prossimi mesi.

Tanto è stato già fatto da quando, il primo giorno in cui l'ho raggiunta a Plymouth, ho visto accidentalmente il suo biglietto aereo poggiato sulla credenza.  Ho iniziato da subito a pianificare tutto: ho chiesto ad Emre di spedirmi una valigia con abiti e attrezzatura che mi sarà necessaria nei prossimi mesi, ho prenotato il suo stesso volo aereo per San Diego cercando di prendere il posto  più vicino possibile al suo, ho preso accordi con una casa editrice americana con cui ho lavorato  anni prima per avviare alcune collaborazioni con loro senza dovermi muovere dalla California.

Approfitto delle ore di permanenza a Londra, prima del volo del giorno successivo, per ritirare i bagagli inviati da Emre ad un fermo posta londinese e per passare alla casa editrice ed ultimare alcuni dettagli relativi al reportage in Venezuela.

Torno in albergo la sera con la sensazione di aver chiuso un capitolo importante della mia vita ed  essere pronto ad aprirne uno nuovo con lei. Non sarà facile, me lo  ha dimostrato la sera prima, ma  a questo punto penso sia andata meglio così. 
Se le avessi detto durante la cena, come avevo pensato di fare, che sarei andato con lei a San Diego sono sicuro che avrebbe protestato e  si sarebbe opposta in tutti i modi.

Viste come sono andate le cose invece la metterò davanti al fatto compiuto, una volta  sull'aereo sarà costretta a farsene una ragione ed avrò tutto il tempo per parlarle e convincerla della sincerità dei miei sentimenti.

Raggiungo l'aeroporto in anticipo per evitare di incontrarla, da un angolo nascosto della sala d'attesa la vedo  arrivare e sedersi pensierosa e guardare a lungo verso la vetrata che affaccia sulle piste. Mi si stringe il cuore a vederla così triste e sola,  ma sono rincuorato dal pensiero che presto non sarà più così, presto ci sarò io accanto a lei, sempre.

Lascio che faccia l'imbarco e salga sull'aereo prima di me, non voglio che mi veda finchè non lo deciderò io.

Il mio posto è un paio di file dietro il suo, aspetto che tutti siano saliti a bordo e si chiudano le porte per fare la mia mossa, è arrivato il momento.

Sorrido alla signora che occupa il posto vicino al suo

- Mi scusi, le dispiacerebbe scambiare i nostri posti? Sa com'è,  al momento della prenotazione non sono riuscito a prenotare il posto vicino a mia moglie, siamo sposi novelli e capisce bene che non vorremmo stare lontani tutte queste ore -

La vedo sussultare e girarsi di scatto, evito di guardarla continuando a sorridere alla signora che si intenerisce alla mia richiesta romantica e prontamente si muove per lasciarmi il posto. Mi siedo nel momento in cui si accende la luce che indica di indossare le cinture, allaccio la mia mentre  la vedo  in difficoltà ad allacciare la sua. Mi avvicino per aiutarla e succede di nuovo, nell'immagine che visualizzo siamo in macchina ed io mi avvicino pericolosamente a lei  per aiutarla a liberare la cintura di sicurezza che si è inceppata,  realizzo che, ora come allora, il suo profumo mi ammalia, il suo sguardo mi incanta i suoi occhi brillano di un'emozione forte  come credo i miei.

Mi muovo a rallentatore per finire di allacciare la sua cintura, prendo deciso la sua mano e la porto alle labbra. La guardo intensamente e le sorrido - Pronta a cominciare la nostra vita insieme? -

Mi guarda allo stesso tempo ammaliata quanto me ma decisamente  sbigottita - Can?-

Le poso due dita sulle labbra - Shh, avremo tempo per parlare, ora godiamoci questo viaggio ed il fatto di essere insieme, a me basta questo  per essere felice Sanem -

Continua a guardarmi sconcertata mentre l'aereo comincia a muoversi verso la pista di decollo, la vedo irrigidirsi sul sedile, sorrido intenerito,  a quanto pare ha paura di volare il mio erkenci kuş. 

Scuoto la testa perplesso, e questa da dove arriva? Non è qualcosa che mi è stato detto da qualcuno, deve essere un ricordo, ed ecco in un flash mi vedo entrare in agenzia  e sorridendo le dico - Günaydın, buongiorno erkenci kuş -

Sorrido entusiasta, mi sembra che standole vicino i ricordi ed i frammenti stiano diventando sempre più frequenti, comincio ad avere fiducia che rimanendo accanto o a lei tornerò a ritrovare tutti i ricordi di noi, lo spero tanto, lo vorrei veramente.

Mentre l'aereo decolla le tengo la mano che lei stringe forte in cerca di conforto, ho una stretta cuore al pensiero che ha viaggiato in lungo e in largo per l'Europa negli ultimi mesi senza che ci fosse nessuno a tenerle la mano. La porto di nuovo alle labbra nel momento in cui l'aereo si stabilizza in quota, si gira a guardarmi e io le sorrido incoraggiante.

- Non avere paura Sanem, d'ora in poi ci sarò io vicino a te, sempre e per  sempre -

Sempre e per sempreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora