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Seul, Korea

(You're Mine, Lola Marsh)

Jisung e Minho non si erano visti per bene per quasi cinque giorni, da quel giorno. Minho era troppo occupato per stare un po' con Jisung, e Jisung del resto non voleva disturbare il maggiore. Ma dopo cinque giorni la noia si faceva sentire quindi decise di andare a casa di Felix e stare un po' con il suo ragazzo.

Jisung bussò alla porta della stanza del maggiore sperando che fosse in casa. Senti un leggero "avanti", girò la maniglia entrando nella stanza. Gli occhi di Minho si illuminarono appena vide il ragazzo entrare nella stanza. Jisung sorrise timidamente e si fece spazio nella camera vedendo che Il moro fosse impegnato a lavorare su qualcosa al computer.

"Jisungie" Disse Minho facendo segno di sedersi nelle proprie gambe. Il castano si sedette avvolgendo un braccio attorno al collo del maggiore.

"Ciao Hyung" Salutò Jisung lasciando un piccolo bacio sulla guancia del moro. Minho gli prese il mento fra due dita e unì le loro labbra in un dolce e soffice bacio. Si staccarono poco dopo non volendo ancora approfondire.

"Ciao Jisungie"

"Mi se mancato" Disse Jisung nascondendo il proprio viso nell'incavo del collo del maggiore ispirando il suo profumo. Gli era mancato un sacco.

"Anche tu, scusami ma sto cercando si risolvere una cosa e non ho avuto tempo" Disse Minho sentendosi un ragazzo terribile. Ma doveva trovare a tutti i costi quel bastardo.

"Non fa niente" Lo rassicurò il più piccolo prendendogli la mano e ne baciò il dorso. Minho sorrise come un ebete.

"Ho un idea" Disse il maggiore alzandosi dalla sedia, frugò tra i cassetti della scrivania per un po' tirando fuori due biglietti.

"Hai da fare?" Chiese Minho, Jisung scosse la testa confuso

"Bene, andiamo da qualche parte" Disse in fine il moro guardando il proprio fidanzato.

"Adesso?" Domandò il castano, non era pronto ad un eventuale appuntamento, proprio adesso. Non si era preparato e non era psicologicamente pronto.

"Si, vieni" Minho gli prese la mano, gli mise una delle sue felpe per essere sicuro che non prendesse freddo e uscirono di casa. Jisung era ancora rimasto confuso e frastornato, non aveva la minima idea di quello che avrebbero fatto.

"Dove stiamo andando?" Chiese il minore stringendo la presa sulla mano del maggiore incrociando le dita tra di loro.

"Ti fidi di me Hannie?" Jisung annui, senza dubbio Minho era una delle persone di cui si fidava di più. Arrivarono poco dopo alla stazione dei treni. Jisung si fermò di colpo, Minho si girò per guardarlo.

"Che c'è?"

"Prenderemo un treno?" Chiese Jisung incredulo, sicuramente sua madre l'avrebbe ammazzato se avesse scoperto che era aveva preso il treno da solo senza il suo permesso, e poi non aveva il biglietto

"Si" Rispose Minho

"Non possiamo prendere un treno, mia madre mi ucciderà"

"Non lo farà, ci ho già pensato io" Lo rassicurò il maggiore

"Non possiamo prendere un treno, non abbiamo i biglietti"

"Si che li abbiamo" Minho tirò fuori i biglietti dalla tasca e gli fece vedere al castano.

"Dai andiamo!" Esclamò Minho tirando la mano di Jisung, che dopo un paio di ripensamenti si lasciò andare seguendolo fino alla stazione. Presero il primo treno per Yongin. Erano le sette e il cielo era già buio. Non c'erano molti passeggeri a bordo, e le cabine del treno erano quasi tutte vuote.

THE BOY NEXT DOOR hhj.yjnDove le storie prendono vita. Scoprilo ora