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Seul, Korea

La mattina seguente Jeongin era tornato a casa sua trovando entrami i suoi genitori a litigare, quando sua mamma si accorse che il ragazzo fosse appena rientrato.

"Dove sei stato Jeongin" Chiese la donna già abbastanza incazzata

"Da Jisung" Rispose quest'ultimo cercando di restare il più calmo possibile, ma aveva paura di quello che poteva succedere

"Ho chiamato la madre di Jisung e Felix ieri sera e mi hanno detto che non c'eri" Ribatté la madre, Jeongin finì nel panico non sapendo più cosa dire, era stato sgamato

"Cosa sono quei segni sul collo?" Chiese ancora avvicinandosi per guardarli ancora, il moro si mise una mano sul collo cercando di nasconderli. Era stato stupido da parte sua non coprirli.

"Chi te li ha fatti?" Continuò la madre senza lasciarlo rispondere. Jeongin prese un lungo respiro era il momento di dirglielo

"Il mio ragazzo" Ripose Jeongin

"Il tuo ragazzo?"

"Non è vero, sei solo confuso" Disse la madre scuotendo il capo

"Tesoro lasciarlo stare, va tutto bene" Il padre cercò di calmarla ma senza successo

"Va tutto bene? Nostro figlio è gay" Disse la donna guardando il marito

"Non è mica una malattia, ha il diritto di farsi piacere qualsiasi sesso" Ribatté l'uomo cercando di far ragionare la moglie

"Cosa dirà la gente? Come farà ad avere dei bambini?" Chiese la donna. Jeongin temeva proprio questo, che i suoi litigassero per questo.

"Jeongin sei solo curioso tutto qui, passerà presto" Disse la madre

"Non si cambia la propria sessualità da un momento all'altro" Disse il padre cercando di farla ragionare

"Incontrerai una ragazza e diventerai normale prima o poi"

"Normale? Noi siamo una coppia normale e guarda come siamo finiti, non spetta a noi decidere con chi si metterà!" Il padre lo difese indicandogli di tornare in camera sua, jeongin. Il ragazzo fece di tutto per non piangere e ricacciò indietro le lacrime.

"Non puoi decidere per la sua vita, ha il diritto di scegliere!" Disse il padre

"Fate come volete" Disse in fine la donna uscendo di casa, le loro urla si saranno sentite in tutto il palazzo.

Jeongin si sdraiò sul letto stringendo un cuscino, dando via a un pianto silenzioso. Suo padre lo raggiunse poco dopo.

"Jeongin" L'uomo si sedette accanto al figlio. Jeongin si tirò su sedendosi sul letto, asciugandosi le lacrime

"Non piangere, non è colpa tua" Consolò il padre dandogli qualche pacca sulla schiena

"Mi dispiace" Il ragazzo tirò su con il naso asciugandosi gli occhi

"Non devi scusarti, non hai fatto niente di sbagliato, non ci si sceglie di chi innamorarsi" Jeongin annuì

"Tua madre. ha solo bisogno di tempo per accettarlo, tutto qui" Disse l'uomo alzandosi dal letto.

"Io devo andare a lavoro, è meglio se vai da Hyunjin non c'è molto da mangiare in frigo, quando torno porto la spesa"

"Vado tra poco devo finire alcuni compiti" Ripose il ragazzo

"Va bene, io vado" Disse l'uomo uscendo dalla stanza, il moro emise un sospiro e si lasciò andare sul letto.

-Cavolucci che disastro-

THE BOY NEXT DOOR hhj.yjnDove le storie prendono vita. Scoprilo ora