THE BOY NEXT DOOR hhj.yjn

008

Seul, Korea

Hyunjin si era svegliato con un Jeongin con i capelli scompigliati e la bocca socchiusa ancorato al suo petto che non aveva intenzione di lasciarlo andare.  Lo abbracciò ulteriormente iniziando ad accarezzargli i capelli. Jeongin si svegliò pian piano aprendo gli occhi ritrovandosi il volto del corvino in primo piano illuminato dal sole che sorrideva innocentemente.

Jeongin non potete resistere a tale bellezza e chiude gli occhi stringendo la presa sulla maglietta del maggiore e lo avvicinò a se, come se non fossero abbastanza vicini. Hyunjin chiuse gli occhi godendosi quella straordinaria vicinanza e il calore che il corpo del moro emanava.

Restarono così ancora un po' finché entrambi non si svegliarono. Jeongin doveva comunque andare a scuola, ma non ne aveva nessuna voglia.

« Buongiorno » Disse Hyunjin con voce roca e leggermente impastata dal sonno. Era persino più sexy appena sveglio, più di quanto se lo ricordasse.

« Buongiorno Hyung » Jeongin si ritrovò a sorridere leggermente facendo intravedere l'adorabile apparecchio che portava.

« Sei carino sta mattina » Hyunjin cercava di far arrossire il moro, e puntualmente ci riuscì, le sue gote si colorarono di rosa, ma sorrise comunque. Non disse niente, si limitò a godersi quel momento. Lanciò un'occhiata verso la finestra dove il sole brillava limpido tra le nuvole.

« Dobbiamo alzarci, devi andare a scuola » Hyunjin scosse i corpo del minore cercando di alzarlo, ma quest'ultimo non aveva la minima intenzione di farlo.

"No, non voglio" Mugugnò il moro girandosi dall'altra parte nascondendosi sotto le coperte.

« Bene se non ti alzi sarò costretto a farti il solletico » lo minacciò, ma senza ottenere nessuna risposta da parte del moro, che se ne stava nascosto sotto le coperte con zero intenzione di uscire

« Okay » scostò le coperte dal corpo del moro e si mise sopra di lui senza schiacciarlo ovviamente. Le sue grandi mani raggiunsero la vita de più piccolo e iniziò a fargli il solletico facendo contorcere il ragazzo sotto di lui a causa delle risate.

Jeongin lo pregò di smettere infatti dopo un paio di instanti si fermò e lo lasciò respirare. Jeongin dal suo canto aveva i respiro affannoso, il cuore che batteva all'impazzata, le guance arrossate per il troppo movimento e tutti i capelli in disordine.  « ora, vai a prepararti per andare a scuola » asserì con autorità avvicinando la faccia a quella di Jeongin

« altrimenti? » chiese Jeongin con sguardo di sfida. Non sapeva nemmeno lui doveva aveva trovato tutto quel coraggio, ma era bastato per fai andare fuori di testa il corvino che aveva ancora la presa sui suoi fianchi.

« non vuoi saperlo saperlo » ripose incatenando il suo sguardo a quello del moro. Jeongin non rispose,  rimase fermo lì contemplare la bellezza del moro.

"Io voglio saperlo, dai Hyung dimmelo" ribatté il moro sorridendo, la sua timidezza stava svanendo piano piano, oppure era la sua testa di prima mattina che lo faceva comportare in modo diverso dal solito.

All'affermazione del ragazzo sotto di se, Hyunjin si avvicinò lentamente per baciarlo, ma ci ripensò su. Lui non aveva una cotta per lui e non era giusto che lo baciasse. Così si spostò i capelli dalla fronte e ci lasciò un piccolo bacio sopra.  Jeongin era rimasto un po' deluso, si aspettava un bacio sulle labbra. Il suo primo bacio come si deve, ma non disse niente. Dopo tutto a lui piaceva Chan Hyung no? Si certo come no.

Alla fine dopo un po' il moro cedette e si alzò per andare a scuola, invece Hyunjin tornò nel suo appartamento. « Wow, cosa aspettate a mettervi insieme? » esclamò Felix con ironia dopo aver ascoltato il racconto del moro.

« non gli piaccio neanche » Sbuffo Jeongin strappando ciocche di erba dal prato.

« è per questo che gli hai detto che ti piace Chan Hyung? Che idiota » commentò Jisung ricevendo un colpo sulla testa da parte di Jeongin  « Aia » gemette senza entusiasmo lasciando un'occhiataccia al moro di traverso.

« è stato un piacere » rispose Jeongin per poi sorridere innocentemente. Il castano alzò gli occhi al cielo. « approposito, quand'è che devi vederti con mio fratello? » chiese Felix guardando l'amico. Sperava che solo che tra Jisung e suo fratello andasse meglio.

« domani pomeriggio a casa tua » rispose. Era nervoso, molto nervoso e si sentiva sempre più in ansia ogni momento che passava. Sentiva l'ansia correre tra le viscere, ma non lo diede a vedere. Sembrava tranquillissimo.

« Oh beh assicurati di non fare come Jeongin » disse il biondo ricevendo uno sguardo truce da parte del moro. Prima o poi l'avrebbe ucciso quel biondino australiano. « Taci » borbottò Jeongin continuando a strappare l'erba dal prato con più foga. « Beh per tua fortuna ho un piano B »

« Non ci serve il tuo piano B, ma sentiamo » commentò girandosi verso il biondo

« dovrete fare un modo che vi bacino » Iniziò il biondino con un sorriso malizioso.

« See nei nostri sogni » ribatté Jisung alzando gli occhi al cielo.
Era già impossibile avere una conversazione normale con Minho senza balbettare, ricordarsi di respirare e non arrossire.

« Beh tutto è possibile, e poi il vicino di Jeongin è già caduti ai suoi piedi » Felix si fece lunga risata prendendo in giro l'amico. Jeongin alzò gli occhi al cielo con fare l'annoiato. « Beh chi vorrebbe baciare, uno cesso come me » Farfugliò Jisung sbuffando

« fatti coraggio, non sei male, non sei il mio tipo, ma se non fossi etero ci proverei con te, un bottom piccolo ossuto e indifeso » lo consolò con qualche pacca sulla spalla, Jisung non era certo se prenderlo come complimento o offesa, la ma lasciò correre.

« certo se tu sei etero io sono zio Paperone! » esclamò Jeongin ridendo « è vero! Lo giuro! » gridò con enfasi e il suo volto prese fuoco dall'imbarazzo. Ricevette un colpo in testa da Jisung che lo rimproverò per aver alzato troppo la voce.

« scusate » sussurrò mettendosi di nuovo a sedere.

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Jeongin era in camera sua a riflettere su quello che aveva detto Felix, e in realtà si ritrovò veramente a pensare di baciare il corvino, ma doveva trovare il momento perfetto. Ci rinunciò poco dopo. Era una cosa impossibile, tantomeno che fattibile.