𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐈𝐕

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Dante aprì li occhi s'oi 'n un luogo che mai prima d'ora ave'a visto. Leggermente spaesato si sentiva, no' capendo dove fosse, fin quando no' distinse la figura de lo maestro suo. Quest'ultimo a lui s'avvicinò, chinandosi cautamente s'un ginocchio. Avvicinò 'l suo volto a quello del fiorentino pe' assicurarsi del suo stato, visibilmente preoccupato.

<<Dante, allievo mio, ti sei ripreso mi par di vedere>> proferì dal piacer sospirando lievemente. Porse una mano allungandola in sua direzione, fino a posarla su una gota sua, seppur co' molta indecisione. No' sapeva bene come comportarsi. No' era mai stato guida di qualcuno.

Col pollice provò ad accarezzare co' estrema delicatezza 'l volto del fiorentino, ne la speranza di infondergli sicurezza. Il giovine ebbe la sensazion di sentirsi avvampar le gote pe' qualche istante, ma probabilmente fu tutta impressione sua. O così sperava.

<<Svenuto di n'ovo sei. Mi stavo preoccupando più del dovuto osservando che li occhi ad aprir no' accennavi>> continuò poco dopo.

In quella posizion rimasero pe' qualche istante, senza che nessun proferisse parola. N'ovamente ne li occhi l'un de lo altro s'eran persi, ma ovviamente senza rendersene conto. Era una sensazione che ad entrambi suscitava qualcosa di particolar, ma no' sapevan bene cosa. D'un tratto tornaron a la realtà, e li loro sguardi distolsero.

Il giovine poeta si mise finalmente in piedi, mentre l'altro 'l suo sguardo indirizzò altrove, mutando completamente espressione fino ad impallidire. Cosa che questa volta fece preoccupare il fiorentino.

<<Siam nel Limbo>> disse semplicemente.

Alighieri lo accostò, insieme a lui poi osservò 'l luogo. Eran nel Limbo, dove i non battezzati privi di colpe risiedevan. Fu condotto ad una struttura luminosa, somigliante ad un castello, al cui interno vi eran altri illustri poeti quali Orazio (diretto contemporaneo e amico di Virgilio), Ovidio e Lucano. Più in là, in un verdeggiante prato stavan invece altre figure come Enea, Ettore, Cesare, Aristotele, Platone e Cicerone.

Li due viaggiatori, se così potevan esser definiti, li osservaron pe' un po', pe' poi dirigersi verso 'l cerchio successivo, scendendo sempre verso più 'l basso.

"Io appartengo al Limbo"
"Virgilio appartiene al Limbo", pensaron simultaneamente.

𝑬 𝑻'𝑨𝒎𝒆𝒓𝒐̀ 𝑷𝒆' 𝑺𝒆𝒎𝒑𝒓𝒆 || 𝓭𝓪𝓷𝓽𝓲𝓵𝓲𝓸Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora