𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐈𝐗

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Su le torri de le città le Erinni apparvero, chiaman' Medusa affinché Dante venisse in pietra mutato.

<<Maestro, in roccia io no' voglio esser trasformato!>> piagnucolò su lo petto scoperto di Virgilio. Le vesti di quest'ultimo forte strinse.

<<Metamorfosi in pietra non riceverai. Qualcun sta venendo a salvarci. Temer no' devi>> lo rassicurò una mano sulla testa portandogli. N'ovamente lo copricapo 'li rimosse, li capelli con cura sfiorandoli. Dar'li attenzioni lo cuor 'li scaldava, e il giovan sembrava calmarsi ogne volta che le riceveva. Le loro gote di rosso si tinser lievemente, ma nessun se ne accorse. Eran stretti l'uno a l'altro, e veruno parve volersi privare di quel contatto così piacevole, così intimo.

Un intervento celeste vi fu poi, aprendo le porte di Dite a li poeti. Lentamente da quell'abbraccio, se poteva esser così definito, dovettero staccarsi. Publio volle ne li occhi guardar lo poeta prima di varcare la muraglia. La mano da li capelli a una guancia del giovine fece scivolare, carezzandolo. 'l volto 'li fece verso l'alto alzar pe' osservarlo. Le gote rosse ave'a 'l fiorentino e li occhi leggermente socchiusi, persi chissà dove. Le labbra ancor schiuse, fonte del godibile calor che su lo petto suo prima sentiva.

Virgilio rimase inspiegabilmente incantato da quella vista, tanto che lo battito suo aumentò, quanto lo rossor su le guance sue. Intensamente lo fissò, ammaliato da quell'espressione. La mente sua ad altro no' riuscì a pensar se no' a Dante.

Interrotti furon da li diavoli spazientiti, esortandoli a muoversi. Alla tangibilità furon riportati, staccandosi improvvisamente l'un dall'altro.

<<Ah-e... io->> balbettò 'l più giovane, tentan' di spiegare cose che no' potevan essere spiegate. Il capo chinò verso il basso, lo labbro nervosamente mordendosi. Virgilio perplesso lo guardò, pe' poi un lato della bocca alzar verso l'alto, sorridendo lievemente. Una man gli tese cercando di far finta di nulla, e Dante la afferrò stringendola.

<<Andiamo, mio giovin' poeta>>

L'ingresso solcaron di fretta, ove giacevan gli eretici in sepolcri infocati, in una sconfinata pianura.

𝑬 𝑻'𝑨𝒎𝒆𝒓𝒐̀ 𝑷𝒆' 𝑺𝒆𝒎𝒑𝒓𝒆 || 𝓭𝓪𝓷𝓽𝓲𝓵𝓲𝓸Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora