𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐗𝐗𝐕𝐈𝐈𝐈

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Le immagini che si presentaron a la vista de Dante ne la nona bolgia, furon raccapriccianti. I dannati sanguinavan copiosamente, orribilmente mutilati da lo diavolo custode e che, camminando attorno alla bolgia, si ripresentavan davanti a lui co' le ferite perfettamente rimarginate, pronti a subire nuove mutilazioni strazianti.

Nonostante la vista di quelle anime fosse raccapricciante abbastanza, l'attenzion de lo fiorentino venne catturata da
da un'anima squarciata dal mento all'ano, sicché tutti 'li organi interni eran visibili, tanto che l'intestin fra le gambe era costretto a trascinarse. De Maometto se trattava, che 'nsieme al genero Alì e a tanti altri, la colpa d'aver seminato tra 'li uomini discordie politiche e scismi religiosi stavan scontando. Dopo aver udito che Dante ancora vivo era, molte anime si ferman curiose a guardarlo, ne' mentre Maometto al poeta chiese di raccomandar fra' Dolcino, capo d'un movimento ereticale del tempo.

<<Dante, rimanimi vicino>> sussurrò Virgilio su l'orecchio suo ne' mentre un braccio attorno a la vita 'li avvolse.

Un altro dannato, Pier da Medicina, pregava 'ntato d'avvertir li due migliori cittadini di Fano, Guido del Cassero e Angiolello di Carignano, della lor prossima morte ad opera di Malatestino Malatesta, guercio signore di Rimini.

<<No' preoccuparti Virgilio>> disse co' estrema dolcezza all'amato suo, lo capo girando pe' da'gli 'n bacio su le labbra, no' curandosi di tutte le persone attorno a loro.

Poco dopo lo poeta di rosso vestito, scorse tra li tanti dannati, co' le mani mozze, un fiorentino illustre, Mosca de' Lamberti, colui che fu il seme della discordia tra i Buondelmonti e gli Amidei — all'origine de le lotte fra Guelfi e Ghibellini. Decise d'avvicinarsi pe' poter due parole scambiare, ma quel che trovò fu solo 'no spettacolo da brividi. 'n tronco d'uomo avanzava co' in mano la propria testa, desideroso di parlare. Era anch'egli un poeta, Bertran de Born che, co' li consigli suoi, mise Enrico III contro 'l padre suo, Enrico II d'Inghilterra. L'anima ave'a ora 'l capo staccato dal tronco, perché il padre dal figlio ave'a diviso.

Alighieri ritrasse co' estrema cautela, meravigliandose di reggersi ancor in piedi, ma forse troppo presto ave'a parlato. 'l viso suo era divenuto pallido, quasi cadaverico e la testa a girar'li iniziò. Si rivolse quindi verso Publio, che la situazione ave'a già capito: lo shock stava facendo sentir male lo giovine. Lo prese prontamente in braccio prima che le forze lo corpo suo abbandonassero e svenisse, portandolo lontano da quel posto. In terra lo posò, co' la schiena contro 'l muro: <<Hei, riprenditi Dante>>.

'l fiorentino lo fissò co' li occhi ridotti a due fessure, senza riuscir a far altro. Fu così che lo romano capì che prima di tutto necessitava di respirar e prender aria. La veste rossa gli sbottonò, facendo lo stesso co' 'li altri strati di tessuti che lo corpo 'li avvolgevan, liberando 'l torace e poi la testa dal copricapo. Iniziò poi a soffiar delicatamente su lo viso suo aria fresca, speranzoso che conoscenza mo' perdesse. Si prese cura di lui pe' qualche altro minuto, fin quando Dante no' riprese pian piano colorito.

<<Virgilio...>> sussurrò tentando lentamente di rimettersi 'n piedi, ma fu fermato.

<<Aspetta... prima devi dirmi come ti senti>> chiese preoccupato carezzando'li una guancia. In risposta 'l fiorentino sorrise, a sé tirandolo e lo capo facendo'li poggiare su lo cuor suo. Marone si ritrovò ad arrossire no' appena entrò a contatto co' la pelle calda dell'uomo. Pote'a sentir lo petto suo far su e giù ogne volta che respirava, e lo cuor pulsare. Le labbra su un pettorale 'li posò, dando un lieve bacio.

<<Dante...>> sospirò poi abbracciandolo, la tunica 'nsieme al resto de li vestiti lungo le spalle del poeta facendo scivolare. Il giovine sorrise li riccioli biondi del poeta iniziando ad accarezzare co' cura, beandosi anch'egli de lo caldo respiro dell'uomo.

<<Grazie... m'hai salvato anche stavolta>> proferì di più a sé stringendolo, pe' poi assopirsi poco dopo, seguito a ruota dall'altro. 

𝑬 𝑻'𝑨𝒎𝒆𝒓𝒐̀ 𝑷𝒆' 𝑺𝒆𝒎𝒑𝒓𝒆 || 𝓭𝓪𝓷𝓽𝓲𝓵𝓲𝓸Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora