𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐗𝐗𝐕𝐈𝐈

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Ulisse e Diomede si stavan già allontanando, quando la fiamma de un altro fraudolento giunse. Co' estremo sforzo a far udire la propria voce riuscì. L'anima 'n pena, la parlata lombarda de Virgilio riconobbe, e pe' questo decise de informarse se i romagnoli fossero 'n pace o 'n guerra.

Virgilio invitò così 'l fiorentino a risponder al quesito, lo quale co' piacere illustrò la geografia politica de la Romagna e dimandando poi al dannato la sua identità affinché, una volta tornato potesse rinnovarne la fama n'ovamente.
Si trattava de Guido da Montefeltro, uomo d'arme e di frode, che, convinto dell'impossibilità pe' 'l giovine di tornare sulla terra, narrò la vicenda sua.

Alighieri e Marone lo ascoltaron raccontar di sé, o pe' meglio dire, il poeta in rosso ascoltò e il romano mirava l'uomo di cui s'era innamorato. 'l condannato raccontò che era divenuto frate francescano pe' poter espiare le proprie colpe e guadagnar la vita eterna, e ci sarebbe riuscito se stato no' fosse pe' papa Bonifacio VIII. Questi infatti, in guerra co' la famiglia dei Colonnesi, a Guido chiese un ingannevole consiglio pe' poterli batterli, promettendogli anticipatamente l'assoluzione pe' il peccato suo. Guido cedette alla richiesta e diede il suo consiglio.

Mentre egli parlava, Virgilio s'era ritrovato a carezzar la mano del più piccolo, che 'n cambio fece lo stesso, facendolo arrossire. Si scambiaron qualche occhiata di tanto in tanto, ne' mentre la voce 'n sottofondo continuava a parlar di sé. Continuaron a regalarsi qualche altra carezza fin quando lo romano no' intrecciò timidamente alcune dita con quelle de l'altro. Lo capo girò leggermente a lo opposto lato, 'n modo da poter arrossire senza che li occhi bruni de lo fiorentin lo notassero.

Quando l'anima 'n pena su storia terminò di contare, Dante e Virgilio proseguiron 'l lor cammino, ma prima di giunger a la nona bolgia, vollero dedicarsi gentili attenzioni. Andaron così a la ricerca d'un luogo dove poter sostare indisturbati, trovandolo poco distante dal posto in cui eran. L'un a lo fianco de l'altro s'accomodaron, senza però dir nulla.

<<Maestro>> proferì 'l fiorentino dopo qualche minuto passato a contemplare il paesaggio, anche se di bello c'era ben poco.

<<Mh Mh?>>

<<Ecco, no' so ben come spiegar tutto questo a parole, perché dentro me c'è una tempesta d'emozioni sin da quando ho intrapreso questo viaggio. Ma...>> spiegò molto lentamente pe' poi voltarsi in direzion de la guida, le sue mani afferrando. Iniziò a carezzarne il dorso sotto l'attento e compiaciuto sguardo del verseggiatore antico, che accennò un sorriso come invito a continuare.

<<Ora son certo di quel che provo. E... posso dir' con sicurezza che pe' te provo 'n sentimento davvero forte, che lo cuor mi fa batter all'impazzata ogne volta che son al tuo fianco, ogne volta che mi guardi, mi sfiori, mi regali dolci attenzioni>> proseguì le loro mani intrecciando e forte stringendole.

Ne' mentre lo poeta da li dorati riccioli, ad arrossir come 'l fuoco si trovò. Lo cuor suo, come 'lo de Dante in fin dei conti, stava battendo all'impazzata, quasi stesse pe' esplodere. Li occhi s'oi divenner lucidi, come se un fium di lacrime stesse pe' solcar le proprie guance. Le mani sue, ancora strette a quelle del fiorentino, ave'an iniziato a tremar pe' l'emozione, e il giovine, accortosene, decise di portar a termine quel che da dire ave'a.

<<Quel che voglio dire, maestro mio, è che... t'amo co' tutto 'l cuore mio>> concluse co' molta fatica, la voce tremolante e li occhi luminosi. Virgilio all'udir quella frase più no' resse, scoppiando in un pianto de felicità insieme al giovine. Entrambi si uniron in un forte abbraccio come mai lo era stato. Un abbraccio che riuscì a esprimere i loro sentimenti meglio di quanto avrebbero potuto far a parole.

Rimasero lì a gettar lacrime di gioia, senza mai separarse da quella stretta.

<<Mi son innamorato anch'io di te, Dante>> riuscì a sussurrare a fatica anch'egli. Frase che fece tamburellar lo cuor d'Alighieri ancor più forte. Nel loro mondo ancor 'na volta si rinchiusero, rimanendo abbracciati pe' chissà quanto altro tempo, a baci, abbracci e carezze scambiarsi, godendo ognun de la presenza de l'altro.

<<Voglio star con lui pe' sempre>> pensaron all'unisono. 

𝑬 𝑻'𝑨𝒎𝒆𝒓𝒐̀ 𝑷𝒆' 𝑺𝒆𝒎𝒑𝒓𝒆 || 𝓭𝓪𝓷𝓽𝓲𝓵𝓲𝓸Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora