𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐗𝐈

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In un n'ovo ambiente giunser ancor 'na volta, ma era un posto bizzarro e intollerabilmente maleodorante. Li due poeti dietro la tomba di papa Anastasio II si ripararon, pur di assuefarsi da quel tanfo nauseante.

Della sosta approfittaron pe' recuperare energie e a lo fiorentino spiegar l'ordinamento de lo Inferno. In terra si sedette Virgilio, cenno facendo all'altro di far lo stesso. Quest'ultimo s'accomodò, da Publio venendo avvicinato a sè con un braccio. Eran molto vicini, tanto che lo calor de lo corpo dell'altro potevan sentire.

Dante agitatamente le mani e lo labbro si torturava. Lo poeta antico pe' parlare approfittò, lo ghiaccio rompendo:

<<Mio buon amico, ti va se ti spiegassi lo ordinamento de li Inferi?>> chiese.

<<...sì, certo maestro>> proferì con un pizzico d'agitazione in su tono.

Virgilio una mano de lo fiorentino sfiorò, pe' poi afferrarla il dorso accarezzandone. Codesta azione fece lievemente entrambi arrossire, ma Publio no' si fermò dal far posare lo capo di Dante su la spalla sua: <<Rilassati Dante>> bisbigliò, <<Ti vedo troppo teso>>.

<<Ancora tre cerchi restan da attraversare: lo settimo, l'ottavo e lo nono, onde rispettivamente li violenti, li fraudolenti e li traditori son puniti>> iniziò a spiegar lentamente, senza smetter di carezzargli la mano.

<<Maestro, ce la farò a tornar in superficie?>> chiese penseroso.

<<Senz'altro>> rispose, seppur con un quasi impercettibile tono di tristezza ne la voce sua.

<<Eppur pare un viaggio così difficile. Così lungo e d'insidie pieno>>

<<Temer non devi. Qui con te ci sono anch'io>>

<<Consapevole ne sono, ma->>

<<Ti proteggerò>> lo interruppe nel mezzo de la frase sua. Dante parola non spiccicò, tanto sorpreso da quell'affermazione era, <<A qualsiasi costo.>> continuò lo poeta.

Dante arrossì, lo viso nascondendo su lo collo di Virgilio. Quella era frase piena di determinazione. Publio era proprio un vero uomo, così raro da trovare ai giorni moderni. Rimasero in silenzio. Alighieri la mano del suo compagno poi prese, vicino le labbra sua portandola. Un delicato bacio lasciò sul dorso, pe' poi stringerla, sul suo petto portandola. Questo gesto 'li era venuto così naturale, e fu proprio quella naturalezza che fece brutalmente emozionare Publio, lo battito suo facendo aumentare.

<<Grazie, mio maestro>> mormorò 'l più giovine, sorridendo senza neppur accorgersi.

Virgilio di più a sè lo strinse, i loro corpi facendo toccare, sentendo n'ovamente quel tepore così piacevole. Un sospir di appagamento fecer tutti e due. Pe' un tempo non determinabile così rimasero, l'uno stretto all'altro, ne lo loro mondo, fino ad addormentarsi.

Fuori dalla città di Dite vi eran i peccatori per incontinenza che 'l loro arrivo attendevan.

𝑬 𝑻'𝑨𝒎𝒆𝒓𝒐̀ 𝑷𝒆' 𝑺𝒆𝒎𝒑𝒓𝒆 || 𝓭𝓪𝓷𝓽𝓲𝓵𝓲𝓸Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora