19 Un incontro inaspettato

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Adesso Sveva era seduta al suo posto, sull'autobus semi vuoto. Grazie alla bassa affluenza di viaggiatori in quel periodo, si era potuta concedere certi lussi a cui senz'altro avrebbe dovuto rinunciare se ci fosse stata la solita ressa. E così, con il sedile reclinato, se ne stava completamente rilassata a godersi in tutta tranquillità quella trasferta e quel magnifico panorama. Notò, con piacere, che le poltrone in velluto, contrariamente alle precedenti esperienze, dovevano essere state sanificate di recente, perché emanavano proprio il profumo classico di pulito di quei mezzi. Inoltre la sensazione di calura, immediatamente percepita, era stata completamente annullata dall'aria condizionata sapientemente regolata.

Così era lì, distesa, persa tra le sue riflessioni, in contemplazione del magnifico paesaggio, non costretta, per fortuna, a sorbirsi le chiacchiere di una loquace vicina o la permalosità di un contrariato viaggiatore. Era sola con se stessa, senza distrazioni. Pensava ai suoi genitori, a come li avrebbe trovati. Pensava a tutte le cose che avrebbe voluto fare. L'odore del fieno, che lentamente si diffondeva nell'abitacolo, fino a raggiungere la sua postazione, le fece ricordare i vecchi racconti di suo nonno che, ancora piccina, la tenevano inchiodata tra le sue braccia anche per ore. Prima che arrivasse la meccanizzazione, negli anni '50, quando arrivarono le presse, e ancor prima delle falciatrici, la fienagione veniva fatta manualmente, ed era anche un lavoro molto pesante, sebbene tra vicini ci si aiutasse. A rotazione, infatti, gli agricoltori si recavano nei poderi dei compaesani a dare una mano. Le venivano in mente, tra i campi, le file di uomini di cui parlava il nonno. Doveva essere strano guardare quelle povere persone, predisposte a scaletta, come tanti soldatini, con in mano la falce fienaia. "E guai a superare l'altro!": lo diceva sempre il nonno." Bisognava mantenere la posizione iniziale, per evitare di ferire il vicino". Poi, il nonno, le parlava dell'accordonatura, cioè della creazione di mucchietti di fieno, e di tutte le varie fasi di quell'attività fino al trasporto nell'aia, che avveniva sui carri trainati dai buoi. E ancora le raccontava della fiera alla quale partecipava, quando era ancora bambino, che coincideva con la fine della falciatura.
Che bei racconti!
La mamma conservava ancora una vecchia foto del nonno che lo ritraeva con in mano un grosso forcone. Adesso quel buonissimo odore di fieno appena tagliato le faceva venire in mente l'estate, il mare, l'anguria, la sabbia. Chissà che avrebbe detto il nonno guardando quella stessa terra?!

La campagna, ora, era tutto un brulicare di trattori... e quei giganteschi mostri motorizzati stridevano con le distese dorate dei campi, disseminate ora da gigantesche balle, come pedine di una scacchiera, ora da file interminabili di fieno, che aspettavano soltanto di essere raccolte. Tutte quelle descrizioni le piacevano da morire e quanto avrebbe dato per ritornare ancora bambina, per sentire anche soltanto per un attimo quei racconti. Presa da questi ricordi era sul punto di addormentarsi quando, all'improvviso, una brusca sterzata del veicolo la fece sobbalzare. Non doveva essere successo nulla di grave e in fondo mancava soltanto un'oretta per arrivare a destinazione. Pertanto, mentre gli altri si accingevano a domandare, chiedere spiegazioni, Sveva, incurante, volle restare lì, senza indagare.

Quello che era stato fino ad allora un viaggio tranquillo rischiava di rovinarsi ed era ciò che avrebbe evitato con tutta se stessa. Nel prendere una bottiglietta di acqua da un vecchio zainetto che usava soltanto per viaggiare, trovò dei piccoli flaconcini con la dicitura "Fiori di Bach". Le vennero in mente le parole di Betta: "Quando dimenticherai di prenderli, il rimedio avrà fatto effetto!"

Il problema ora era un'altro: quale avrebbe dovuto prendere delle due boccette? Rescue Remedy o Cherry Plum?

Sarai tu quello giusto? si chiese.
Pensò che, trattandosi di prodotti omeopatici, anche una somministrazione sbagliata non avrebbe provocato effetti devastanti. Decise di prendere una goccina di entrambi, aiutandosi con la pipetta. I "rimedi" erano cinque e così ne mandò giù una, poi un'altra.

L'incertezza di Sveva.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora