E mentre la suora prendeva tempo, optando per non dir nulla a Marco e sperando che le sue azioni e quelle di Sveva non portassero a conseguenze irrimediabili, la donna continuava a guidare furiosamente, come fosse una ladra, senza una meta. Il ticchettio provocato dal ragazzo sul finestrino, costante, maledettamente uguale, cominciò a darle sui nervi. Era nuovamente agitata.
Forse l'aveva fatta grossa?«Benedetto, perché non mi dici a cosa stai pensando?» gli chiese osservandolo dallo specchietto retrovisore.
Ma a quella domanda non seguì alcuna risposta. Le dita, battute in modo ritmico sul vetro, il silenzio così prepotentemente presente, tutta quella situazione l'aveva già vissuta. Relegati nella parte più remota dei suoi pensieri, quei ricordi riaffiorarono violentemente; non era sola con Benedetto, c'era anche Marco, completamente fuori di testa. Le immagini scorrevano veloci nella sua testa, come frammenti, parole, e in quelle memorie un Marco che gridava la sorprese, essendo insolito per un uomo così pacifico come lui avere impeti d'ira. Avrebbe voluto vedere oltre...
Forse stava impazzendo?La testa, in quel vano tentativo di mettere a fuoco quelle emozioni del passato, incominciò a pulsarle. Trasalì pensando a un profumo di donna...
Stava letteralmente diventando matta e Benedetto, col suo atteggiamento, non l'aiutava.«Smettila, devi smetterla hai capito?» urlò all'improvviso pentendosi subito dopo del suo comportamento.
Si fermò con la macchina, per prendere ossigeno e per parlare a quel ragazzino scontroso e più cupo che mai.
«Scusami tesoro», disse, cercando di convincere anche lui a scendere dal mezzo per abbracciarlo e farsi perdonare.
Non ottenne nulla. Era disorientata, completamente persa. Chiamò Betta, ma il telefono squillò a vuoto. Forse era già sul treno o si apprestava a farlo. Le lasciò un messaggio vocale, svelandole quello che aveva fatto e rimproverandola ancora una volta di averla abbandonata. Continuò a passarsi le mani tra i capelli, rendendosi conto che la sua agitazione era ingiustificata; in fondo la suora aveva il suo numero, eppure non l'aveva chiamata. Avrebbe dovuto rasserenarsi per questo. Doveva soltanto fare una passeggiata con Benedetto e l'indomani trovare un'escamotage per portarlo all'audizione. Doveva soltanto calmarsi.Non ci fu verso. Il cellulare continuava a tacere mentre migliaia di voci e presentimenti s'inerpicavano nella sua mente. Rammentò quello che le diceva Marco quando era agitata e, inevitabilmente, ripensò a lui. Le sue carezze, i suoi baci, le mancavano tanto, ma non doveva ricascarci ancora. Nonostante tutto non riusciva a immaginarsi accanto a nessun altro uomo. Non avrebbe più trovato nessuno come lui, così dolce, così vero. Rientrò in macchina e guardando il ragazzino constatò che anche lui le ricordava Marco. Era necessario darci un taglio e subito, tanto più dopo la confessione di Marco. Aveva un'altra donna; il padre di sua figlia aveva un'altra relazione. Così le venne in mente Rashad, il suo salvatore, e il giorno dell'aggressione. Era su di lui che sarebbe stato opportuno concentrarsi, per il bene di tutti. Quelle braccia forti che l'avevano attratta a sé, che l'avevano salvata...
Lo rivide mentre parlava con Betta ed ebbe un sussulto al cuore rievocando vecchie sensazioni, ingiustificati timori. Doveva accantonarli perché ne era quasi certa, non poteva non essere così: lui l'aveva sempre desiderata, era proprio lei che voleva e probabilmente lei ne era stata sempre attratta.E poi c'era Benedetto, particolare non trascurabile; era per lui che si era recata da Rashad quella sera, era di lui che gli avrebbe parlato se non fosse stato per quell'incidente. Era deciso, si sarebbe recata al suo studio, come si era proposta inizialmente, come era giusto che facesse, scaccia do via ogni altro pensiero.
Fatto un bel respiro, ampio e profondo, e ritrovata la pace interiore, sentì piano piano dissolversi la tensione e diminuire tutte le preoccupazioni.
Anche Benedetto sembrava più tranquillo, quand'anche non avesse proferito parola. Inviato l'ultimo messaggio a Betta circa la pace ritrovata e i buoni propositi, incominciò a canticchiare e a parlare con il ragazzino.
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L'incertezza di Sveva.
RomanceA volte la vita ci mette a dura prova e le persone su cui contiamo, i fondamenti della nostra esistenza, possono venire meno inaspettatamente. È quello che è accaduto a Sveva. Questa è la storia di una coppia perfetta, Sveva e Marco, di una famiglia...