Capitolo 1

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Salve a tutti. Questa è la prima volta che pubblico una mia fanfiction online. 

Questo capitolo è stato scritto sull'impulso del momento, mi sentivo inspirata e ho deciso di provare.

Non gioco, guardo, leggo nulla che sia minimamente horror. Mi fanno troppa paura. Ma Lady Dimitrescu ha attirato la mia attenzione e quindi, dopo essermi informata un poco sul gioco e sulla sua trama, ho deciso di scriverci qualcosa.

Il 29 agosto ho ripubblicato il capitolo con una versione (credo e spero) migliorata. La prima versione è stata pubblicata quando la storia non aveva ancora una trama precisa ma adesso che ho le idee un po' più chiare, ho voluto adattare i primi capitoli.

Non so a che punto saranno i successivi quando leggerete questo capitolo ma sto lavorando su quelli nuovi e anche per migliorare quelli già pubblicati.

Buona lettura :D

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La neve cadeva fitta già da qualche ora in quella fredda giornata ma l'interno del castello era caldo grazie ai diversi camini sempre accesi. Kate camminava per i corridoi dell'immensa dimora, una cesta di panni tra le braccia. Si stava dirigendo verso la lavanderia per lasciare lì i vestiti da lavare di Miss Daniela, la più piccola delle figlie della sua signora. Le sue gambe si muovevano da sole, la sua mente lontana e persa nei ricordi. In particolare, stava pensando al primo ricordo che aveva della sua vita, iniziata il giorno precedente al suo arrivo al castello.

Freddo. Dolore. Paura. Queste furono le prime parole che le vennero in mente quando i suoi occhi si aprirono piano. Non sapeva, però, perché stava pensando proprio a quello e perché era l'unica cosa a occupare la sua mente. Rimase sveglia per pochi secondi, senza le forze di muoversi o anche solo di aprire gli occhi, prima di ricadere preda dell'oscurità.

Quando si svegliò nuovamente, la sua mente era più lucida e le diede modo di elaborare ciò che la sua vista ancora offuscata riusciva a vedere. Pareti in legno la circondavano ma il luogo in cui si trovava le era sconosciuto. Provò a muoversi ma subito fitte di dolore la colpirono, togliendole il fiato mentre gemiti di dolore sfuggivano dalle sue labbra. Così rimase immobile, sopportando quel dolore che lentamente spariva, quando udì un rumore di passi avvicinarsi a lei. Voltò lo sguardo verso la persona china vicino a lei, chiudendo poi gli occhi quando qualcosa di freddo le venne posato contro la fronte, una sensazione piacevole. Chiunque fosse, provò a parlarle ma le parole suonarono strane, incomprensibili per lei.

- Non capisci la nostra lingua, vero? - stavolta, il senso di quelle parole le fu chiaro. A parlare era stata una ragazza, la voce delicata come il suo tocco. Lei si limitò ad annuire, sentendo la gola troppo secca per provare a parlare.

- Capisci questa, però. Bene, almeno potremo comunicare - si voltò a guardare la ragazza ma si sentiva ancora troppo stanca e dolorante per riuscire ad aprire bene gli occhi. Era certa solo di una cosa, era stesa in un letto, in una casa che non conosceva chissà dove nel mondo.

- Ti aiuto a bere - le disse la ragazza, assistendola poi nel mettersi seduta, con calma e cercando di farla soffrire il meno possibile. Kate sentì contro le labbra il bicchiere e lentamente iniziò a bere quando l'altra lo inclinò per lasciar scivolare l'acqua nella sua bocca - Piccoli sorsi. Ecco, così -

- G-grazie -

- Allora sai parlare - Kate non riuscì a vederlo ma immaginò il sorriso sulle labbra dell'altra. Altre voci giunsero alle sue orecchie, alte e agitate ma non riuscì a comprendere le loro parole. Erano un uomo e una donna ma il motivo di quella lite, o almeno quella che credeva essere una lite, le era sconosciuto. Anche l'attenzione della ragazza si spostò sulle altre due persone prima di alzarsi e chiudere la porta, attutendo così i suoni, mentre uno sguardo triste compariva sul suo volto.

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