Capitolo 14

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Buona lettura

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- Mia signora! - Kate fissò Lady Dimitrescu mentre avanzava verso di lei, un sorriso dolce sulle labbra. La donna si fermò quando sentì Clara chiamarla ma la cameriera attese che la sua signora si voltasse prima di continuare. Lady Dimitrescu rimase immobile qualche secondo, abbandonando lo sguardo tenero rivolto a Kate per uno più annoiato. La ragazza la osservò mentre sospirava forte, prima di posare pollice e indice contro la radice del naso e scuotere la testa piano. La sua signora poi riguadagnò la sua solita compostezza e si voltò verso la cameriera, una mano posata sul fianco. Kate si ritrovò a fissare la schiena della donna prima di abbassare lo sguardo su Clara quando riprese a parlare - Che succede adesso? -

- Non devi preoccuparti. Mi avete detto la verità e vi ho dato la mia parola. Non vi farò del male - le tre cameriere sospirarono sollevate sentite quelle parole e Kate vide le loro spalle finalmente rilassarsi e lei le imitò.

Sentì un enorme peso sollevarsi dalle sue spalle, quel senso di colpa che aveva provato fino a pochi secondi prima iniziò a scemare. Quando sospirò, si portò una mano al petto e subito una fitta di dolore le ricordò della ferita sul palmo della mano.

Il taglio profondo era stato causato proprio dalle sue compagne di stanza, in un tentativo banale di mantenere il loro segreto. Clara lo aveva fatto per cercare di salvare la sua vita e quella della altre due ragazze ma, si chiese Kate, era stata sollevata di vedere che era ancora viva come lo era lei di sapere che Lady Dimitrescu le avrebbe risparmiate? Aveva esitato prima di decidere di mandarla a morire? O aveva agito senza nessuno rimorso?

Quelle domande non avevano una risposta, ma le lasciarono un senso di solitudine che le opprimeva il petto. Non sapeva nulla del suo passato, chi era, da dove veniva, se qualcuno sentiva la sua mancanza e se la stavano cercando o se era stata sempre sola come in quel momento. Aveva appena capito, però, che tra le mura di quel castello, nessuno teneva a lei. Nessuno sembrò notare i suoi occhi pieni di lacrime, la sua signora e le figlie erano concentrate sulle cameriere e queste ultime erano troppo felici di essere sfuggite a una severa punizione.

Sicuramente Lady Dimitrescu le avrebbe mandate a lavorare nel vigneto. Quella era una delle punizioni meno severe che poteva essere impartita a chi disobbediva alle regole. Almeno non avrebbero dovuto lavorare insieme. Kate non voleva lavorare a contatto con loro, non sapeva come fidarsi ancora delle tre ragazze dopo aver scoperto quanto valore aveva la sua vita per loro.

Era certa che quel pensiero era condiviso dalle tre colleghe, dopo essere state denunciate da lei era poco probabile che desiderassero averla intorno. Avrebbe chiesto alla sua signora di essere congedata per andare a cercare Lara per richiedere una nuova stanza dove dormire, per non condividere più nulla con loro.

- Lo stesso non posso dire delle mie figlie -

Kate sentì Lady Dimitrescu pronunciare quelle parole ma la sua mente non le registrò subito, troppo impegnata a elaborare un piano per tenersi lontana dalle tre cameriere.

Un luccichio attirò la sua attenzione, però, seguito immediatamente da altri due. Alzando lo sguardo e vide la luce delle fiamme riflettersi sulle lame delle falci delle tre vampire e solo in quel momento capì il senso della frase della sua signora.

I sorrisi sadici che vide sui volti di Bela, Cassandra e Daniela la fecero rabbrividire e l'oppressione che sentiva nel petto divenne panico. La sua mente le urlò di fare qualcosa per fermarle, avvertire le tre colleghe del pericolo alle loro spalle ma rimase paralizzata dalla paura, il sangue come gelato nelle vene.

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