Capitolo 12

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Ed eccoci qui con un nuovo capitolo. 

Il 6 febbraio 2023 è stata pubblicata una nuova versione. Stessi eventi ma raccontati in modo migliore.

Buona lettura

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Alcina rimase immobile fuori dalla sua camera per qualche secondo, continuando a stringere la chiave che aveva usato per chiudere dentro la giovane. Era più che certa che la ragazza avrebbe eseguito il suo ordine, rimanendo nella stanza come le era stato detto, sopratutto visto lo stato in cui l'aveva lasciata.

Il pianto della cameriera era forte, Alcina avrebbe potuto udirlo chiaramente anche senza usare il suo udito più sviluppato. Poteva sentire i suoi singhiozzi, il ritmo irregolare del suo cuore e del suo respiro, ogni suono colmo della disperazione che stava provando.

Quella povera, piccola, ragazza si era ritrovata in una spiacevole situazione e ne era rimasta vittima. Nella mente di Alcina erano rimasti impressi gli occhi verdi della giovane, così intensi e pieni di dolore quando era stata costretta a dire ciò che sapeva. La vampira non poteva dire di essere rimasta indifferente.

Sfilando la chiave dalla serratura e infilandola nella tasca del suo abito, la signora del castello iniziò a muoversi nel corridoio, facendo il possibile per ignorare ciò che provava. Ma quella stretta al cuore era intensa, portando Alcina a posare una mano sul suo petto per ascoltare il ritmo dettato dalle sue emozioni.

Cosa stava provando? Dispiacere? Rimorso? Verso Katherine? Non le sembrava possibile, non quando le sue azioni erano state dettate dal suo desiderio di tenere le sue figlie al sicuro. Non poteva sentirsi così nei confronti di una delle tante cameriere del suo castello, una semplice umana che era stata semplicemente la chiave per scoprire la verità.

Eppure continuava a sentire una forte oppressione al petto e la mente era tormentata dalle immagini del volto di Katherine contorto dalla disperazione.

- Per Madre Miranda! Che demone mi ha posseduta? - si chiese quando le sembrò di sentire il cuore sussultare al pensiero dell'angoscia che doveva provare Katherine.

Alcina scosse con forza la testa, cercando di scacciare quei pensieri dalla sua mente e dal suo cuore. Doveva concentrarsi su altro e occuparsi delle tre cameriere che aveva osato ferire la sua amata Bela. Avrebbe dovuto trovare una punizione adatta a loro, immaginare tutte le sofferenze e torture che avrebbe inferto insieme alle sue figlie.

Aveva bisogno di qualche attimo per sé e c'era solo una cosa fare per riuscire a liberare la mente.

La mani di Alcina si posarono contro le maniglie della porta che la separava dalla Sala dell'Opera, spalancandole per poi camminare decisa verso il pianoforte, come aveva fatto in passato quando aveva avuto bisogno di rilassarsi.

Quanto volte si era ritrovata in quella stanza dopo un incontro con Madre Miranda e gli altri Lord? Tante, sopratutto per colpa di Heisenberg. Quante volte aveva suonato quel meraviglioso strumento dopo aver rimproverato le figlie per qualcosa che avevano fatto? Molte più volte di quelle che voleva ammettere.

Sfiorò delicatamente i tasti del pianoforte, senza suonarli per davvero. Fece pressione su uno dopo qualche momento, ascoltando il suono che emise e lasciandosi avvolgere da esso. Prese posto sullo sgabello, sospirando piano mentre posava le mani contro lo strumento, chiudendo gli occhi solo per un secondo prima di iniziare a suonare.

Non aveva nessuno spartito davanti, non stava suonando nessun brano conosciuto. Lasciò che le sue emozioni la guidassero nella creazione di quella melodia che adesso la circondava. La musica era carica di rabbia, il suo suono profondo mentre Alcina pensava alle tre traditrici.

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