Capitolo 4

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Il 10 gennaio 2022 questo capitolo è stato riscritto e pubblicato nella sua nuova versione.

Gli eventi sono gli stessi ma raccontati in modo migliore (secondo il mio parere)

Buona lettura.

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La domanda di Lady Dimitrescu continuò a rimbombare nella testa di Kate ma ogni volta che la sentiva, la voce era sempre diversa, mutando da quella profonda della donna a quella più roca di Lara.

Il castello si mostrò alla ragazza quando gli alberi si diradarono, lasciandola immobile per la sorpresa. Sapeva che avrebbe trovato un castello alla fine del sentiero nel bosco, lo aveva intravisto anche dal villaggio, ma non si era immaginata nulla di simile. L'immensità e maestosità della costruzione la lasciarono meravigliata ma anche spaventata, immobile sul posto quando i suoi piedi di rifiutarono di avanzare.

Appena si riscosse dal suo fissare, attraversò l'immenso giardino che separava il cancello dalla porta d'ingresso, notando quanto fosse curato il vialetto e le diverse statue che decoravano l'immenso spazio.

Senza pensarci due volte, bussò contro l'enorme porta del castello, chiedendosi se qualcuno sarebbe veramente riuscito a sentire quel piccolo suono vista la grandezza del posto.

I suoi dubbi ricevettero risposta quando le porte si aprirono e una donna di mezza età si mostrò a lei, una divisa da cameriera addosso e uno sguardo diffidente rivolto alla ragazza.

- E tu saresti? - domandò, la voce roca e fredda.

- Io... - non esisteva una risposta a quella domanda nella sua mente ma ricordava cosa le aveva detto la madre di Isabelle - Sono qui per lavorare - la sua voce suonò insicura, incerta se con quelle parole avrebbe trovato davvero aiuto.

La donna non disse nulla, la osservò dalla testa ai piedi, negli occhi marroni un accenno di diffidenza.

- Vieni, ti stavamo aspettando -

La cameriera anziana la guidò per diversi corridoi dalle pareti decorate in oro, attraversarono stanze dall'aspetto magnifico e regale e tutto quello mise in soggezione la giovane, facendola sentire piccola in quell'immenso castello.

Si fermarono dopo aver sceso una lunga scala, ritrovandosi in un'ala del castello a cui mancava la ricchezza che la ragazza aveva osservato fino a quel momento.

Le pareti non erano decorate come le precedenti ma fatte di roccia ruvida, diverse torce appese lungo di esse per illuminare la lunga strada.

Mentre la donna continuava a guidarla lungo quel corridoio con tante porte a segnare la sua lunghezza, altre ragazze vestite da cameriera camminava verso la direzione da cui lei era arrivata, riservando saluti alla donna e sguardi confusi e preoccupati a lei.

La donna si fermò davanti una porta e la aprì, lasciando entrare prima la giovane per poi seguirla.

La stanza era piccola, lo spazio occupato da quattro letti, altrettanti comodini, due armadi e un piccolo tavolo sotto la minuscola finestra, ogni angolo occupato da una sedia in legno.

- Come ti chiami? - le chiese la donna che l'aveva lasciata entrare nel castello.

- Cosa? -

- Il tuo nome, dimmelo - ordinò la cameriera ma l'unica risposta che ricevette fu silenzio - Mi serve il tuo nome per avvertire la signora del tuo arrivo. Non ho tempo per andare a controllare i registri -

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