Capitolo 2

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Il 29 settembre questo capitolo è stato pubblicato nuovamente in una versione spero migliore della precedente. 

Buona lettura :D

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Tutto ciò che accadde dopo essere stata scaraventata contro il muro, non era chiaro a Kate. Il dolore le annebbiava la mente, rendendole difficile pensare. Si rese a malapena conto di qualcuno entrare nella stanza una volta che Lady Dimitrescu e le figlie l'avevano lasciata lì.

- Kate... Oh, Madre Miranda! - la cameriera riconobbe la voce di Lara, il capo del personale all'interno del castello. La donna era china accanto a lei e le stava parlando ma Kate non riusciva a distinguere una parola dall'altra.

Gemiti di dolore sfuggirono dalle sue labbra quando Lara cercò di alzarla dal pavimento e, solo dopo qualche secondo, Kate trovò le forze necessarie per rimettersi in piedi. Lara la tenne stretta a sé, dandole un appoggio per rimanere dritta. La cameriera più grande continuava a parlarle, cercando di tenerla lontana da quel sonno che la stava chiamando.

Non seppe per quanto tempo camminarono, per quanto Lara la riempì di parole che per lei non avevano senso, ma presto si ritrovò seduta su qualcosa di soffice. Nella nuova stanza c'era qualcun altro e anche la sua voce le arrivava ovattata alle orecchie.

Presto due paia di mani iniziarono a spogliarla dalla sua divisa, aiutandola poi a infilare il suo pigiama. Con il petto scoperto, mani fredde tastarono piano la sua schiena, forse alla ricerca di qualche ferita. Infine, venne stesa in quello che aveva capito essere un letto, il suo senza dubbio, e una coperta venne posata sopra il suo corpo supino.

La voce di Lara e quella dell'altra ragazza continuarono a riempire il silenzio per qualche altro minuto, la più grande tra loro sembrava dare ordini all'altra riguardo panni a terra da raccogliere mentre accennava a ciò che era successo a Kate. Questo era quello che la ragazza aveva capito dalle poche parole che era riuscita a distinguere. Subito dopo, udì il rumore della porta chiudersi.

La voce di Lara tornò a sussurrare parole, il tono dolce come altre volte che aveva parlato con lei. Intanto, le sue mani si misero a lavoro sui lunghi capelli neri di Kate, liberandoli dalla treccia in cui ogni mattina la ragazza li legava. Lara passò delicatamente una mano nella chioma, sciogliendo piano i pochi nodi che incontrava nel suo cammino.

Lara riprese a parlare una volta terminato quel compito. Kate distinse "Buonanotte" tra tutte le parole pronunciate e poi sentì il peso di Lara sollevarsi dal letto. La porta venne chiusa alle sue spalle e, per qualche momento, Kate fissò la fiamma della candela muoversi piano. Il dolore alla schiena era ancora lì, cercando di tenerla sveglia e allo stesso tempo togliendole le forze e spingerla verso il sonno. Le palpebre faticavano a restare aperte e, senza che Kate se ne accorgesse, si chiusero al richiamo del sonno.

***

Come capitava spesso, il suo sonno fu tormentato da incubi. Fu uno di quelli a svegliarla di colpo ma paralizzata nel letto. Il petto si alzava e abbassava al ritmo del respiro sconnesso, il cuore che batteva troppo veloce, quasi sembrava volesse schizzarle fuori dal corpo. Fu la sensazione del sangue gelato nelle vene a tenerla inchiodata al letto. Il solito mal di testa post-incubo si unì a quelle spiacevoli sensazioni.

Al suo risveglio, ogni ricordo di quell'incubo svanì, come sempre, lasciandole solo quel familiare senso di terrore. L'unica cosa che ricordava con certezza era il dolore, influenzata molto probabilmente da quello provato nella realtà. Nel suo incubo stava soffrendo, ogni secondo sempre di più fino a diventare insopportabile. Aveva iniziato a urlare, a supplicare che qualsiasi fosse la causa di quella sofferenza sparisse ma non successe finché non si svegliò nel suo letto.

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