Capitolo 3

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Buona lettura :D

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Kate si stava dirigendo verso le stanze private della sua signora, come le era stato ordinato. In quel momento, però, il tragitto le sembrava più lungo del solito. Una serie di corridoi da percorrere che non sembravano avere fine.

In realtà, Kate non aveva visitato spesso quell'ala del castello. Lady Dimitrescu permetteva l'accesso al suo piano solo alle figlie e alla sua cameriera e, quando strettamente necessario, ad altre domestiche assegnate a pulire quell'ala del castello.

Quando altre cameriere camminavano per quei corridoi, le tre vampire erano sempre nelle vicinanze e controllavano le povere ragazze costrette a essere in loro presenza.

Kate ricordava bene una delle poche volte che era successo a lei, la paura che aveva provato mentre le figlie della sua signora l'avevano avvicinata per rimproverarla.

Secondo il loro parere, stava lavorando troppo lentamente.

In quell'occasione, era stata proprio Lady Dimitrescu a richiamare le tre vampire, ad allontanare la loro furia dalla ragazza. Aveva ricordato loro le regole del castello, come fosse vietato aggredire le cameriere durante la prima settimana di lavoro. Le domestiche dovevano avere il tempo di imparare il lavoro.

Kate aveva sentito Lady Dimitrescu borbottare qualcosa su quanto fosse stanca di sostituire il personale, poi le tre ragazze avevano raggiunto la madre ed erano andate via con lei.

Un brivido le percorse il corpo a quel ricordo, alla sensazione della falce di Cassandra che le sfiorava il volto mentre Bela la rimproverava per la sua lentezza e Daniela che ridacchiava divertita.

Senza alcun dubbio, dopo quel giorno Kate si era impegnata moltissimo, riuscendo a non attirare su di sé l'attenzione delle tre vampire per la maggior parte del tempo. Con la loro madre, invece, non aveva avuto nessun tipo di interazione, nemmeno quando la ragazza doveva servire i pasti.

Fino a quel momento.

Adesso, Lady Dimitrescu l'aveva convocata e non le era mai capitato prima. Non sapeva cosa pensare, come comportarsi e cosa aspettarsi. Solo su una cosa era certa: era terrorizzata.

Durante il lungo ma breve tragitto, Kate si torturò le mani e la mente con possibili situazioni di ciò che l'avrebbe aspettata, mordendosi anche l'interno della guancia. Il suo corpo continuava a tremare, non solo per via delle gocce d'acqua fredda che le scivolano lungo la schiena. Il non sapere era la cosa peggiore.

Continuò comunque a camminare, consapevole del fatto che alla signora del castello non piaceva aspettare. Se era finita nei guai per qualche motivo, non ne avrebbe forniti degli altri alla sua signora per attirare la furia su di sé ancora di più.

Salì le scale che portavano a una grande porta bianca, lo stemma della famiglia Dimitrescu era inciso nel legno, due spade che si incrociavano dietro una rosa.

Varcò la soglia, trovandosi in un lungo corridoio dalle pareti decorate in oro. In tutto il castello erano presenti decorazione in quel modo ma in quell'ala, erano ancora più marcate. Piccole lampade ad olio erano appese al muro, illuminando il lungo tappeto rosso steso sul pavimento.

Avanzò senza darsi modo di esitare, farlo non avrebbe avuto senso. Era stata convocata e non poteva evitare l'incontro con Lady Dimitrescu in nessun modo. L'oro nelle pareti luccicava nella fioca luce delle lampade, riempiendo il corridoio di tanti piccoli riflessi di quel colore.

La porta della camera della sua signora era in legno massiccio e chiaro, simile a quella che aveva attraversato poco prima e lo stemma della famiglia era in rilievo e dorato sulle due ante.

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