Capitolo 42

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Sono pronta all'odio (ma non odiatemi)

Buona lettura :D

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In quella tarda ora della notte, Alcina stava ascoltando il silenzio che aleggiava nel castello. Solo i Moraica si muoveva all'esterno, i loro passi lenti e sconnessi. Tutto il personale e le sue figlie, invece, dormivano profondamente da diverse ore.

La vampira mosse la mano per estrarre una sigaretta dal pacchetto, sistemandola nel bocchino prima di accenderla e prendere una lungo boccata. Aveva iniziato a fumare senza fermarsi già durante la chiamata con Miranda, la quale era durata meno del previsto.

La Sacerdotessa aveva organizzato un incontro per il giorno successivo e le aveva detto di arrivare puntale. Secondo lei, c'era molto di cui dovevano discutere.

Alcina aveva tentato di parlare con la donna di Katherine, di affrontare quell'argomento per poi tornare dalla giovane che sapeva la stava aspettando. Ma Miranda non le aveva permesso di dire nulla, ripetendole che avrebbero avuto il tempo per parlare il giorno dopo. La Sacerdotessa aveva poi chiuso la chiamata, senza nemmeno attendere un saluto da parte della vampira.

Buttando fuori il fumo attraverso le narici, Alcina si ritrovò a pensare che forse era meglio così. L'argomento era così delicato che affrontarlo per telefono non era la cosa più saggia da fare. Parlare con Miranda di persona le avrebbe permesso di mostrare alla donna quanto era seria e irremovibile sulla sua decisione. Attendere, però, aveva avuto una conseguenza che avrebbe voluto evitatare più che volentieri.

Alcina non era potuta tornare da Katherine, non mantenendo così la promessa che le aveva fatto. Ma la vampira non aveva potuto fare altrimenti. Raggiungere la giovane cameriera senza aver affrontato quell'argomento con Miranda era inutile. Non sarebbe riuscita a parlare con lei come avrebbe voluto, ne avrebbe potuto accontentare il desiderio che sentiva in sé e nella ragazza.

Perciò Alcina era rimasta nel suo studio a fumare una sigaretta dietro l'altra mentre ascoltava i suoni all'interno del suo castello, concentrandosi in particolare sulla sua giovane cameriera. Aveva sentito Katherine rientrare nella propria camera dopo cena e iniziare a muoversi avanti e indietro nella stanza.

Il nervosismo della ragazza Alcina lo poteva comprendere e lo condivideva. Mentre la giovane lo sfogava camminando in preda all'agitazione, la vampira aveva svuotato lentamente un pacchetto di sigarette per iniziarne un altro subito dopo durante le lunghe ore di attesa.

La sua unica distrazione dalla tristezza che stava provando, causata dalla sua incapacità di mantenere la promessa fatta a Katherine, giunse quando Bela passò nello studio prima di ritirarsi per la notte. La figlia era andata a cercarla, preoccupata di non aver visto la madre a cena, portando con sé una bottiglia di vino.

Alcina non le aveva dato una spiegazione dettagliata, limitandosi a parole vaghe prima di informare la maggiore della sue figlie del viaggio che l'aspettava il giorno successivo. Gli occhi di Bela si erano illuminati quando aveva compreso il motivo che spingeva la madre ad andare da Miranda ma cercò di trattenere la sua gioia, nonostante un piccolo sorriso era sfuggito al suo controllo.

La vampira aveva poi ascoltato attentamente la spiegazione di Bela su come aveva risolto il problema tra Tatiana e Minerva. Le due cameriere erano riuscite a trovare un accordo quando la più giovane aveva ammesso di avere difficoltà nel gestire quel lavoro. Bela aveva dato la posizione a Minerva, lasciandole il compito di preparare Tatiana come Sorina aveva preparato lei.

Il cuore di Alcina si era riempito di orgoglio per il lavoro svolto dalla figlia, per l'ennesimo aiuto che le aveva dato in un momento di necessità. Non si era potuta trattenere dal stringere Bela in un forte abbraccio, uno con cui trasmise alla vampira tutto la sua gratitudine.

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