Capitolo 41

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Am alte lucruri la care să mă gândesc - Ho altre cose a cui pensare

Buona lettura :D

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Le pesanti tende scure nella stanza di Katherine non erano chiuse del tutto, permettendo al sole mattutino di entrare e illuminare l'ambiente. Ad Alcina, però, non disturbava. Anzi, grazie a quella luce riusciva a vedere chiaramente i delicati lineamenti del volto della sua dolce cameriera.

La ragazza dormiva profondamente tra le sue braccia, stretta nell'abbraccio della vampira mentre il petto si alzava e abbassava al ritmo del suo respiro calmo. Alcina non riusciva a smettere di guardarla, di ammirare la sua giovane bellezza e il modo in cui la luce esterna le illuminava la pelle chiara e i capelli scuri.

Non poteva vedere gli occhi della ragazza ma ricordava bene il loro colore, quel verde sempre così scuro all'interno del castello diventava più chiaro una volta fuori da quelle mura. Alcina si era ritrovata a fare il paragone con le foglie in primavera, un colore meraviglioso che poteva vedere negli occhi di Kate.

La vampira si concesse qualche altro momento per ammirare la giovane, cosa che stava facendo da quando si era svegliata pochi minuti prima. Per i primi attimi era rimasta confusa dalla stanza in cui si trovava ma quando aveva sentito il ritmo calmo del cuore di Katherine, i ricordi del panico che aveva colpito la giovane si erano mostrati anche troppo in fretta.

Alcina strinse appena la presa sulla cameriera stesa a pancia in su mentre il cuore le si stringeva a quel ricordo. La vampira era sdraiata su un fianco, un braccio sistemato sotto il cuscino della ragazza mentre l'altro la teneva stretta a sé. La gamba era piega e poggiata sopra quelle della giovane e Alcina poteva sentire le dita della giovane sfiorare la pelle della sua coscia e i brividi che quel delicato tocco le causarono.

Tenendo Katherine ancora più vicina a sé e posando di nuova la testa sul cuscino, Alcina sospirò con forza e cercò di ignorare il modo in cui il suo seno entrò ancora più a contatto con la guancia della ragazza grazie a quel movimento. Fu facile, la sua mente era piena di altri pensieri.

Si ritrovò costretta a trattenere il proprio lato possessivo, evitando di stringere ancora più forte Katherine per tutta la furia che stava provando. Aveva come l'impressione che ultimamente tutti cercassero di portarle via la ragazza. Lara l'aveva pagata cara per il modo in cui aveva tradito ancora una volta la sua fiducia. Alla vampira non importava che la donna fosse stata costretta a rivelare il nome di Katherine ai suoi aggressori, Alcina era riuscita a vedere nel suo sguardo il disprezzo che provava per la ragazza.

La signora del castello era confusa dai sentimenti di Lara verso Katherine ma non le importava. La donna era ormai morta e Alcina poteva sentire le sue grida disperate se solo chiudeva gli occhi. Non ricordava l'ultima volta che aveva provato tanta gioia nel punire qualcuno.

Nemmeno vedere ciò che restava del prigioniero le aveva fatto provare lo stesso piacere. Eppure, il modo in cui le sue amate figlie avevano gestito la situazione l'aveva resa così fiera di loro. Poteva quasi definire arte ciò che aveva inflitto all'uomo. Un sorriso crudele le comparve in volto a quel ricordo e al pensiero di aver inviato la testa dell'uomo al villaggio come avvertimento.

Era sempre un mistero il modo in cui il Duca compariva al castello quando c'era bisogno di lui ma Alcina aveva ignorato la sua curiosità per incaricare l'uomo di consegnare il suo messaggio ai patetici abitanti del villaggio. Ovviamente il mercante si era fatto pagare profumatamente e la vampira non aveva esitato a rinunciare a qualche Lei in più per una buona causa.

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