32

80 5 8
                                    

Barbara

Lui è sveglio, ha conosciuto la sua bambina finalmente ed è tornato da noi, siamo felici e a breve usciremo dall'ospedale. Sono passati due giorni, hanno tenuto Dylan sotto controllo per quarantotto ore e vedere se avesse avuto problemi ma per fortuna lui sta bene a parte le contusioni nelle varie parti del corpo che con antidolorifici e cure a casa andranno via con il passare del tempo. Io e Natalie stiamo bene, la notte non mi fa dormire molto ma è normale e non mi lamento, sono felice ma essere una mamma ora a tutti gli effetti mi fa paura, paura di non essere in grado di crescere al meglio la bambina ma farò di tutto, i miei genitori hanno saputo della bambina e lo hanno saputo da Kate e Noemi mentre compravano dei palloncini in un negozio, hanno chiesto di vederla ma io non me la sono sentita, se non sono stati in grado di amare me perché dovrebbero essere in grado di amare la figlia della loro figlia? Dylan cerca di convincermi ma io sono ancora scottata da tutto, non me la sono cavata bene e la colpa era loro, quando mi sentirò pronta la conosceranno perché è un loro diritto.

<Barbara? Puoi andare a fare l'ultima visita di controllo alla piccola> entra l'infermiera Bea lascia l'ultimo bacio a Natalie e poi mi abbraccia, abbiamo legato tanto e mi ha aiutato quando lei aveva i turni di notte.

Prendo Nat e ci dirigiamo nella sala dei dottori, la mettono sulla bilancia e mi dicono che è cresciuta di seicento grammi, la mia bimba cresce in fretta. Mi danno dei fogli da firmare per le dimissioni e poi ritorniamo in stanza per prendere il borsone. Chiamo Lili.

<ei Lils dobbiamo andare via, sali con la carrozzina? >

<Si, qui stanno visitando Dyl per l'ultima volta.>

< Perfetto.>

Chiudiamo la telefonato e io aspetto Lili mentre finisco di vestire Nat, le metto un vestitino rosso e il cappellino modello pescatore con una fragolina stampata, é il regalo di zia Lili e zio Cole.

<Sono arrivataaa! La zia di questa bambina è qui!>

<Anche le altre due zie!> Kate e Noemi mi abbracciano da dietro mentre Lili prende Nat dalle braccia, se la sbaciucchia e la culla. Io abbraccio le mie sorelline e poi anche loro danno le loro attenzioni alla nuova arrivata.

<Che facciamo andiamo via da qui? Non voglio vedere più un ospedale per i prossimi 10 anni a meno che non sia per un parto.> lo dico con tono dispregiativo ma anche divertito. Loro ridacchiano insieme a me e metto Nat nella carrozzina.

Usciamo dal reparto ed entriamo nell'ascensore e ci dirigiamo nel reparto di Dylan, spingo la carrozzina fino alla sua stanza che ha la porta aperta e appena ci vede gli si illuminano gli occhi, si alza dal letto forse con troppa forza visto che si blocca un'attimo e sicuramente ha avuto un capo giro, lo rimprovero mentalmente e fa un sorrisetto di scuse quando si accorge della mia occhiata. Si avvicina a me e mi da un bacio sulle labbra, ah quanto mi sono mancate, si abbassa per vedere la bambina e le da un bacio sulle piccole gambe scoperte.

<Già i vestitini eh? Non si perde tempo vedo.> dice lui con un piccolo broncio che fa tenerezza e allo stesso tempo ridere. Ridiamo tutti e poi alla fine cede anche lui.

Ci mettiamo in macchina, guidata da Matt e io, Dylan e la bambina siamo dietro mentre avanti c'è Melanie. Natalie dorme per fortuna e se non si sveglia durante il tragitto e dorme fino a quando arriviamo a casa di Melanie e Matthew posso farmi una doccia tranquilla. Osservo il paesaggio che ci circonda, vedo molti parchi e prati e ci sono dei ragazzi della nostra età o anche più piccoli che sono sdraiati con i loro amici, chi legge libri, chi scatta foto, chi sonnecchia o chi gioca a palla, mi viene in mente che io queste cose non le ho mai fatte, mai fatte perché quando potevo facevo cose totalmente diverse, discoteche, bar e altri locali, lo facevo per sentirmi alla pari di chi mi circondava, ricordo le sigarette, i drink, e ora sono sicura e convinta che io abbia sbagliato, che non dovevo permettere nulla di tutto quello che mi è successo, ne dovevo commettere l'errore di far entrare tutte quelle voci nel mio cervello, le parole e le frasi che dicevano i miei genitori, le mie sorelle e soprattutto ho sbagliato a nascondermi, a tenere la testa abbassata quando giravano quelle voci su di me, che forse ora saranno anche aumentate, ma io ora li mando a fanculo tutti, ho tutto quello di cui avevo bisogno, una famiglia anche se non di sangue ma le famiglie non per forza sono quelle dove c'è lo stesso DNA, un fidanzato che è l'amore della mia vita, il rapporto ripreso alla grande con le mie sorelle e una bambina, una bambina tutta nostra, mia e di Dylan e io sarò forte per lei e per lui, per NOI.

Rewrite The Stars||DarbaraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora