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Barbara

Sento un pianto improvviso ma forte, mi sveglio e anche Dylan, sono passate già tre ore? Caspita. Guardo l'orologio e in realtà non è passata nemmeno un'ora e la cosa è strana, mi avvicino alla carrozzina Natalie si dimena, il ciuccio che è abbandonato al lato del suo faccino, ha il viso rosso talmento il pianto, la prendo in braccio e cerco di farla calmare, la cullo un po, cammino per tutta la stanza mentre Dylan sbuffa. Prendo il cuscino e la carrozzina e usciamo dalla camera da letto, ormai siamo tornati a casa nostra da qualche giorno. Mi siedo sul divano e provo a darle il seno ma nulla, il pianto aumenta e io non so che fare, allora provo a cantarle una canzone anche se sono stonata, cerco di farla camminare e percorro tutto il salotto per almeno cinque volte. Si calma un po e mentre sto per metterla al suo posto ecco che inizia da capo e a quel punto Dylan si alza e penso che stia per aiutarmi, per darmi il cambio visto che io sono esausta ma no non lo fa.

<Falla finire Dio Santo, ho sonno non posso sentire il pianto della bambina per tutta la notte> è arrabbiato, scocciato addirittura. Che cazzo gli prende?!

<Non Urlare perchè sono le quattro di notte e la gente dorme, non so cosa abbia ok? Non sono una maga penso che stia male e non so che fare ma tranquillo tu tornatene a dormire me la vedo io.> sono incazzata. Non è l'unico stanco. Io faccio il doppio del suo lavoro tra la casa e la bambina e sa benissimo che può succedere.

<È tua figlia dovresti saperlo sei una mamma adesso.> mi guarda impassibile come se non si stesse rendendo conto di quello che sta dicendo, dove diavolo è andato a finire il Dylan della settimana scorsa?

<Si già è mia figlia, come anche è tua, e si io sono sua mamma ma tu sei papà, ma tranquillo ora me la vedo io.> prendo le chiavi dell'auto mi infilo una maglia al volo che era accumulata tra tutte le maglie che non ho ancora finito di stirare e porto la carrozzina fuori, metto Natalie nel suo sediolino e nel frattempo quel genio del mio fidanzato si ferma a solo a dire "dove vai?" Senza venirmi dietro.

Facciamo un giro con la macchina, Natalie non si calma, non ha le intezioni e quando sembra che smetta poi dopo secondi inizia da capo. Premo il tasto chiama dal controller della macchina e seleziono il contatto di Lili. Avvio la chiamata.

<Barb! Che cazzo di spavento che succede?> Ha la voce assonnata e sento anche Cole in sottofondo. Perdonami.

<Sono in giro, con la macchina e Natalie che piange da minuti interi, Dylan mi ha trattata di merda, e sto portando la bambina in ospedale perchè neanche con la passeggiata si calma, avvisate voi Dylan non voglio sentirlo per ora. Ti spiego tutto più tardi ok?> Parlo a raffica e piango perché Natalie non si calma e sono spaventata.

<S-sisi ok, arriviamo anche noi, Cole si sta già vestendo. Ah Barb ti prego fai attenzione.> È preoccupata anche lei lo sento.

Chiudo senza replicare e prendo la strada per entrare al pronto soccorso, viene ad aiutarmi una guardia, mi aiuta a scendere la carrozzina e un'infermiere mi chiede cosa è successo, gli spiego in breve cosa ha Natalie e mi fanno accomodare nella stanzetta, c'è con me una ragazza che sta dando la mano al suo ragazzo steso sul letto dolorante, li guardo e sono malinconica perché in questo momento vorrei Dylan con me, ma lui invece si è comportato così.

Un'infermiera visita Natalie e mi dice che si tratta di colichette, che verremo trasferite nel reparto pediatria per accertamenti e varie analisi. Avviso Lili e le dico che forse ci ricoverano, a quanto pare non sono semplici coliche. E ho una fottuta paura per la mia bambina.
Sento delle voci mentre attreversiamo il corridoio e si le riconosco: Lili, Cole e Dylan che urla di farlo entrare, mi vedono e mi indicano, o meglio lui mi indica, e mi guarda con quello sguardo che so cosa significa ma che ora mi fa incazzare ancora di più, ma è il padre di nostra figlia e non posso evitare.

Rewrite The Stars||DarbaraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora