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Barbara
ero spaventata da Dylan, aveva il volto arrossato e ora aveva la mia mano stretta nella sua, ma io dentro di me sapevo che non mi avrebbe mai fatto del male. lo sapevo e ne ero certa, però sapevo di aver fatto una grande cazzata a fumare erba e soprattutto permettere ad uno sconosciuto di baciarmi quasi. Ora sono seduta sul letto con Dylan che cammina da una parte all'altra con la testa china e i pugni serrati lungo il suo corpo. Non ho il coraggio di guardarlo in faccia, so di averlo deluso ed è una cosa che non riuscirò a perdonarlo facilmente, non ci riuscirò lo so, me lo porterò dietro per tanto tempo, e ora dopo tanto tempo mi è passata per la testa quell'idea che non si faceva viva da giorni, e so che se lo faccio ricadrò ancora una volta, e non vorrei, ma quella vocina si fa sempre più forte nella mia testa e non riesco a pensare ad altro.
"contenta ora? sei riuscita a far scappare un' altra persona, non hai imparato nulla vero? no che non lo hai fatto, ma seriamente? fumare erba? avevano ragione i tuoi genitori, l'hanno sempre avuta, e tu lo sapevi, lo sai tutt'ora, sei consapevoli di non saperti tenere un'amico o anche un ragazzo." Non so chi sia questa vocina ma so che ha ragione, trattengo le lacrime e finalmente dopo minuti interminabili parla. 

<non me lo aspettavo, veramente, che bisogno c'era di fumare quella roba? che bisogno c'era? non potevi parlarne con me? te ne sei andata sei stata ore fuori e quando vengo a cercarti per farti mangiare almeno il pranzo ti trovo a flirtare con un ragazzo sconosciuto e a fumare della merda, Barbara ti rovini la vita se continui così, cazzo ci ho messo del tempo per avvicinarmi a te a farti stare bene, perché fai così?> la percepisco, la delusione nella sua voce, nei suoi occhi, lo so.

 Alzo la testa per guardarlo e ormai i miei sentimenti hanno la libertà di mostrarsi, scoppio, crollo in un pianto liberatorio, urlo e per non farmi vedere ancora peggio corro in bagno e l'unica cosa di cui ho bisogno è proprio quel bisogno, in fretta apro l'armadietto e prendo la lametta, ma vengo fermate da due braccia calde, forti, che mi fanno sentire al sicuro, ci accasciamo a terra insieme e appoggio la mia testa sul suo petto sprofondando con la faccia in esso, mi accarezza la schiena lasciandomi baci tra i miei capelli. 

<sono uno schifo, non ti merito, non puoi starmi ancora vicino, non merito il tuo supporto, non ti merito e basta, devo stare da sola, devo farlo ti prego ne ho bisogno devo sfogarmi> dico io aumentando i singhiozzi e il mio fiato va pian pian scendendo, so di star avendo una  crisi, un'attacco di panico. respiro sempre più a fatica e lui se ne accorge; mi fa sedere per terra con le spalle e la schiena che vanno a contatto con le piastrelle fredde di questo bagno. Mi guardo e mi sorride, so che vuole farlo per rassicurarmi.

<respira con me Barb, fai come faccio, fai inspira ed espira, così, si bravissima.> faccio come dice seguendo lui e pian piano il mio respiro si regolarizza fino a diventare normale. E dopo di che mi butto tra le sue braccia, aggrappando le mie fragili al suo corpo, mi porta sul letto e mi ci fa stendere e mai come ora ho quella voglia di sentirlo vicino a me e di sentire le sue braccia che mi avvolgono.

<Dyl...ti prego p-puoi venire qui vicino a me?> dico io facendo spazio dietro di me, lui annuisce si corica al mio fianco avvolgendomi da dietro,  un braccio è attorno al mio bacino, mentre con l'altro accarezza dolcemente i miei capelli, e a tutto quel contatto mi vengono brividi lungo tutto il corpo e uno zoo intero si scatena nel mio stomaco. Non credevo di poter provare queste cose in tutta la mia vita, non le provavo neanche con quel mostro.

Sono sveglia da circa vinti minuti e Dylan mi impedisce di muovermi, ma alla fine questa situazione mi va bene, sto fin troppo bene nelle sue braccia e lui lo ha capito, perché mi stringe sempre di più a lui, sprofonda il viso nell'incavo del mio collo e prendo un respiro lungo, e al rilascio mi vengono i brividi.

<posso scendere? ho fame sai e se salto anche la cena mi vengono a richiamare e mi iniziano a far fare le terapie.>dico io ridacchiando, lui mi guarda e poi si sistema meglio.

<no, sto ben-> vene interrotto  da qualcuno che bussa alla porta. Si alza con disaccordo e poi mi si dirige verso di essa, faccio la stessa cosa io e davanti alla porta si rivela la figura di Christian, percepisco il fastidio di Dylan dal tono che usa.

<cosa vuoi?> dice molto scocciato.

<voglio chiedere scusa a Barbara per quello che è successo.> faccio per rispondere ma ovviamente Sprouse mi precede.

<scuse accettate, ciao> dice sbattendogli la porta in faccia, io rimango a bocca aperta e sono sicura che sia geloso.

<qui qualcuno è geloso> dico io emettendo una risatina, si gira di scatto guardandomi malamente.

<ma che dici, lo faccio solo perché è un ragazzo pericoloso quello, ed è attratto da te> caduto in pieno.

<e cosa c'è di male se lui è attratto da me? Potremmo iniziare una frequentazione> dico io moolto provocatoria, lui sgrana gli occhi e mi guarda. 

<ma non starai dicendo sul serio vero? lo hai visto che tipo di ragazzo é? > dice lui venendomi vicino.

<forse é presto, forse troppo, ma devo dirti una cosa, se non ti va bene puoi dirmelo, ma ho bisogno che tu lo sappia perché non ce la faccio più- dice alternando lo sguardo dai miei occhi e le mie labbra, lo incito a parlare e in me sta succedendo di tutto.- mi piaci Barbara, e non poco, dio quegli occhi sono bellissimi, ma quando sorridi sorrido anche io, ma quando sei triste lo sono pure io, e ti giuro che quando hai i tuoi momenti mi sento così di merda perché tu non meriti tutto questo schifo.> lo guardo incredulo e non riesco a pensare, ho solo un desiderio nella mia mente, solo una cosa, voglio sentire le sue labbra sulle mie.

Mi  avvicino ancora di più a lui e finalmente appoggio le sue labbra sulle mie e non ci metto nulla a capire che anche lui mi piace e che non vorrei nient'altro se non lui nella mia vita, ora è come se tutto andasse meglio. Ci stacchiamo dopo minuti e sorridiamo, le sue labbra sono così soffici che sono come un rimedio per le mie ferite, sorridiamo come due bambini e poi sprofondo nel suo petto dicendo solo quattro paroline importanti; "anche tu mi piaci". 

Rewrite The Stars||DarbaraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora