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Mel

Abbiamo passato tutto il giorno e la notte appiccicati l'uno all'altra.
Se ripenso a tutto, da quando lo conosco potrei dire che è il mio migliore amico, ci siamo conosciuti in uno dei giorni in cui stavo ammirando la città.

Stava passeggiando con una ragazza, aveva l'aspetto dolce e timido, quando li vidi stavano litigando e lei era sull'orlo di un piagnisteo.
Lo rincontrai pochi minuti dopo in una piazza davanti alla fontana, ero seduta a osservare le persone che camminavano e le luci della città dopo il tramonto. «L'hai mollata?» gli chiesi per prima iniziando una conversazione. «Cosa?» mi chiese confuso «Vi ho visti prima davanti a quel negozio - ne indicai uno subito dietro l'angolo - sembrava disperata...» risi ripensando alla scena.
Anche lui rise seguendomi «Mi ha tradita con un uomo il doppio della mia età e me l'ha sbattuto in faccia ridendo...» sospira scompigliandosi i capelli con la mano «Te la sei scelta proprio bene.» risi della sua ingenuità «Ho un pessimo gusto in fatto di donne.» concordo con lui.

Rimanemmo lì a chiacchierare di problemi amorosi e così via passò il tempo, scoprì il suo nome e dove viveva. Come? Ci scherzò su. «Da dove vieni?» gli chiesi innocente aspettandomi posti come New York o California ma la sua risposta fu: «Sono un lupo esiliato... AUUU!!» e scoppia a ridere tenendosi la pancia, nota che non sto ridendo e si zittisce subito ricambiando la domanda «Tu invece?» «Terra degli Esiliati.» mi guarda sorpreso e li capì che sapevo che era un lupo.

In realtà lo immaginavo già ma ho fatto finta di niente, volevo vedere cosa avrebbe detto a una sconosciuta.

Che dire scioccante.

Ci incontrammo altre volte dopo che scoprimmo di essere vicini di casa. Dopo quasi una settimana andammo a letto insieme. Da subito chiarimmo che oltre a semplice sesso non ci sarebbe stato altro, io perché non volevo, e lui perché aspettava la sua compagna.

Finii di farmi la doccia e il tempo di mettermi l'intimo che suonarono alla porta. «Jay apri te!» urlai dalla mia camera a lui mi rispose con un urlo dalla cucina, mi misi una canotta di raso e dei pantaloncini abbinati, scendo giù e vedo che Jay è ancora sulla porta.

Appena mi sente si volta con una faccia infuriata , mi avvicino e vedo otto figure davanti a casa mia. Esco dalla porta e li fronteggiò tutti quanti «Oh ma quale onore, vostre maestà?» sono tutti rigidi come pezzi di marmo. Amo l'effetto che faccio a questi montati. «Prego, entrate nella mia umile dimora.» li sfotto, vedo come alcuni stringono i pugni e cercano di nascondere il cipiglio di fastidio.

Entrano e si accomodano sui divani e due in piedi accanto ai loro capi clan presumo. Jay si accomoda di fronte a loro, fulminando uno dei capi.
Vado in cucina e preparo il tè, con la magia sollevo il piatto di legno con i bicchieri sopra e lo porto di là con me.
Metto di fronte a ognuno di loro le rispettive tazzine «Qual buon vento vi porta a casa mia.» chiedo tranquilla mentre mi siedo sulle gambe di Jay.

Un ringhio improvviso attira l'attenzione di tutti e ci vogliamo verso il uno dei capi. «E tu chi sei?» i suoi occhi sono talmente chiari e privi di vita da non sembrare terreni, ma non è solo questo, ha qualcosa di strano.

«Axel James Shadowmoon, sono l' Alpha del Clan dei lupi.» lo ignoro fingendomi poco interessata.

Prendono tutti la tazzina in mano pronti a berlo... «Le hai avvelenate vero?» mi chiede Jay «Uffa! Non dovevi dirlo!» mi lamento come una bambina. Si bloccano tutti dal berlo e riposano la tazza sul tavolo. Tutti tranne il lupo. «Non ho tutto il giorno, parlate.» torno seria.

A parlare è la sirena «Vogliamo il tuo aiuto. È stato predetto l'arrivo di un male senza eguali e che solo tu puoi fermarlo. Custode di un potere illimitato, sigillato per ordine della Dea Suprema.» guardo Jay e scoppiamo a ridere come pazzi.
I loro volti allibiti mi fanno ridere ancora di più. «Perché dovrebbe aiutarvi?» chiede Jay al posto mio «Ce lo deve.» dice la fatina sicura di sé «Che belle ali che hai...» mi complimento mentre lei sorride compiaciuta e fiera di sé.

«Chissà cosa proveresti se te le strappassi una ad una.» sbianca subito come tutti gli altri. «Non oseresti...» eccolo ciò che volevo vedere, la paura.

La paura dona potere e rende fragili allo stesso tempo. La paura domina sui deboli. Loro hanno tutti paura, per questo non possono fermare ciò che la profezia ha predetto arriverà.

«Vediamo.» con un movimento delle mani la tiro su, tenendola a mezz'aria, con un altro movimento afferro un'ala e inizio a tirare, prima piano, poi leggermente più forte. «Dimmi fatina che cosa stai provando?» chiedo con un sorriso crudele «Fottiti.» tiro ancora un pochino di più, il suo viso si deforma per il dolore, se aumentassi la forza, questa aletta si spezzerebbe come un ramoscello in autunno, così fragili e delicate. «Ho paura ti prego lasciami.» la lascio cadere giù con il sedere per terra.

«Mancami ancora di rispetto e ti priverò di ogni capacità di movimento. Sono stata chiara?» la minaccio con un sorriso d'angelo «Cristallino.» «E ora fuori da casa mia, non ho alcuna intenzione di aiutarvi. Ripresentatevi qui e morirete.» escono di fretta e furia tranne il piccolo lupetto. Quando è sulla porta, guarda nella mia direzione ma senza sicurezza.

I suoi occhi sono spenti e privi di vita.
Adesso ne sono certa.
È cieco.
Nonostante ciò sul suo volto non c'è ombra di sfida o minaccia.
Se ne va lasciando solo un messaggio.

Tornerò. Stanotte.

Deadly Embrace - Abbraccio Mortale Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora