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Mel

Tecnicamente sono un immigrata, e per la maggior parte della mia vita sono stata anche una clandestina.

I miei genitori si incontrarono per la prima volta nella Terra degli Esiliati, dove lei era in visita ad alcuni parenti rifiutati dalla congrega delle streghe, e dove lui era di passaggio mentre tornava da una missione per conto del re dei demoni.

Mia madre non parlava molto di quei tempi, ma mia zia Jade rispondeva alle mie domande con grande sicurezza, e così, si prese lei il compito di raccontarmi di mio padre.

Asmodeus Demon Bloodshead.

A quel tempo era uno dei comandati del Re, e come tale aveva il suo personale esercito ai suoi ordini.

Mia zia mi raccontava sempre di come nonostante le differenze più che evidenti si innamorarono, e da quell'amore nacqui io.

Anche una volta tornati alle loro vite, trovavano sempre un modo per vedersi di nascosto, e quando scoprirono che erano in attesa di una figlia, mia madre né fu felice credendo fermamente che quello era il frutto del loro vero amore, al contrario mio padre non la prese allo stesso modo.

Il re dei demoni mai aveva accettato l'unione di un demone a un'altra specie e fermamente si oppose alla mia nascita, separò i miei genitori, impedendoli di stare insieme.

Mai più si sarebbero potuti rincontrare in questa vita, così mio padre non potendo nulla contro il potere immenso del suo re, tornò nel suo mondo inchinandosi al volere del re.

Mia madre con il cuore a pezzi tornò dalle streghe, che una volta scoperto cosa aveva fatto, e chi portava dentro di sé, la esiliarono e la cacciarono immediatamente dal territorio delle streghe, definendo la creatura che portava in grembo, un abominio.

Vagò di territorio in territorio in cerca di un rifugio, attraversò metà del globo per salvaguardarmi e non farmi nascere con l'appellativo di esiliata o demonio o mostro.

Una volta abbandonato il territorio delle streghe - che comprende l'America centrale e il sud - si spostò a ovest, verso occidente.

Arrivata in Asia nel territorio delle fate, venne cacciata in malo modo. Stessa cosa in Europa, territorio dei lupi. In Africa e nel Sud Asia dopo parole di dispiacere le rifiutarono riparo e ospitalità.
Nel territorio dei demoni non poteva entrare per via del Re e di mio padre, così, come ultimo tentativo si recò dalle sirene nell'effimera speranza che loro l'avrebbero aiutata.

Li si fermò per un breve periodo nelle isole dell'Oceania, territorio delle sirene.
Le fu dato rifugio fino al parto, le sirene diedero a mia madre l'aiuto che il suo stesso popolo le aveva negato per paura.

Poco dopo il parto e prima di abbandonare per sempre l'isola, la regina le rivelò la profezia che ormai tutti sapevano, il motivo per il quale nessuno le aveva teso la mano nel momento del bisogno.

Ligea la strega del mare aveva avuto una visione, pochi mesi addietro.

L'ibrida in cui scorre sangue demoniaco, deciderà le sorti di una guarra che spaccherà in due il mondo.
Delle avversità il suo cuore si rafforzerà, oscurandosi e il lato della luce per sempre abbandonare.
Sua la scelta sarà:
da codarda fuggire e sopravvivere lasciando il mondo sull'orlo della distruzione o combattere per il futuro sacrificando corpo e anima.

E così mia madre lasciò quelle terre con la paura nel cuore per la sua bambina.

Raggiunse la zia nel territorio degli esiliati, che comprende l'Inghilterra e l'Irlanda.

Dai racconti della zia, mamma ha continuato ad amare mio padre nonostante la separazione forzata, la mia presenza colmava quel vuoto che la sua assenza aveva creato.

Già nella tenera età avevo dimostrato di avere un grande potere, ma troppo piccola per controllarlo combinavo un disastro dopo l'altro.

Ogni giorno mi esercitavo nel controllo del potere e delle mie emozioni, per ogni mio capriccio, ogni mio sentimento negativo, qualcosa di brutto accadeva ed è così che persi mia madre.

In una giornata dei miei 12 anni ritornai a casa in lacrime, i bambini più grandi mi avevano fatto i dispetti mentre percorrevo la strada di ritorno da scuola, in preda alla tristezza, alla rabbia e alla frustrazione persi il controllo dei miei poteri, creando danni non indifferenti intorno alla casa.
Le fondamenta della casa cedettero e in un boato tremendo la casa crollò, scorsi mia madre sull'uscio della porta ma non fece in tempo a uscire e morì davanti ai miei occhi, schiacciata dalle macerie.

Quel giorno non persi solo mia madre, ma anche l'unica donna al mondo che mi abbia mai amata più di qualsiasi altra cosa. In un pianto disperato avvertì la zia ma non potè fare niente.

Nessuna magia poteva riportare in vita i morti.

Per un paio di mesi fui in una perenne apatia, come se stessi su un altro piano dimensionale, era come se non fossi viva, mi sentivo persa, sola e abbandonata.

Il tempo andava avanti, la vita proseguiva, realizzai che solo io mi ero fermata. In preda ai ricordi e ai sensi di colpa scatenai il mio potere in tutta la sua potenza, perdendo del tutto il controllo. Mia zia, per non farmi distruggere tutto che ciò che esisteva nel raggio di migliaia di chilometri, mi teletrasportò su un altro pianeta, un luogo deserto e senza vita, dove potevo sfogare tutto il mio dolore e cosi feci.

Liberai tutti i miei sentimenti distruggendo l'intero pianeta lasciando solo polvere e macerie.

In un momento di distrazione mi accorsi che qualcosa non andava tra le rovine di quel pianeta, tra i detriti e i resti, vidi corpi senza vita.
Secondo la zia quel posto era vuoto disabitato ma non era così, c'erano delle forme di vita.

Prima di spedirmi Jade aveva controllato tutta la superficie e non c'era anima viva, capii così che vivevano sotto la superficie del pianeta, sotto terra e quel giorno, sterminai un'intera civiltà agli albori della sua nascita.

Il dolore mi stava distruggendo.

Una notte mi svegliai all'improvviso sentendo un suono, una melodia di pianoforte. Lo seguì, scesi le scale fino a raggiungere la porta e uscì dalla casa seguendo il suono.

Mi introdussi nella foresta, ma dopo un paio di metri una luce luminosa prese la forma di una donna in vesti angeliche, la rividi per l'ultima volta ed era lì di fronte a me, con quel sorriso dolce e quegli occhi luminosi.

Bella ed eterea come la ricordavo.

Mi parlò, mi disse quanto mi volesse bene e quanto amasse papà, mi disse che non dovevo distruggermi per ciò che avevo fatto ma vivere anche per loro.

Rimase con me per un paio di minuti poi le dissi addio per sempre.

Svanì con il sorriso sulle labbra e l'amore negli occhi, nella luce della luna piena.

Quella notte le promisi che l'avrei ricordata così e che avrei vissuto come lei avrebbe voluto che facessi.
Avrei seguito i suoi insegnamenti e che avrei amato dando tutta me stessa, e così ho fatto.
Almeno in parte.

Ho iniziato a sviluppare un lato oscuro.
Una parte di me che non conoscevo ha iniziato a emergere.

Deadly Embrace - Abbraccio Mortale Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora