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Mel

Flebili raggi di luce colpiscono le mie palpebre. Infastidita le sbatto ripetutamente, di fronte a me si stagliano occhi pallidi accompagnati da un leggero sorriso.

Con le mani percorro ogni centimetro delle dita, dei muscoli delle braccia e delle spalle, al collo fino alle guance. «Mi hai guardata dormire?» chiedo ancora assonnata «Si» sussurra «Non posso vederti, ma so che sei bellissima. Anche mentre dormi.» sorrido e lascio un bacio all'angolo della sua bocca, un verso di lamento lascia le sue labbra facendomi sorridere. «Dammi di più.» si posiziona sopra di me bloccandomi le braccia sopra la testa. «Non è presto per...» provo a chiedere in un sussurro «Ora sai che effetto mi fai.» dice facendomi arrossire.

«Scemo.» rido al suo modo di fare, lentamente si cala su di me per poi posare le labbra sulle mie, ogni fibra del mio corpo va a fuoco mentre i nostri corpi sono uniti, separati solo dai vestiti, e anche così avverto tutto il suo desiderio di me. Le nostre labbra unite si incastrano alla perfezione, mentre le nostre lingue si cercano disperatamente.

Senza fiato ci stacchiamo, nei suoi occhi non posso vedere niente, ma il suo corpo dice tutto. «Ti voglio...» sussurra, completamente in balia delle emozioni, a un filo dal mio viso, si allontana di poco e sospira «È troppo presto...» dice tra sé e sé per poi alzarsi e infilarsi la maglia. «Non andremo oltre fin quando non sarai certa di non pentirtene.» mi lascia un bacio sulla fronte. «Ti aspetto giù per fare colazione poi ti farò vedere l'intero villaggio va bene?» annuisco ed esce lasciandomi sola.

Un po' delusa dal suo allontanamento e sentendomi una stupida per averci sperato un po', prendo l'intimo e mi rinchiudo in bagno.
Mi rilasso sotto il getto d'acqua e il profumo di Axel che aleggia nella stanza. Dopo svariati minuti esco avvolgendomi in un morbido asciugamano, non avendo vestiti a portata di mano li creo con la magia.
Una volta pronta abbandono la stanza ed esco alla ricerca della sala dove si riunisce il branco per i pasti.

«Ti serve aiuto?» mi ferma una voce, appartiene a un ragazzo alto almeno una decina di centimetri più di me, occhi verde muschio e capelli marroni. «Stavo cercando Axel.» i suoi occhi si stupiscono del tono confidenziale, ma senza commentare mi accompagna per i corridoi fino a raggiungere il portone della sala.
Lo ringrazio e senza badare a troppe formalità apro la porta e varcò la soglia.

Ci sono molte persone, generalmente qui mangiano solo le persone che abitano nella casa branco, perché chi ha casa non ha motivo di venire fin qui. Sotto lo sguardo attento di tutti mi dirigo verso il mio compagno.
Ancora mi sembra strano da dire.
Mi rivolge un sorriso dolce e mi fa accomodare accanto a lui, al posto della Luna del branco.

Non sono ancora pronta per questo ruolo, ma di certo non mi siedo in mezzo a delle persone che mi fissano manco fossi un clown ballerino.

Con un movimento della testa concede il permesso di mangiare a tutti, al nostro tavolo siamo seduti oltre a noi due, altre quattro persone. I due beta dell'Alpha: Lewis Clifford, capelli scuri occhi pure con accanto la sua compagna Emily Stone; Jonathan Archibald Wells capelli biondi e occhi azzurri, aspetto da principe azzurro con la sua compagna seduta vicino, Sarah Stewart.

Le ragazze mi prendono subito in simpatia, iniziando a parlare di tutto e di più. Sarah è una ragazza abbastanza introversa ma con la sua buona dose di allegria e estroversitá, al contrario del suo compagno che è perlopiù riservato e taciturno, e preferisce osservare. Emily è del tutto estroversa e sovraeccitata, parla senza peli sulla lingua il che non piace proprio a tutti come carattere, ma a lei pare non importare, il suo compagno anche è estroverso e pieno di energie.

Tra i due non so chi ha parlato di più.

Tre ore dopo siamo tutti seduti nel salotto privato di Axel. Hanno passato parte del pomeriggio a parlare del male che sta arrivando.
Solo di questo si parla ormai.
Dopo poche ore escono lasciandoci soli.

Creo un po' di distanza mettendomi alla finestra. «Hai paura?» chiedo all'uomo seduto dietro di me, non accenna a una risposta così lascio perdere. Poi è lui a parlare. «Tu hai paura?» chiede. «Di cosa?» «Di quello che potrebbe accadere.» risponde, mi avvicino a lui incastrando le mie dita alle sue.
Mi siedo sulle sue gambe, la sua corta barba solletica il palmo della mia mano.
Incastro le rispettive labbra abbandonandomi alla dolce sensazione che mi regala. «Non ho paura...» annuisce pensieroso. «Levati quel cipiglio dalla fronte, voglio mostrarti cosa ho scoperto.» lo prendo per una mano e lo conduco fuori dalla casa.

Attraversiamo il bosco mano nella mano, fino a raggiungere una distesa d'acqua al centro di una distesa di erba e fiori di tomba. «Ho cerato tra i miei grimori e tutti i libri di incantesimi una formula o un rituale che ti restituisse la vista.» si ferma all'improvviso mostrando un'espressione di stupore.

So che cosa si aspetta allo stesso tempo c'è un barlume di rinuncia. Lo trascino ai piedi di un ciliegio in fiore. «So che non c'è un cura, l'ho accettato quindi parla e basta.» sussurra stringendomi la mano in una presa ferrea.

La speranza è una cosa forte, difficilmente la si perde.

«Ho trovato qualcosa che potrebbe funzionare...» dico rivolgendomi al lago. «Cosa?» stenta a crederci eppure è così... più o meno. «Se funzionasse come spero sia. Potresti tornare a vedere come prima ma...» punta gli occhi spenti su di me, impaziente. «È una cosa temporanea, durerebbe solo per un'ora.» abbassa il capo chino in contemplazione. È una specie di tortura vedere solo per un'ora, ma è meglio di niente. «Non sono sicuro di volerlo fare.» si sdraia poggiando la testa sul mio grembo. «So cosa pensi e hai ragione ma potrebbe comunque non funzionare. Non so cosa provi, ne com'è non vedete nient'altro che il buio continuamente. Ma se fossi al tuo posto coglierei l'occasione al volo. La scelta è solo tua.» si tira su lievemente «Voglio vedere il tuo viso una volta nella vita.» risponde dandomi il consenso a procedere.

«Tieni gli occhi aperti.» premo due dita ai lati della testa. «May dolor abdicat tibi. Ut lumen involvit te. Quod tenebras vincat.» soffio all'interno degli occhi scintille di luce dorata. Chiude gli occhi all'improvviso, serra le labbra e si allontana leggermente. Solleva le palpebre mostrandomi di nuovo le sue iridi grigie con uno scintillio inaspettato.

Perlustra ogni centimetro del mio viso memorizzando ogni più piccolo particolare. «Ha funzionato.» dico stupita. «Tu. Sei. Incredibile.» dice con un sorriso grande come una casa. «E bellissima. Sei..» in un impeto posa le labbra sulle mie incastrandosi alla perfezione. «Non credevo sarebbe mai successo.» sussurra a un centimetro dalle mie labbra ormai arrossate. «Mi dispiace... se il mio potere non fosse stato sigillato avrei potuto alimentare questo incantesimo per sempre...» si stacca da me «Per sempre?» annuisco. «Perchè ti è stato sigillato?» mi mordo il labbro incerta. «Non è importante. L'importante è che anche se per poco tempo, adesso puoi vedere.» mi accoccolo al suo petto.

Con un incantesimo impercettibile, registro questo istante così da poterlo avere sempre con me.

«Ti ho immaginata in molti modi ma così come ti vedo adesso sei la più bella creatura che esista.» afferma roco al mio orecchio, facendomi salire mille brividi.

Deadly Embrace - Abbraccio Mortale Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora